Nodo Callejon: tutto bene quel che finisce bene


All’indomani della ripresa, dopo lo stop forzato dovuto al corona virus, il Napoli di Gennaro Gattuso si presenta in salute come una squadra capace di riprendersi dalle difficoltà e vincere un trofeo. I partenopei cominciano con la Coppa Italia edizione 2019/2020, conquistata nella finale contro la Juventus, e poi continuano il cammino positivo anche in campionato vincendo 2-0 a Verona, riportando in gol Milik ed il messicano Lozano. Dopo un avvio per niente positivo del nuovo tecnico (tre sconfitte nelle prime quattro gare sulla panchina azzurra), il successore di Ancelotti ha saputo motivare e compattare il gruppo innescando un produttivo cambiamento che ha fruttato, nel girone di ritorno, un bottino di punti che porterebbe il Napoli a lottare per il vertice.
Il prossimo avversario degli azzurri è la Spal al San Paolo. Sulla carta una partita semplice per i padroni di casa, se non fosse che il Napoli con le piccole ha sempre dimostrato sofferenza. Dopo la mazzata presa contro il Cagliari (0-1 al 90+4’), i ferraresi, per restare agganciati alla massima serie e per sperare nella salvezza, si giocheranno le partite restanti come fossero 11 finali. Ma anche per gli azzurri ogni partita sarà una finale, se vogliono inseguire il sogno Champions. Tutto questo accresce l’interesse alla sfida di oggi pomeriggio (ore 19,30).
Con tre gare da affrontare alla settimana Gattuso non si affiderà ai titolarissimi ma sceglierà nell’organico i più freschi proseguendo nel turn over che già a Verona si è rivelato vantaggioso.
Nessun addio per Josè Maria Callejon dopo la gara con la Spal.
Con la scadenza naturale del contratto al 30 giugno il giocatore in un primo momento aveva accettato di concludere la stagione con la maglia azzurra senza pretendere altro, non volendo interrompere bruscamente una stagione ancora aperta tra serie A e Champions League. Poi, dietro consiglio dell’agente Quilon, il ripensamento: la richiesta di un compenso economico supplementare. La proposta di circa 580mila euro per arrivare al 31 agosto, considerati il rischio infortuni e l’assenza di un contratto per il prossimo anno, non è piaciuta a De Laurentiis che, a differenza di molti club di A, ha messo in pagamento la mensilità di marzo e si è impegnato alla corresponsione anche di quelle di aprile e maggio. Inoltre il prolungamento della stagione è stato imposto dalla pandemia che per tre mesi non ha consentito che si giocasse.
Ma la storia dell’andaluso da sette anni servitore azzurro con 338 gare, 80 gol, 77 assist e tre titoli non poteva finire così all’improvviso.
Alla fine Callejon ha deciso di sposare la causa del Napoli senza percepire ulteriori stipendi né bonus di fine carriera, con l’unica richiesta di una copertura assicurativa che lo metta al riparo in caso di infortuni. Un timore comprensibile a 33 anni, anche per chi nell’ultimo decennio non si fermato, per guai fisici, nemmeno una volta. Un gesto importante da parte del giocatore, che fra i protagonisti assoluti del Napoli, ha sempre compiuto il suo dovere fino in fondo in silenzio ed abnegazione e che, ancora una volta, con la sua scelta di cuore dimostra il grande legame instaurato con i compagni, con il club e con la città di Napoli.
Quindi nessuna crisi del settimo anno e chissà se questa pace raggiunta, anche grazie all’intervento di Giuntoli e Gattuso, possa essere un viatico per un eventuale ulteriore accordo futuro con lo spagnolo.