CookOut, un pasto al sole – Risotto con le zucchine e i loro fiori


Questa ricetta sembra fatta apposta per riconciliare i sapori dell’estate passata con quelli dell’autunno che ci ha raggiunto. La freschezza del basilico e la delicatezza delle zucchine e dei loro fiori, mescolata all’aroma dello zafferano – già tipico di una cucina più autunnale – ci avvolge già durante la preparazione, mentre durante la cottura sprigiona aromi che urlano “Mangiami! Mangiami!”. Come restare insensibili a questa preghiera così accorata? Vediamo allora di esaudire il desiderio di questo risotto che dalla padella sorriderà ai vostri commensali.

Cosa serve (per 4 persone):
320 gr di riso
200 gr di zucchine piccole
100 gr. di fiori di zucchina
3 – 4 foglie di basilico
1 bustina di zafferano
50 gr di parmigiano reggiano
1 scalogno
1 litro di brodo vegetale
100 ml di vino bianco oppure 25 gr di cognac
olio extravergine di oliva
20 gr di burro
sale, pepe

Come si fa:
Pulite, lavare, asciugare e tagliate i fiori a strisce non troppo sottili dopo averli privati del pistillo e tagliate le zucchine a rondelle oppure a fiammifero, in questo caso aiutandovi con la mandolina o un’altra diavoleria che troverete nella vostra cucina.
Fate appassire lo scalogno tritato finemente in una padella o in un tegame dai bordi non troppo alti, soffriggendolo brevemente in un giro d’ olio. Quando lo scalogno comincia ad imbiondire, aggiungete il riso e fatelo tostare per un minuto o due, ossia fino a quando i chicchi non saranno diventati traslucidi. Aggiungete le zucchine, quindi alzate la fiamma e sfumate con il vino o con il cognac, a seconda dei vostri gusti. Fate attenzione a far evaporare tutta la parte alcolica, quindi aggiungete le foglioline di basilico strappate a pezzetti con le mani e salate poco.


Nel frattempo avrete preparato un litro circa di brodo vegetale. Se non avete tempo o vi mancano le verdure ripiegate tranquillamente su un buon dado vegetale (di marca, possibilmente!), calcolando che un dado è la dose giusta per un litro di acqua.
Aggiungete il brodo vegetale necessario a coprire completamente il riso e rabboccate di tanto in tanto il brodo vegetale evaporato in modo che il riso rimanga sempre coperto dal liquido. Ricordatevi di mescolare di tanto in tanto per evitare che il riso possa attaccarsi al fondo. e questo succede è segno che state tenendo la fiamma troppo alta, per la gioia di Putin e di Italgas.
Due minuti prima della fine della cottura aggiungete lo zafferano e i fiori tagliati a listarelle. Regolate di sale e pepe e mescolate con un cucchiaio di legno. A fine cottura, con risotto all’onda, togliete il tegame dal fuoco e mantecate con una noce di burro. Spegnete la fiamma, lasciate scendere al temperatura a circa 60 – 65°C, quindi spolverate di parmigiano grattugiato e servite accompagnando con un Lugana di Sirmione o con un Erbaluce Brut.


Se non siete stati di braccino corto nel pesare il riso o se i vostri commensali hanno il piloro in sciopero, può darsi che avanziate un po’ di risotto. In tal caso, senza farlo sapere al contadino (che ha già i suoi grattacapi con le pere) la sera o il giorno dopo mettete un velo d’olio in una padella antiaderente, lasciatelo scaldare finché non sta per fumare e buttateci il riso avanzato, facendo molta attenzione agli schizzi che possono anche essere devastanti! Schiacciatelo sul fondo con una paletta e poi smuovete appena quella specie di focaccia che si sarà formata per permettere all’olio di passare al di sotto del riso. Dovrete pazientare alcuni minuti, dipendentemente dalla temperatura raggiunta, poi con la paletta girate il riso. Se l’operazione riesce bene vi troverete una specie di frittata che si girerà agevolmente tutta insieme, altrimenti non preoccupatevi troppo e giratelo a pezzi. In sostanza si deve formare su entrambi i lati una crosta croccante ma non bruciata. A questo punto passate il riso nel piatto, evitate la bestemmia del parmigiano sul riso fritto (c’è già dentro! ce lo avete messo ieri, ricordate?) e godetevi in beata solitudine questa prelibatezza.