Il calcio si riprende


Finalmente ritorna il calcio. È la Germania la nazione che per prima riprende le partite e la Bundesliga ha cominciato sabato 16 maggio con il derby della Ruhr. Borussia Dortmund Vs Schalke 04 a porte chiuse, in uno scenario inedito e senza pubblico, termina con i gialloneri che passano per 4-0. Molte le cose insolite e soprattutto lo spettacolo ci impone di abituarci alle nuove e curiose modalità di esultanza manifestate in campo dai calciatori. Haaland, autore del primo gol, mette in scena un balletto a cui rispondono i compagni e per le successive reti l’entusiasmo viene espresso attraverso scambi di gomiti e battute di cinque. Certo manca il trasporto, e la passione è privata di quei gesti spontanei per cui si gioisce cercando l’abbraccio del compagno, ringraziandolo così per quel passaggio che ha determinato la rete; ma comunque rimane un forte segnale di ripresa per tutti che fa sperare in una regolarità futura.

E da noi in Italia?

Successivamente al riadattamento del protocollo sanitario presentato dalla Federcalcio, che ha accolto le osservazioni e i rilievi del Comitato Tecnico Scientifico del Governo, Spadafora ha acconsentito, senza altre difficoltà, alla ripresa dal 18 maggio degli allenamenti collettivi. A questa decisione, da più parti invocata, si è giunti mettendo tutto e tutti in sicurezza e tenendo a bada quella fretta irresponsabile in netto contrasto con la situazione emergenziale vissuta, ha spiegato il ministro dello Sport nell’informativa alla Camera.

Si registrano però dubbi e perplessità da parte di alcuni club, medici sociali, e sindacato dei calciatori che ritengono il protocollo inapplicabile o poco praticabile con particolare riferimento alla responsabilità dei medici sportivi ed alla misura della quarantena di gruppo obbligatoria in caso di nuovi contagi. Quest’ultimo punto, comporta il rischio che la ripartenza finisca per arrestarsi subito.

Le tre parti sperano di convincere il Cts del Governo a rendere il protocollo più conforme alle esigenze specifiche, per un corretto allenamento in totale sicurezza che renda i giocatori pronti a riprendere l’attività.

Questo passo apre al successivo e cioè al dibattito sulla ripresa del campionato. È nota l’importanza sociale del calcio e non è da sottovalutare il suo risvolto economico: la necessità di terminare il torneo risponde a ragioni sportive ma anche finanziarie come i diritti tv. Ma connessa alla ripresa delle partite è l’idea di un ritorno alla normalità o quanto meno l’impressione che il peggio sia passato.

Il Governo darà il benestare alla ripresa del campionato solo in conformità ai protocolli medici a tutela dei calciatori e di tutti gli addetti ai lavori. La priorità nazionale, infatti, rimane quella della salute e se sarà riaperto il campionato sarà solo in sicurezza.

La Lega calcio di Serie A ha ipotizzato che si ricomincerà a giocare dal 13 giugno. Per questa data si sono espressi a favore 16 club, mentre i restanti 4 hanno votato l’altra ipotesi del 20 giugno.

Ora il pallino passa al Premier Conte che, stando alle ultime dichiarazioni di Spadafora, dovrebbe pronunciarsi la prossima settimana in base alla curva dei contagi. Successivamente, per il 25 maggio, la Figc dovrà comunicare il nuovo calendario della ripartenza che dovrà terminare entro il 3 agosto per lasciare spazio alla Champions e all’Europa League, nonché alle semifinali di ritorno e alla finale di Coppa Italia.

Se la primavera ci ha privato del calcio, l’estate sarà tutta dedicata al pallone. Rimangono da disputare 12 giornate più 4 recuperi. Una porzione consistente! Ed ipotizzando una ripartenza nel week-end 13/14 giugno, si dovrebbe giocare in media per 3 volte a settimana per ultimare il campionato entro la fine di luglio, con le società che beneficerebbero della deroga sui contratti dei calciatori in scadenza a giugno. Poi, ad agosto, spazio alle Coppe, con Champions ed Europa League con finali a Istanbul in Turchia il 29 e a Danzica in Polonia il 27. Un vero tour de force…salvo imprevisti.