CookOut, un pasto al sole – Pesto alla trapanese


Se non amate l’aglio questa ricetta non fa per voi.


Il pesto alla trapanese si prepara con l’aglio rosso di Nubia in quantità tutt’altro che moderata. Se non lo trovate potete usare un aglio rosso profumato a vostra scelta.
La pasta al pesto alla trapanese è uno dei piatti principe della gastronomia siciliana. E’ un piatto molto semplice, facile da preparare e gustoso, spesso accompagnato da “qualcosa”, che possono essere melanzane, patate, zucchine, pesci, il tutto rigorosamente fritto (chiamato in dialetto “accumpagnamento”).
Un avvertimento: il pecorino da utilizzare sarebbe quello siciliano stagionato. Se non lo trovate va bene anche il sardo. Se gradite un sapore meno deciso potete anche usare il pecorino romano senza pepe. Anche la quantità di formaggio può variare a seconda dei gusti: c’è chi per 4 persone ne aggiunge solo un cucchiaio e chi, al contrario, si spinge a metterne fino a 80 grammi. Fate vobis.
La pasta che solitamente accompagna il pesto alla trapanese è la busiata classica, tipica del territorio trapanese, molto spesso preparata ancora a mano arrotolando una fettuccina di semola rimacinata su di un filo di paglia o su di un ferro da maglia (i “busi”) e lasciandola essiccare, ma eventualmente andranno bene formati di più facile reperibilità come gli spaghetti, le penne, i fusilli bucati lunghi o le caserecce. La dose qui descritta è calcolata per condire 400 grammi di busiate o qualsiasi altra pasta preferiate.
A Trapani si è soliti aggiungere, proprio sulla pasta, le melanzane fritte. Come altre varianti è abbastanza comune trovare la salsiccia arrostita, le patate fritte oppure il pesce fritto. Una volta scelto l’abbinamento, sedetevi a tavola con i vostri commensali e aspettatevi gli applausi.

Cosa serve (per 4 persone):
300 g pomodori Piccadilly o perini da sugo
10 -12 foglie di basilico
3 spicchi d’aglio rosso
80 g di mandorle pelate
60 – 80 g di pecorino grattugiato
Olio extravergine di oliva q.b.
Sale e pepe q.b.

Come si fa:
E’ un pesto, di conseguenza non va cotto. Per la preparazione classica serve un mortaio in legno, in mancanza di questo potete tranquillamente usare un mixer o un buon frullatore: neanche un trapanese si accorgerà della differenza.
Mettete sul fuoco una pentola d’acqua. Lavate con cura i pomodori e quando l’acqua bolle scottateli per un paio di minuti, quindi scolateli, lasciateli raffreddare, togliete la buccia e metteteli da parte.
Procedimento con il mortaio: pulite l’aglio e sciacquate il basilico. Nel mortaio cominciate a pestare l’aglio con un filo di olio, quando ben pestato si aggiungono le mandorle, e se troppo asciutto, un altro filo di olio. Aggiungete quindi il basilico e i pomodori, aggiustare con sale e pepe, aggiungere ulteriore olio (abbondante) e il pecorino poco alla volta.
Procedimento con il mixer: mettete i pomodori e aggiungete il basilico, le mandorle, gli spicchi d’aglio e frullate tutto fino a che otterrete un composto omogeneo. Unite anche il pecorino grattugiato, mescolate e versate il tutto in una ciotola.
Salate, pepate e versate un filo d’olio extravergine d’oliva mescolando con cura fino alla consistenza desiderata.
Conservate il pesto alla trapanese in frigo per 2/3 giorni oppure potete congelarlo, però ricordate che appena scongelato deve essere utilizzato.