Con De Magistris, Napoli mai capitale


Era solo due anni fa che il sindaco di Napoli Luigi De Magistris, leader di Democrazia Autonoma (Dem.A.) formazione politica di sinistra nata con l’intento di raschiare il fondo del barile della politica attraendo parlamentari e amministratori di area comunista e ex comunista delusi dai partiti (ma mai davvero decollata), aveva vaticinato che Napoli sarebbe diventata entro pochi mesi addirittura una capitale mondiale di efficienza nei trasporti. In quella occasione aveva chiosato con sicumera: «Ci saranno corse ogni 4 minuti sulla Linea 1 della metropolitana».
Mai una promessa fu tanto sonoramente smentita dai fatti poi accaduti.
Solo pochi giorni fa infatti, martedì 14 gennaio scorso per l’esattezza, un drammatico risveglio ha caratterizzato la città di Napoli e la giornata di migliaia di pendolari a causa della circolazione della linea 1 della metropolitana bloccata da un grave incidente accaduto verso le sette del mattino a Piscinola.
Addirittura tre treni, infatti, sono venuti violentemente in collisione tra loro per cause ancora da stabilire.
Fortunatamente solo uno dei macchinisti ha riportato ferite di una certa entità mentre per centinaia di passeggeri trasportati c’è stato solo molto spavento o, al più, qualche escoriazione.
Ma, come sarebbe, la città che doveva diventare un modello d’efficienza mondiale dei trasporti pubblici che invece, a distanza di due anni dalle tronfie dichiarazioni del Sindaco, restituisce il più pietoso degli scenari di gestione?
La situazione, se non ci fossero feriti di mezzo, susciterebbe davvero ilarità e sarcasmo.
E invece no, il tema dei trasporti pubblici è troppo importante per qualunque metropoli e Napoli non fa eccezione, ancor più se esiste una situazione di marasma totale cdi cui non si riesce a venire a capo.
Naturalmente De Magistris non è l’unico amministratore pubblico a essersi ricoperto di ridicolo perché, subito dopo l’incidente di martedì, ci ha pensato il governatore della regione Campania Vincenzo De Luca, un tempo comunista e oggi democratico di sinistra, a suo tempo già sottosegretario al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti del governo Letta, a fargli buona compagnia.
De Luca, infatti, ha offerto ben sei treni dell’EAV, l’Ente Auotonomo del Volturno (NDR: Società che gestisce il trasporto su rotaia regionale a cui afferiscono linee come la Circumvesuviana, la Cumana e la Circumflegrea) per compensare il forzato fermo (per chissà quanti mesi…) dei tre treni della linea 1 della metro coinvolti nell’incidente.
Queste le parole del governatore campano:
“Noi abbiamo in corso il collaudo di sei treni ristrutturati dell’Eav. Da sei mesi l’agenzia nazionale di controllo sul traffico ferroviario sta perdendo tempo. Se facciamo una pressione sull’agenzia e possiamo mettere in servizio sei treni nuovi, forse abbiamo la possibilità di aiutare a gestire il servizio che si è ridotto praticamente a zero. Su questo siamo pienamente disponibili a trasferire, nel servizio sulla rete metropolitana, questi treni di proprietà dell’Eav che dovessero essere collaudati a Roma”.
Peccato che i sistemi ferroviari delle ferrovie regionali e della linea 1 della metropolitana partenopea non sono intercambiabili tra loro e, dunque, quei sei treni a cui allude De Luca non sarebbero utili.
Insomma anche da parte di De Luca, in un momento drammatico della vita del capoluogo della Campania, una mera sceneggiata politica o la più palese ostentazione di grassa ignoranza.
Per ora l’unica cosa certa, a parte il caos in cui è piombata la città di Napoli e l’ennesima figuraccia fatta dal Sindaco (analoga, forse, solo alla flotta pro migranti di cui farneticava), è che la Procura di Napoli ha aperto un fascicolo ipotizzando i reati di disastro ferroviario, lesioni e di violazioni delle norme in materia di prevenzione degli infortuni sul lavoro.