Calcio – UEFA, due pesi stessa misura


Nessuna squalifica per CR7, ma solo una multa da 20mila euro.
Così si è pronunciata la commissione Uefa sulla grossolana esultanza dell’attaccante bianconero alla fine del match contro l’Atletico Madrid nel ritorno a Torino degli ottavi di Champions League. Quindi in Olanda, contro l’Ajax, CR7 sarà regolarmente in campo il prossimo 10 aprile.
La decisione è stata presa in base all’articolo 11 comma 2 becomma 2 ddel regolamento disciplinare, che punisce rispettivamente la condotta offensiva e la condotta che porta discredito all’Uefa e al calcio in generale.
Il gesto del portoghese, intervenuto dopo il triplice fischio finale della rimonta Champions contro l’Atletico, è stato sanzionato allo stesso modo di quello messo in atto la settimana precedente al Wanda Metropolitano di Madrid dal Cholo Simeone. Pertanto il caso Ronaldo è stato trattato ed archiviato come il caso Simeone: niente squalifica e solo 20mila euro di multa per entrambi.
Ma in realtà i due episodi non sono da considerare simili o, quanto meno, sono da valutare differenti nelle intenzioni, motivazioni e finalità e quindi andavano puniti in modo diverso.
A prescindere da ogni giudizio in merito all’esultanza in sé, che rimane un atto estremamente volgare, esagerato e comunque da bandire, i comportamenti tenuti, seppur identici, sottendono motivazioni diverse.
Nella gara di andata, dopo il primo gol dei colchoneros, il tecnico Simeone istintivamente scatena la sua felicità col gesto incriminato, rivolgendosi ai suoi sostenitori volendo sottolineare gli “attributi” della propria squadra e, come avrà modo di dire in seguito, senza mancare di rispetto agli avversari ai quali non era rivolto il gesto.
Dopo 7 giorni, lo stesso pacchiano tripudio, quello di Ronaldo, avviene a fine partita e non nell’imminenza di una delle 3 reti segnate dal fenomeno, e soprattutto lo stesso è diretto all’indirizzo dei tifosi spagnoli ospiti in curva allo Stadium. Le differenze sono evidenti ed in quest’ultimo caso la commissione Uefa avrebbe dovuto far riferimento all’art. 15 del regolamento disciplinare,che punisce la provocazione agli spettatori e che prevede la squalifica automatica.
Inoltre, mentre subito dopo i fatti di Madrid sono intervenute le scuse di Simeone per il gestaccio, nei giorni successivi al match di ritorno il calciatore “penta-coppato” non si è mai giustificato.
Tali atteggiamenti lasciano un pochino interdetti, soprattutto meraviglia il buonismo espresso dall’organo Uefa, se si pensa che meno di un anno fa a Marassi contro i doriani, dopo aver fatto gol, per la gioia, a Milik scappò una linguaccia ma considerata troppo irriverente costò il giallo per l’attaccante del Napoli.