Calcio – ll Napoli è agli ottavi di Champions ma la crisi non si spegne


Re Carlo Ancelotti termina la sua avventura a Napoli. A pochi minuti dalla vittoria in casa per 4-0 contro il Genk, con una tripletta di Milik e un gol di Martens, che ha permesso al club azzurro di partecipare agli ottavi di Champions League, è stato esonerato. Si potrebbe ipotizzare un gesto di un ambiente schizofrenico. In realtà, l’allenatore dal blasone vincente paga l’insoddisfacente settimo posto in campionato e l’ammutinamento della squadra a cui non ha saputo opporsi.

In questa baraonda hanno sbagliato tutti: De Laurentiis, il tecnico e la squadra.

Il Presidente ha contribuito, in prima persona, a creare malumori e tensioni accusando Mertens e Callejon di voler fare “marchette in Cina”. Successivamente ha proseguito ad aizzare gli animi con l’idea del ritiro, per finire poi con l’accanimento delle multe ai rivoltosi. Una linea dura che non poteva sfociare in nulla di buono.

Anche ad Ancelotti però è ascrivibile una parte di responsabilità. A parte i dissidi, reali o presunti, creati nello spogliatoio, re Carlo ha la colpa di aver operato troppi esperimenti sulle formazioni che si sono avvicendate partita dopo partita.

Non da ultimo una buona parte di colpa è riservata alla squadra che, dall’ammutinamento alle successive deludenti performance, non ha mai dimostrato di essere uscita dalla crisi.

In questo doloroso stallo di risultati, che ha decretato il fallimento del progetto De Laurentiis/Ancelotti, con responsabilità diffuse e condivise, il primo ed unico atto possibile rimane quello di cambiare la direzione tecnica della squadra. In alcuni casi infatti separarsi è necessario per evitare inutili ed ulteriori sofferenze. In tale contesto, quindi, è maturato l’avvicendamento sulla panchina azzurra che da Ancelotti passa a Rino Gattuso che eredita una situazione non facile. Ora poco importa capire dove si è sbagliato, il Napoli deve cambiare pagina. Il nuovo obiettivo è crescere col nuovo tecnico. Ringhio Gattuso, rabbia e grinta da vendere, è stato chiamato per rimediare ad una stagione complicata, per risalire la china sia in termini di risultati che di gioco. Una missione molto difficile per la quale servirà tanta concentrazione ma soprattutto tanta fatica.

Il tecnico calabrese alla sua prima partita al San Paolo contro il Parma si affida al 4-3-3 tanto congeniale al capitano Insigne. A centrocampo schiera Ruiz, Allan e Zielinski mentre l’attacco vede titolari Insigne, Milik e Callejon. L’esordio di Gennaro Gattuso purtroppo non è coronato da un successo. Dopo soli 4 minuti il Napoli prende un gol e perde Koulibaly, costretto ad uscire dal campo zoppicante e sostituito da Luperto. Gli azzurri cercano di reagire ma sono lenti e senza idee. Si riscontrano voglia ed entusiasmo ma difettano velocità e gioco. Una mentalità chiusa che vede uno spiraglio di luce con l’inserimento di Mertens a sostituire Allan. Ed è proprio del belga l’assist per Milik che pareggia. A tempo scaduto il Napoli si fa sfuggire una ripartenza del Parma che al 90+3, in pieno extra time, fa suo il bottino dei tre punti a disposizione.

La sfida si chiude 2-1 per gli ospiti ed il Napoli incassa una sconfitta, tutto sommato, immeritata. La crisi si fa profonda e si apre un periodo fatto di dure sessioni di lavoro per il neo allenatore azzurro per tentare di ricostruire l’armonia e la mentalità di una squadra che appare sempre più confusa e disorientata.