Calcio: Piccoli razzisti crescono


Il problema c’è, esiste ed è serio, negli adulti come nei giovani anzi giovanissimi. E’ il razzismo, l’odio razziale che si estende e cresce anche nello sport specialmente nel calcio. Al “Noi” appassionati di calcio, si sostituisce sempre più spesso la dicotomia “Noi” e “voi” con chiare asserzioni, pesanti ed offensive, per la parte opposta che prende sempre più le sembianze del nemico da abbattere non solo sul piano atletico e tattico, quanto su quello fisico, psicologico e soprattutto morale. Tale deriva è ben evidente nelle compagini del nord-italia dove le tifoserie meridionali, in special modo quella napoletana, sono accolte quasi sempre con epiteti di scherno e denigratori. Il fatto di non cogliere, o peggio non voler cogliere, la pericolosità del fenomeno giungendo a sminuire gli episodi senza mai stigmatizzare, condannare e punire tali comportamenti sintomatici di una inciviltà imperante, tollerata e consentita, ha prodotto la sua diffusione anche tra gli stessi calciatori, per di più giovanissimi. L’ultimo episodio, infatti è di lunedì scorso. Nella semifinale del torneo Final Four la Juventus under 15 vince nello stadio di S. Mauro Pascoli (FC) 3 a 0 contro l’under 15 napoletano. Grande euforia tra i ragazzi bianconeri, come è ovvio e giusto che sia, ma poi nello spogliatoio accade qualcosa di incredibile. L’ilarità e la contentezza sfociano nel solito coro razzista, antimeridionale e nello specifico anti-napoletano: “Napoli usa il sapone”. A parte la facile critica sulla poca originalità dell’offesa, ci si chiede come mai in un momento di gioia e di festeggiamento si provi maggiore gusto ad umiliare l’avversario piuttosto che esaltare se stessi e le proprie abilità. Un avvenimento molto grave ed al momento senza precedenti, che fa capire come certe culture e mentalità nascono e possono diffondersi già tra i ragazzini.
Si ribadisce che lo sfottò è un conto, ed è lecito e divertente se appropriato ed ironico, la discriminazione territoriale è altro, e va censurata nell’immediatezza.
La bravata è stata poi postata sui social ad opera di uno dei giovani calciatori bianconeri che risulta essere nato e cresciuto a Salerno, formatosi calcisticamente nella scuola calcio Sant’Aniello di Gragnano e passato alla Juve da circa un anno. L’ulteriore beffa di essere stati colpiti anche da fuoco amico.
Sull’accaduto si sono riuniti i vertici del settore giovanile e scolastico della FIGC e della Juventus, su iniziativa del commissario straordinario della Federcalcio Fabbricini, per analizzare i riflessi mediatici che il video ha causato amplificando un coro che va deplorato anche perché compiuto a livello di settore giovanile. I dirigenti della squadra di Torino avrebbero proposto il ritiro della compagine under 15 ma la FIGC, per non compromettere il regolare svolgimento del campionato e al fine di tutelare i principi di lealtà e correttezza sportiva, ha condiviso, per i ragazzi responsabili della vicenda, l’adozione di un percorso formativo che avrà ad oggetto le tematiche del rispetto dell’avversario e del corretto utilizzo degli strumenti digitali. La Federazione in tal modo auspica che tali intemperanze non si manifestino più ed invita per questo i media al rispetto della tutela di tutte le parti interessate, inclusi i minorenni protagonisti dell’accaduto, dimenticando però il rispetto per la tutela dei ragazzi offesi.
Non si avverte il peso che invece avrebbe dovuto avere tale punizione. Ancora una volta si ha la sensazione di voler giustificare il gesto e di derubricarlo come semplice questione di rivalità accentuata ed alimentata da nuove tendenze. In pratica i ragazzi “impertinenti” finiranno per giocare la finale, che invece andava loro negata affinché la punizione potesse essere considerata un esempio. Il loro gesto è stato annullato e rimarcata la convinzione che con le protezioni giuste puoi permetterti qualsiasi cosa.
Se si continuerà a ridimensionare la portata di tali episodi, a scusarli e a qualificarli come eventi sporadici, espressioni di una piccola frangia di balordi, quasi a negare l’evidenza e la pericolosità insita, relegandoli nella goliardia da stadio, questa profonda inciviltà non sarà mai emarginata, individuata e soppressa.
Ma davvero volete convincere i napoletani che assieme all’acqua per detergersi debbano usare il sapone o peggio la lava? Beh, mi dispiace ma noi siamo abituati da sempre ad avere un contatto continuo con l’acqua che però a Napoli si chiama mare, che ci abbraccia, ci coccola, ci rinfresca, ci rilassa, ci appaga e soprattutto ci ama. Ci trasmette emozioni che purtroppo chi non ha il mare non può e non potrà mai capire.