Calcio – Una pausa troppo lunga


Dopo il Capodanno la nuova formula del campionato prevede un lungo stop. Giocatori ed appassionati potranno godersi un periodo di relax in chiusura di questa prima parte di stagione. Le vacanze si protrarranno fino al 12 gennaio quando si giocheranno i primi ottavi di finale della Coppa Italia.
Il campionato invece sarà in stand-by per ben tre settimane!
Un intervallo fin troppo lungo che comunque servirà un po’ a tutti: a recuperare energie e a riflettere sullo stato del nostro calcio dopo gli ultimi spiacevoli episodi.
Le competizioni legate alla serie A riprenderanno regolarmente nel weekend del 19 – 21 gennaio con la prima giornata di ritorno. L’Inter ospiterà il Sassuolo, a porte chiuse, sabato sera e la Roma incrocerà il Torino all’Olimpico sabato pomeriggio. Il Napoli giocherà il big match con la Lazio domenica sera, mentre nel posticipo di lunedì 21 la Juventus ospiterà il Chievo ed il Milan sarà impegnato sul campo del Genoa.
A spezzare questa inusitata sosta ci penseranno gli incontri della Coppa Italia a cominciare dalle tre partite di sabato 12 gennaio: Lazio – Novara, Sampdoria – Milan e Bologna – Juventus, seguiranno poi domenica 13 Torino – Fiorentina, Inter – Benevento (sempre a porte chiuse) e Napoli – Sassuolo e per finire lunedì 14 Cagliari – Atalanta e Roma – Entella.
Il primo trofeo dell’anno invece sarà assegnato mercoledì 16 gennaio in Arabia Saudita, dove Juventus e Milan si affronteranno nella supersfida per l’attribuzione della Supercoppa.
Spesso la finale della Supercoppa italiana è stata giocata all’estero ed in paesi non sempre di cultura occidentale per attrarre i paesi extra-europei, o meglio il loro enorme potenziale economico, al calcio italiano. Un’opportunità, una vetrina che comporta cospicui ritorni economici sia diretti che di indotto nel breve e medio termine.
Per l’edizione di quest’anno, è stata scelta l’Arabia Saudita, paese particolarmente ricco e sviluppato dell’area medio orientale, con il quale l’Italia ha intensi rapporti industriali e commerciali, ma che riscontra molte diversità soprattutto culturali, sociali, morali, religiose e normative con il nostro paese. In particolare in tali paesi si assiste ad una palese violazione dei diritti umani e vengono regolarmente accettate condizioni di manifeste violazioni della pari dignità tra uomini e donne a danno di quest’ultime.
L’accordo con l’Arabia Saudita è stato siglato a giugno ed ha previsto una sponsorizzazione di circa 21 milioni di euro in cinque anni per tre edizioni della coppa in terra saudita.
In occasione della finale della Supercoppa Italiana a Gedda, nel nuovo stadio King Abdullah Sports City, definito “il gioiello splendente” con una capienza di oltre 62mila spettatori, le donne potranno entrare solo in alcuni settori. Tale discriminazione sta facendo molto discutere.
È fin troppo chiaro ed evidente che per noi occidentali, che abbiamo lottato decenni per raggiungere il nostro attuale livello di stato di diritto, di garanzie, di parità, il fatto che in certe aree del mondo le donne non abbiano gli stessi diritti degli uomini ci fa indignare: le donne hanno il diritto di stare dove credono. Ma è pur vero che il calcio è un business come gli altri, e come gli altri affari se vuole sopravvivere o addirittura svilupparsi deve seguire ed accettare le logiche del mercato, e portare certe partite nei Paesi Arabi è una di queste.
D’altra parte non bisogna confondere il calcio con la politica, lo sport può essere il tramite per favorire lo sviluppo della cultura: nessun cambiamento importante però avviene rapidamente. L’Arabia Saudita, nei tempi più recenti, ha fatto alcuni passi in avanti verso una maggiore evoluzione sociale e culturale: solo pochi mesi fa ha legalizzato la patente per le donne, e solo da un anno anche le signore sono ammesse negli stadi. Quindi ospitare incontri sportivi di una certa importanza rappresenta una volontà di cambiamento al quale il nostro calcio può dare un contributo, fosse solo quello di portare i riflettori del mondo su questi paesi, che col tempo potranno cambiare ed aumentare sempre più i diritti umani, nel rispetto della dignità ed integrità delle donne. Volendo vedere il bicchiere mezzo pieno diciamo che questa Supercoppa sarà ricordata come la prima competizione ufficiale internazionale a cui le donne saudite potranno assistere dal vivo.