Calcio – Si scrive Europa League, si legge Siviglia


Si conclude l’Europa League edizione 2019/2020 e ad alzare il trofeo nella finalissima di Colonia è ancora una volta il Siviglia.

La squadra andalusa sembra fatta apposta per questo torneo: sei volte in finale e per altrettante volte vincente nella sfida conclusiva. Si attesta il dominio del Siviglia in una competizione dove non conosce rivali. Questa volta si è incoronata regina dell’ E.L. grazie alla vittoria per 3-2 ai danni dell’Inter.

Parte bene la squadra di Antonio Conte con la rete su rigore di Lukaku. Poi si fa raggiungere e superare con una doppietta di De Jong. Il primo tempo vivace e combattuto si chiude con il pareggio di Godin. Nella ripresa il ritmo cala. Dopo un tentativo interista fallito, sempre dall’attaccante belga che non riesce a superare Bounou, al 74′ una rovesciata di Diego Carlos è determinante. Il gesto atletico del brasiliano, difensore del Siviglia, viene deviato da un intervento sfortunato di Lukaku che con un autogol agevola il lavoro agli spagnoli e condanna i nerazzurri, facendo sfumare il sogno europeo dell’Inter.

Al Siviglia la sesta Europa League e all’Inter il solito secondo posto che, per dirla alla Conte, sa di primo posto dei perdenti. Non riesce l’impresa alla squadra del tecnico pugliese che, a dieci anni dal triplete avrebbe voluto riportare un trofeo internazionale ad Appiano Gentile e festeggiare il suo primo personale. A noi resta il rammarico di non aver visto trionfare in Europa una squadra italiana che ha ben figurato durante tutta la competizione beffata ad un passo dal traguardo.

Dopo l’amara sconfitta, profondamente deluso, l’allenatore nerazzurro riferisce che la differenza fra due squadre, in fondo equilibrate, l’ha fatta l’esperienza del Siviglia a giocarsi abilmente le finali. Lo stesso tecnico poi, dopo i dovuti ringraziamenti alla società per le opportunità offerte, ha fatto chiaramente intendere che, visti anche i recenti dissapori, il suo futuro potrebbe non essere più a Milano o addirittura potrebbe decidere di dedicarsi alla famiglia piuttosto che al calcio.

Per lavorare bene occorre armonia quella che evidentemente dovrà essere ritrovata nell’ambiente, in mancanza le strade dell’Inter e di Antonio Conte si divideranno.

Valuterà Zhang a mente fredda, assieme alla dirigenza, la scelta migliore per il bene della società. Conte infatti è ancora legato alla squadra del biscione per altre due stagioni, con uno stipendio da 12 milioni netti l’anno, ma sul libro paga c’è anche Spalletti fino al 30 giugno 2021, pertanto, se ci sarà un addio, bisognerà trovare un accordo che non gravi troppo sulle casse nerazzurre.

In caso di separazione si sta facendo strada l’ipotesi che Marotta possa sostituire sulla panchina nerazzurra il tecnico salentino con Massimiliano Allegri, che prese il posto di Conte anche alla Juve conseguendo grandi risultati.