Sergio Bevilacqua lancia “Il manifesto italiano del politico conservatore”


La visione comune e condivisa di quanti si identificano in un moderno di un osservatorio o nazionale. 

Può esistere uno spazio dove tradizione e innovazione non rappresentano solo i due estremi di un concetto ideologico, ma sono due modi di guardare il mondo nella sua attuale ed autentica essenza, nel tentativo – ambizioso ma non vano – di operare una ricucitura degli strappi sociali provocati dal disorientamento, dalla disgregazione e dai problemi di diversa natura che emergono. ovunque e a tutti i livelli, in questa complicata e controversa fase storica. La risposta è come sempre nell’uomo. L’animale sociale per eccellenza, in grado di mediare il suo rapporto con il mondo e la comunità attraverso le sue elaborazioni concettuali e grazie al suo ingegno. Risiede nella convinzione che possa esistere una capacità intrinseca di affinare modelli culturali, politici, economici e comportamentali portati avanti nel tempo e affermati all’interno di una determinata continuità, aprendosi verso prospettive che possano garantire complessivamente e positivamente l’evoluzione e il progresso delle strutture sociali. I valori giustapposti di tradizione e innovazione riguardano in primo piano non solo una scelta, che implica l’assunzione di una posizione ideologica, ma una tendenza che rivela la consapevolezza di essere in rapporto all’essenza profonda dell’umanità, delle sue aspettative e dei suoi bisogni. da parte di una classe dirigente mossa – in primis – da competenza ed equilibrio, oltre che da onestà intellettuale e vero spirito di servizio. Il principale prodotto umano: la cultura. Ecco da dove scaturisce il “programma del buon senso” di Sergio Bevilacqua, centrato su un ampio raggio di temi relativamente ai quali è necessario e urgente “fare bene dove gli altri hanno fallito.” L’enunciazione dei valori che stanno alla base del progetto avviene nei termini del “Manifesto italiano del Politico Conservatore”:

attraverso il quale Bevilacqua si fa portavoce della visione comune e condivisa di quanti si identificano in un Moderno Conservatorismo. Un documento che esprime la sintesi delle diagnosi maturate, nel corso di un lungo impegno militante in campo sociologico, da parte del professore universitario e professionista del miglioramento organizzativo, nativo di Reggio Emilio. La sua, una vasta esperienza amministrativa come consulente di numerosi comuni italiani (Roma, Venezia, Trieste, Reggio Emilia, Mantova, La Spezia) e nel lancio di progetti innovativi di sviluppo economico, che lo ha portato ad elaborare i concetti della sociatria: la nuova sociologia clinica di società e persone. Figura poliedrica, è autore di diverse opere pubblicate, nonché giornalista, intenditore di musica lirica e gastronomia. In qualità di editore, ha profuso le sue energie nel progetto editoriale IBUC (Italian Books Unbonding Company), il quale consiste nella realizzazione di un catalogo emblematico di nuova letteratura italiana, articolato lungo diversi generi letterari. Un’iniziativa perseguita attraverso le collane di letteratura: -Colpi d’a.l.a.- (a.l.a.: acronimo di accolita lettere e arti) e -Millennials-, destinata in particolare alle nuove generazioni, nate a cavallo del cambio di millennio. Tra Colpi d’a.l.a.e Millennials, lo scopo di IBUC è stato di configurare una nuova offerta completa di letteratura italiana fatta da madrelinguisti. Gli unici che hanno la possibilità di fare vivere e prosperare la propria lingua. Accanto alla letteratura, per completezza di visione editoriale, IBUC presenta altre tre collane: saggistica, letteratura per le arti e atti di convegni. Bevilacqua fa infine parte, come capogruppo di minoranza, del Consiglio comunale di Cavriago, in provincia di Reggio nell’Emilia. Nella terra di Don Camillo e Peppone, della celebre saga cinematografica che vide protagonisti Fernandel e Gino Cervi, quasi a testimoniare un clima non del tutto ancora sopito, qui sorge un originale monumento: Il Busto di Lenin. A conclusione di un articolato iter e di particolari vicende, l’opera venne donata alla cittadina emiliana dall’Unione Sovietica in segno di ringraziamento. Considerato uno dei pochi monumenti dedicati al leader bolscevico della Rivoluzione d’ottobre collocato in un luogo pubblico nell’Europa occidentale durante la guerra fredda, esso è tuttora una popolare meta per appassionati e nostalgici.