Matrimonio trash e Comune ipocrita fa 96: qualcosa non quadra


Pochi giorni fa è stato celebrato a Napoli il matrimonio tra il cantante neo melodico Tony Colombo (33 anni) e Tina Rispoli (43 anni), vedova del boss della camorra Gaetano Marino passato a miglior vita nel 2012 a seguito di un agguato.
I due si sono conosciuti nel 2015 e si racconta di un vero e proprio colpo di fulmine. Nonostante questo ci sono stati degli avvertimenti visto che non a tutti è piaciuta la loro frequentazione: Tina e Tony hanno ricevuto dei colpi di arma da fuoco come avvertimento che hanno raggiunto lo studio di registrazione del cantante neo melodico e i detrattori apostrofano Tina come una sfascia famiglie. Il cantante, infatti, è reduce da un precedente matrimonio dal quale aveva avuto dei figli e Tina, inizialmente, era stata accolta in famiglia come una zia. Insomma, chi critica, non può fare a meno di sottolineare tutto ciò.
Sia come sia, i due neo sposi hanno deciso di celebrare le nozze al Maschio Angioino, addirittura chiedendo che fosse il Sindaco Luigi De Magistris ad officiare il rito civile, per poi approdare alla proseguire alla Sonrisa, il famoso castello del defunto Boss delle Cerimonie.
Ovviamente, del resto coerentemente ai personaggi, si è trattato di un matrimonio sopra le righe, con tanto di festa prematrimoniale pubblica tenuta nella piazza del Plebiscito, corteo, flash mob a cui hanno partecipato frombolieri, carrozze trainate da cavalli bianchi, trombettieri e svolazzi di colombe.
Tutto quanto fa spettacolo, si sa, e gli unici a non sapere chi fosse Tony Colombo e la promessa sposa pare fosse il Comune di Napoli.
Scoppiato il caso del matrimonio trash sui social, il Comune ha preso le distanze e, addirittura, multato di 32000 euro la coppia per occupazione abusiva di suolo pubblico, disturbo della quiete e ogni altra possibile infrazione amministrativa ravvisabile.
Tutto, pur di prendere quanto più possibile le distanze da una cerimonia prima autorizzata e poi rinnegata.
Ma come potrebbe essere mai possibile che il comune non sapesse della cerimonia e chi fossero i promessi sposi se é stato officiato una cerimonia per la quale, per legge, è necessario fare delle pubblicazioni?
Possibile che solo a scandalo scoppiato, il Comune si sia reso conto a chi avesse concesso l’uso della piazza Plebiscito e del Maschio Angioino?
La cosa è talmente incredibile che la Procura ha aperto un’indagine e i Carabinieri hanno sequestrato gli incartamenti delle autorizzazioni rilasciate proprio dal Comune per verificare se ci sono responsabilità e connivenze.
Se si può infatti pacificamente credere che il Sindaco non avesse contezza della situazione e, difatti, non ha officiato in persona la cerimonia nonostante gli sposi avessero fatto richiesta proprio della sua persona quale Ufficiale di Stato Civile celebrante, non é credibile che al Comune nessuno avesse contezza di chi fossero Tony Colombo e Tina Rispoli. Insomma qualcosa non torna e di questo il Sindaco, consapevole o meno che sia, resta responsabile.
Del resto, caro Sindaco De Magistris, i conti non tornano neppure se invochiamo la cabala perché festa di matrimonio fa 23 e Comune fa 73 e la somma dei due fa quindi 96.