Calcio: Panchine inquiete


Archiviata la stagione 2017/2018 un’altra sta per iniziare. Acquisti, cessioni, giovani da valorizzare, ma prima ancora le panchine da programmare al meglio. Le squadre di serie A stanno facendo le opportune valutazioni, sulle attuali guide tecniche, per decidere se continuare con gli stessi allenatori o magari optare per un cambiamento.
Quasi tutte hanno deciso di rinnovare la fiducia ai precedenti mister. Quattro sono le società che non hanno ancora sciolto la riserva. Il Sassuolo, nonostante abbia centrato l’obiettivo salvezza con Iachini, va verso la separazione. I neroverdi hanno come prima scelta Roberto De Zerbi che ha dato ufficialmente l’addio al Benevento. L’Udinese è ancora incerta se confermare la panchina di Igor Tudor, subentrato ad Oddo a poche giornate dal termine del campionato. Il Cagliari con ogni probabilità invece saluterà Diego Lopez e sta lavorando su Juric, Maran e l’ex della nazionale Ventura. Il Bologna, dopo l’esonero di Donadoni, ha scelto di puntare sull’attuale guida del Venezia: Pippo Inzaghi. L’accordo verrà firmato e diventerà ufficiale dopo il termine della stagione per la squadra veneta, impegnata nei playoff di serie B. Scelta già attiva, dichiarata e metabolizzata quella di Aurelio De Laurentiis che ha sostituito, un po’ a sorpresa, l’inquilino della panchina del Napoli. Il divorzio doloroso, a fine stagione e senza chiarimenti, da Maurizio Sarri ha portato il patron del Napoli a stupire ancora una volta il suo pubblico, legando per i prossimi 3 anni al suo club il pluridecorato mister dall’imprinting internazionale Carlo Ancelotti. L’arrivo di un allenatore vincente del suo calibro ha sparigliato le carte sul tavolo, facendo saltare piani e convinzioni. Solo un nome così altisonante, capace di stimolare l’immaginazione ed i sogni dei napoletani, poteva oscurare, almeno in parte, il mito del Comandante.
Sarri, dal canto suo, pare sia sempre più vicino al Chelsea. Tuttavia la famosa clausola della discordia di 8 milioni di euro, che imprigiona il tecnico di Figline alla sua squadra del cuore, è scaduta il 31 maggio senza che nessuno, Abramovich compreso, impegnato a liberare i Blues da Antonio Conte, sia intervenuto a riscattarlo. Pertanto, gli eventuali futuri interessati dovranno trattare direttamente con il club azzurro per accaparrarsi il tecnico toscano che, altrimenti, rimarrà sul libro paga del Napoli benché inutilizzato.
Clamorose sono apparse le dimissioni di Zinadine Zidane da tecnico del Real Madrid, comunicate a sorpresa dopo neanche una settimana dalla vittoria della Champions. Il Real Madrid batte il Liverpool di J. Klopp 3 a 1 a Kiev ed alza al cielo la sua 13esima coppa Champions, la terza consecutiva per Zidane che, subito dopo i festeggiamenti, dichiara che dopo tre anni di successi è il momento di cambiare nell’interesse di tutti, per il bene proprio e dei Blancos. In pole position per la sostituzione ci sarebbe Mauricio Pochettino, tecnico del Tottenham, che ha rinnovato per la squadra inglese con una clausola rescissoria che lo libererebbe dal contratto in caso di chiamata proprio del Real Madrid.
Discorso a parte merita la panchina azzurra della nazionale italiana. Il neo ct Mancini comincia bene la sua avventura in Svizzera. Nella prima uscita contro l’Arabia Saudita l’Italia torna a vincere e a San Gallo si impone per 2 a 1 con reti di B & B, Balotelli e Belotti. Il risultato poteva anche essere più largo, soprattutto per quanto messo in mostra nel primo tempo. L’Arabia si è dimostrata poca cosa, ma la soddisfazione più grande è stato il ritorno di un Super Mario Balotelli di nuovo al centro del progetto Italia. Le buone premesse viste contro gli arabi sono state deluse il 1 giugno nella seconda amichevole contro la Francia a Nizza, un avversario decisamente più forte e più impegnativo. Una sconfitta per 3 a 1 che però non spegne l’ottimismo dell’allenatore sul futuro di questa nazionale. Vincere aiuta a vincere, aveva detto Mancio dopo la sfida con l’Arabia, ma le sconfitte aiutano a crescere. Si sta delineando una certa personalità tra i calciatori, vogliosi di colmare il gap e le differenze che ci sono con le formazioni più rodate e di maggior livello. E’ ancora presto, c’è molto da lavorare, il tecnico azzurro si dà un anno di tempo per essere competitivo, intanto l’Italia tornerà in campo domani 4 giugno alle 20,45 a Torino contro l’Olanda per la terza amichevole.