La musica della sinistra


“O tempora, o mores!” dicevano i latini che sapevano le lingue. La frase non significa come molti credono “Era il tempo delle more”, che è invece una canzone portata al successo da Nicola di Bari molti anni or sono. La citazione vuole in realtà dire, parafrasando, che i costumi, le usanze insomma, cambiano coi tempi.
In effetti ricordiamo tempi neanche troppo lontani (eravamo già al mondo…) in cui quando esponenti del Partito Comunista volevano impressionare le platee citavano Marx, Lenin, Gramsci, qualcuno addirittura conosceva e citava Engels. Insomma, nomi grossi, la vera e propria nomenklatura dell’ideolgia di sinistra, la spina dorsale del Sol dell’Avvenire.
Poi i comunisti, a forza di cercare il Sol dell’Avvenire sono tramontati con esso e il loro posto lo hanno preso ominicchi che probabilmente questi filosofi e ideologi li hanno solo studiati nelle ore di filosofia senza mai cercare di conoscerli a fondo.
Così il partito dei pidioti ha perso buona parte della sua cultura in un mondo reale in cui la scuola da loro generata e cresciuta quella cultura l’ha distrutta. Ciò nonostante le citazioni sono ancora necessarie per mostrare il proprio spessore e intimidire gli avversari.
Anche la segretaria dei pidioti Elly Schlein non si è sottratta a questo dovere socio-culturale e ha fatto ben tre citazioni durante il suo discorso alla Direzione del partito.
Dimostrando il questo modo il suo spessore politico e culturale ha citato non tre illuminati filosofi, ma tre cantanti pop!
Citiamo testualmente ciò che scrive ilsole24ore.it: “Sono affezionata a un pezzo che dice tra la partenza ed il traguardo in mezzo c’è tutto il resto. E tutto il resto è ‘giorno dopo giorno, e giorno dopo giorno è silenziosamente costruire”, dice il segretario citando “Costruire”, brano del 2006 di Niccolò Fabi. Subito dopo, è stato il momento di “Le cose che abbiamo in comune”, di Daniele Silvestri: “Concentriamoci sulle cose che abbiamo in comune, che sono 4850”. Infine, la citazione di Diodato: “Se ai nostri elettori chiedessero di dedicarci una canzone, una di queste probabilmente sarebbe ‘Fai rumore’ di Diodato, che dice: ‘Fai rumore e non lo so se mi fa bene, se il tuo rumore mi conviene, ma fai rumore sì che non lo posso sopportare questo rumore innaturale tra me e te’. Anziché fare rumore di canto e controcanto tra noi, e lo dico a me per prima, proviamo a parlare di ciò che ci unisce con loro”.
Capito la segretaria? Questo sì che è parlare alla pancia del partito, come la ammoniva recentemente il suo predecessore Renzi. Altro che Marx o Gramsci: oggi la cultura è questa. Lo aveva già dimostrato la sardina Matteo Santori (a proposito, che fine ha fatto?) citando nomi semisconosciuti come un suo oscuro docente. In pratica si cita ciò che si conosce, non ciò che farebbe pensare. Il pensiero è spesso, oggigiorno, una cosa molesta: meglio starne alla larga, tanto gli elettori non capirebbero. Citiamo allora ciò che sappiamo bene e nessuno ci potrà nemmeno dire che la citazione è sbagliata.
La segretaria (ancora) in carica del Pd, che un paio di giorni fa si è autodefinita “giurista” in una trasmissione su La7, segue ormai questa linea.
Speriamo che eviti di citare Paperoga.
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Fonti:
ansa.it
ilsole24ore.com