Calcio – Napoli, tutti insoddisfatti


Dopo la brutta sconfitta subita lunedì di Pasquetta dagli azzurri in casa ad opera dell’Atalanta, a Napoli il sentimento più diffuso è quello dell’insoddisfazione. Il 2 a 1 inflitto dai Gasperini boys non solo ha fatto andare di traverso ai napoletani casatiello e pastiera, ma ha dato anche la stura ad una serie di tensioni che sono venute allo scoperto. Fuori da tutte le competizioni di stagione, per le quali si auspicava di giungere almeno in semifinale, la difesa del secondo posto è diventata l’unico obiettivo per evitare un’annata fallimentare. Se l’esclusione di Insigne dall’ultimo match era apparsa una buona scelta, a fronte del gol di Mertens, la possibilità che rimanga fuori nell’anticipo di oggi alle 12,30 contro un disperato Frosinone per un risentimento muscolare, che tanto ricorda i tormenti del giovane Icardi, è indicativa di una vera e propria frattura.

In ambiente Napoli anche la preparazione atletica preoccupa e sta rivelando segnali di allarme: oltre il 60° la squadra entra in crisi, va in affanno e sparisce dal campo. Troppi malanni muscolari si sono registrati quest’anno: dall’indisponibilità di Albiol, alla recidiva alla spalla di Chiriches, per non parlare di Ghoulam mai al 100%.

Dicevamo, ovunque traspare insoddisfazione: Ancelotti nel dopo partita si è dichiarato non soddisfatto della prestazione offerta dalla squadra, sia in difesa che in attacco, lamentando mancanza di stimoli e motivazioni. Ma chi dovrebbe infonderli se non l’allenatore? A tratti è sembrato che il mister stesse commentando una compagine avulsa da sé. Ma non si era impegnato a valorizzare la rosa? Già a Dimaro il neo allenatore affermava l’assoluta completezza e competitività del gruppo, ma c’è Verdi ancora in cerca di una posizione, come pure Ounas e Younes. Hamsik e Rog sono andati via a gennaio con l’assenso di Ancelotti e senza che la società si sia preoccupata di sostituirli, sottovalutando il problema venutosi a creare a centrocampo. A questo punto, seppure pluridecorato, questo tecnico deve fare un po’ ammenda per la sua personale insoddisfazione. Il Napoli di Sarri, quello dei record, ben organizzato con i titolarissimi, aveva dato molto, troppo e forse non erano immaginabili margini di miglioramento senza l’innesto di qualche giocatore dal profilo elevato inserito qua e la nei tre reparti difesa, centrocampo ed attacco. Ma il nuovo allenatore “aziendalista” ha ritenuto che quella stessa rosa potesse essere valorizzata facendo giocare tutti. Gli stessi che rimangono insoddisfatti e fanno fatica a ritrovarsi giungendo ad autodefinirsi “normali” (Mertens n.d.r.) quando hanno esaurito alibi più convincenti.

I più delusi comunque rimangono i tifosi che hanno visto spegnersi ad una ad una ogni speranza ed ambizione, soprattutto hanno assistito all’evanescenza di quel gioco che tanto ha esaltato la platea di Fuorigrotta e tante altre platee europee.

Sia ben chiaro di questo Napoli salviamo, oltre l’ottimo girone di Champions, quanto fatto per giungere piazzato in campionato: e non è poco!

L’imperativo adesso è ripartire, programmare un altro ciclo e ricostruire dai pilastri inamovibili, con idee chiare nelle cessioni e negli acquisti prima di lanciarsi sul mercato per trovare il campione giusto che potrà fare la differenza. C’è un delta da colmare e per questo Ancelotti può essere il riferimento e la garanzia, perché le cose belle accadono a chi ci crede.