L’Italia travolta dalla Germania nella quarta giornata di Nations League


Dopo tre buone gare in Nations League, l’Italia si sgretola contro la Germania. La Nazionale, ancora una volta piena di giovani ed esordienti, esce con le ossa rotte dal Borussia Park di Moenchengladbach. I tedeschi dominano il match e vincono 5-2 senza faticare più di tanto. Gli azzurri vanno immediatamente in difficoltà ed al 10’ sblocca la gara Kimmich. Nel recupero del primo tempo Gundogan segna il 2-0 su rigore. Nella ripresa l’Italia si avvicina al gol con Cristante, però è Mueller a fare 3-0. Ma la tragedia è prossima: in un minuto tra il 68’ e il 69’ Werner segna la doppietta del 5-0. Al 77’ Gnonto, che diventa il più giovane calciatore italiano ad aver segnato con la maglia della Nazionale, accorcia sul 5-1. Bastoni al 94′ rende un po’ meno amaro il punteggio fissandolo sul 5-2. L’Italia ora è terza nel gruppo 3 di Lega A.
Male tutto il complesso Italia, che poco ha potuto fare per arginare la travolgente Germania, a cominciare dal portiere Donnarumma, spesso in difficoltà, incappato al pari dei compagni in una serata poco felice. La brutta figura è stata anche ampliata dall’enorme differenza tra le compagini in campo. Da un lato la giovane e sperimentale nazionale azzurra, dall’altra la corazzata tedesca con tutti i titolari. Ma queste deboli e povere giustificazioni non possono alleviare la sconfitta che rimane pesante e che porta grande delusione nell’ambiente. Generale e profondo è apparso anche il malcontento dei tifosi che qualificano la prestazione azzurra vergognosa, soprattutto per l’umiliazione inflitta alla maglia. E già si sprecano le critiche verso lo stesso Roberto Mancini, colpevole di aver esagerato con gli esperimenti a fronte di nazionali già formate e ben più esperte.
Un crollo verticale quindi che segna la peggior sconfitta azzurra dal 1957. Una sonora batosta, in casa della Germania nella quarta partita di Nations League, che va ben oltre il risultato finale, perché apre squarci inquietanti per il futuro di una squadra il cui ct è chiamato ad un duro e lungo lavoro di ricostruzione.