Il progetto della Superlega fallisce ancor prima di cominciare


Andrea Agnelli, quasi a parafrasare Bruto il figlio di Cesare nell’atto del parricidio alle idi di marzo del 44 A.C, raffigurato su un murales nel tentativo di pugnalare un pallone e sembra d’udire la Lega Calcio dire all’ultimo dei rampolli di una delle famiglie italiane che hanno costituito la spina dorsale del Calcio….”Tu quoque Brute, fili mi….”. Ma stavolta la storia non sembra essersi ripetuta. (Il direttore).

Un castello di sabbia spazzato via in poche ore. Perez & soci davvero non si aspettavano un tonfo così grosso e goffo. Le 12 più grandi e blasonate squadre europee, ad eccezione delle tedesche, avevano messo su un torneo europeo di lusso. Solo teams di prima classe per macinare soldi, denaro e successo grazie a sponsorizzazioni e diritti tv. Dopo meno di 48 ore dalla sua presentazione si è scoperta la bufala: lo scopo era quello di creare una Superlega per superricchi ed occultare la povertà, anzi la super povertà, dei partecipanti con i loro bilanci in rosso. Tutto questo in barba al tanto sbandierato fair play finanziario e a chi lo applica.
Tre le squadre italiane coinvolte, manco a dirlo Juventus in testa, Milan ed Inter. Tutte e tre tanto grandi quanto la loro esposizione bancaria.
Dopo tutto il polverone alzato la situazione sembra totalmente rientrata, ma non è detto che non ci riproveranno.
Cosa rimane di tutta questa faccenda? Sicuramente il compiacimento di De Laurentiis per non essersi fatto coinvolgere in questa losca impresa, no che non ne sia rimasto forse affascinato, ma si è defilato giusto in tempo per uscirne indenne.
Ma la soddisfazione più grande resta la super brutta figura confezionata da Andrea Agnelli, Presidente del club italiano più sofisticato: la Juventus appunto. Il suo atteggiamento, borioso, strafottente, arrogante ed anche maleducato rivolto al Presidente della UEFA Ceferin, mentendo prima e negandosi dopo al telefono, cancella ogni identificazione con il tanto celebrato “stile Juventus”. Questo mood da principio, grazie a colui che lo impose e rese celebre, l’Avvocato per intenderci, era inteso nella sua accezione di classe, eleganza, signorilità, savoir faire. Oggi grazie alle gesta dell’attuale Patron bianconero lo “stile Juventus” è identificabile con imbroglio, sotterfugio, prepotenza, scorrettezza, slealtà. Insomma la vecchia Signora è scesa dal piedistallo, anche se noi ce ne eravamo accorti già da un pezzo.