Avanti Napoli!


Bentornato calcio dopo 95 giorni di stop. Tanto ci è mancato in tutte le sue espressioni, anche la Var e le polemiche collegate.

Il torneo di Coppa Italia ha messo fine ai tre mesi di astinenza forzata per l’emergenza Coronavirus.

Il recente cambiamento nel protocollo sanitario ha dato tranquillità ai club: in caso di positività di un giocatore al virus, cade il blocco di quarantena per tutta la squadra, rimanendo obbligato allo stop per due settimane solo il contagiato.

Senza pubblico e a porte chiuse, la normativa infatti non prevede i tifosi a far festa, ad inizio partita, sul terreno di gioco, sono presenti tre operatori sanitari che in una cornice inconsueta, rappresentando simbolicamente il personale del SSN, sono lì a ricordare con un minuto di silenzio assordante le oltre 34mila vittime del Covid-19.

L’altra novità del calcio post-covid è la possibilità di fare cinque cambi, una disposizione valida per tutte le gare fino al termine della stagione 2019/2020. Le cinque sostituzioni potranno essere effettuate utilizzando al massimo tre interruzioni della gara.
Infine in occasione delle semifinali e della finale, in caso di parità del risultato complessivo al termine dei 90′ non si disputeranno i tempi supplementari, ma direttamente i calci di rigore.
Venerdì 12 si è giocata la prima semifinale tra Juventus e Milan all’Allianz Stadium. Grande attesa ma poco spettacolo, la Juve produce gioco ma non è decisiva e la partita finisce infatti con un misero 0-0. Ronaldo sbaglia un rigore, deviato dal portiere rossonero Donnarumma, ed è l’ombra di se stesso. Il Milan non ne approfitta ma anzi rimane in 10, per l’espulsione di Rebic al 16’ del primo tempo, e l’1-1 dell’andata a San Siro manda la squadra di Sarri in finale a Roma mercoledì 17 giugno.
Il primo gol dopo pandemia arriva con la seconda semifinale di ritorno del torneo nazionale tra Napoli ed Inter. In un San Paolo spettrale si decide il nome dell’avversaria dei bianconeri all’Olimpico.
L’arena di Fuorigrotta, sabato 13 giugno, è pronta per ospitare la gara. All’ingresso gli addetti ai lavori si sottopongono al termo scanner ed indossano la mascherina. Scaglionati in fasce orarie diverse arrivano gli arbitri e i giocatori delle due squadre; sulle panchine è osservato il distanziamento sociale. Alla commozione del momento si unisce quella personale di Rino Gattuso che prima del via manda un bacio al cielo dedicato alla sorella Francesca prematuramente scomparsa.
Dopo l’1-0 della gara d’andata a Milano, firmato Fabian Ruiz, la squadra di casa si gioca il pass per la finale tornando a giocare dopo 105 giorni. Parte subito la squadra di Conte che dopo 3 minuti è già in vantaggio su calcio d’angolo con Eriksen, autore del primo gol del post-quarantena. Soffre il Napoli e non riesce a ripartire, gli azzurri appaiono frastornati, confusi e a tratti assenti ma al 42’ Mertens in contropiede trova il pareggio. Una giocata Ospina – Insigne – Mertens che vale la sfida per il trofeo. Una rete doppiamente importante perché il belga sale a quota 122 gol con la maglia del Napoli. Mai nessuno come lui nella storia del club azzurro. Dries entra nella storia superando Marek Hamsik ed è subito leggenda.
Gran parte dell’esito della gara però spetta ad Ospina che se nell’episodio del vantaggio interista si è fatto sorprendere in maniera abbastanza ingenua, si riscatta nel corso della partita mettendo a segno 3/4 parate decisive, oltre ad essere autore della svolta della partita facendo partire il contropiede azzurro.
Una gran bella soddisfazione per Ringhio Gattuso, allenatore ingaggiato in corsa, che ha adottato una squadra in grande crisi e che facendo un “lavorone” ha conquistato una finale fondamentale per questa stagione giocata sottotono.
Adesso ci vediamo a Roma.