Il Napoli riparte da Genova


Il fallimento del Napoli nell’incontro casalingo contro la Lazio di Maurizio Sarri lascia l’amaro in bocca. Come nello scorso campionato i biancocelesti superano i campioni d’Italia. Nella gara valida per la 3 giornata, i partenopei soccombono con due gol segnati da Luis Alberto e Kamada, altri due gol sono invece annullati dal Var per fuorigioco di pochi centimetri.
Nel primo tempo il Napoli aveva preso in mano la partita mettendo pressione agli avversari e recuperando palloni alti. Il dominio dei campioni d’Italia viene rotto solo dalla magia di Luis Alberto che spacca la partita. Il pareggio però è immediato: il Napoli reagisce e con Zielinski centra l’1-1. La partita si accende, il finale del primo tempo è un susseguirsi di azioni pericolose. La ripresa inizia col botto, Zielinski sfiora il raddoppio ma è la Lazio invece a trovarlo con Kamada. La squadra di Garcia non reagisce più. Quello che si vede è un Napoli irriconoscibile che da quel momento, alla sua prima sconfitta in campionato, si spegne e perde la vetta della serie A a quasi un anno di distanza.
Diversi i calciatori partenopei sottotono, poco aggressivi, e molto imprecisi in attacco.
Gli azzurri possono recriminare per una pessima fase difensiva e per avere sprecato diverse buone occasioni da rete, l’ultima col nuovo acquisto Lindstrom.
La sconfitta brucia ancora di più perché non è arrivata dopo una gara sfortunata, ma al termine di una prestazione non convincente, soprattutto nella seconda frazione di gioco. Tutti i calciatori azzurri erano comprensibilmente delusi, compreso Victor Osimhen. Il nigeriano, autore di una prova non entusiasmante, non ha nascosto la propria delusione scuotendo ripetutamente il capo e abbandonando il terreno di gioco visibilmente contrariato. Il centravanti mascherato non ci sta a perdere, lui si batte, combatte e crea quella differenza che nella partita con la Lazio non è riuscito a realizzare.
Dopo la sconfitta del Maradona, il tecnico Garcia è apparso comunque molto sereno in conferenza stampa. Per il francese si tratta della prima sconfitta sulla panchina azzurra e se proprio deve esserci un colpevole lui è l’indiziato principale, reo di non aver saputo accendere la luce in un momento di blackout totale dei suoi uomini.
Per tutti adesso è arrivata la sosta per la nazionale che deve condurre gli azzurri a riflettere su ciò che è stato fatto e su quanto si dovrà fare, in campo ma anche sul mercato. Inoltre una valutazione seria e concreta dovrà riguardare gli stimoli e le motivazioni di questa squadra che deve tornare ad un gioco più corale e armonico, meno individualistico e spezzettato. Si riparte quindi il 16 settembre alle 20,45 con la trasferta di Genova con rinnovata fiducia e voglia di riscatto, all’inseguimento di Inter e Milan, attualmente appaiate al vertice della classifica ed impegnate alle 18,00 di sabato nel primo derby stagionale. Stop ai passi falsi, gli azzurri devono sgombrare il campo dalle preoccupazioni e dimostrare di aver imparato la lezione. Uno sbandamento ci può stare ma subito dopo occorre riprendere in mano la situazione ed imporsi sull’avversario, magari dotandosi di una buona dose di freddezza e di cinismo.