Napoli: Approvato per il rotto della cuffia il bilancio di previsione. Marco Nonno lancia Rastrelli per il futuro della città


Nella notte di due giorni fa, al termine di una riunione tesissima, il bilancio di previsione 2020-2022 è stato approvato con lo scarto di un solo voto.
Alta tensione in aula (e fuori). Drammatici alcuni momenti.

Napoli – La svolta è giunta dopo metà nottata quando in situazione di sostanziale parità (che avrebbe comportato il commissariamento del Comune di Napoli) è arrivata un’ambulanza per il consigliere comunale Nino Simeone, reduce di un intervento al cuore, che forse per il clima rigido e la tensione non si sente bene.

Tira un sospiro di sollievo De Magistris che, con un voto contrario in meno, si salva per il rotto della cuffia ottenendo l’approvazione bilancio con un risicato 19 voti favorevoli e ben 18 contrari.

Ma, a parte il malore di Simeone, l’approvazione del bilancio è passata anche grazie alla spaccatura tra le fila di Forza Italia, con Salvatore Guangi che alla fine ha deciso di approvare la previsione proposta dal Sindaco uscente, e altri consiglieri berlusconiani che, quanto meno opportunisticamente, escono dall’aula poco prima del voto.

La tensione della seduta è alle stelle ed è costellata da appelli e da scaramucce, come quella tra il Consigliere comunale Marco Nonno (FdI), uno di quelli che si sono erti contro l’approvazione del bilancio previsionale allo scopo di far emergere le responsabilità della gestione De Magistris, e il giornalista de “Il Mattino” Luigi Roano.

Non del tutto chiare le ragioni dell’alterco ma, a quanto pare, Nonno avrebbe contestato a Roano di riportare in modo impreciso e fuorviante il suo pensiero.

Per chi si meraviglia sul perché tanta bagarre intorno a un bilancio previsionale, è bene ricordare che l’approvazione del documento significa confermare, di fatto, succulenti appalti alle partecipate del Comune di Napoli (ANM e ASIA in testa) e di nomine ai posti chiave della stanza dei bottoni del comune partenopeo.

Si tratta di “un piatto ghiottissimo, ricco di prebende e voti” come scrive il collega Adolfo Scuotto di Luzio su “Il Mattino” in data odierna (NDR: 13 dicembre 2020) anche perché, aggiunge Di Luzio, “è l’ultima occasione per De Magistris” e soci (aggiungiamo noi…) per gettare la propria impronta sinistra sulla gestione della città negli anni a venire, nascondere tra le pieghe del tempo gli effetti del loro malgoverno.

Le parole di Di Luzio fanno chiaramente comprendere di quali e quanti interessi si sta parlando e non serve dire altro a chi vuol leggere, anche se grossolanamente, tra le righe.

L’eredità che De Magistris lascerà alla nuova Amministrazione comunale, infatti, è pesantissima e rilevanti sono anche i debiti in termini economici e finanziari. 

Insomma se come auspicato da Nonno il nuovo sindaco di Napoli sarà Sergio Rastrelli (NDR: avvocato penalista, figlio del grande e compianto Antonio Rastrelli), avrà di che lavorare per risanare dalle fondamenta la città.

Ma la responsabilità di tutto ciò, impedendo finalmente di svoltare pagina, è solo ed esclusivamente di Forza Italia che ha salvato in zona Cesarini uno dei peggiori sindaci che la storia partenopea ricordi e ha così consentito di estendere, tra l’altro, l’ombra del suo mal governo anche sulla prossima gestione.

Della poca coerenza politica, delle fumoserie e delle cineserie, dei piccoli opportunismi politici, dei giochini di potere la destra napoletana vera – quella storica – oggi costituita essenzialmente da Fratelli d’Italia, dovrà ricordarsene in futuro: la destra partenopea ora davvero sa che non può contare su eventuali alleanze inaffidabili.

E alle oramai prossime elezioni comunali (NDR: si voterà nel corso della prossima primavera) se ne dovranno ricordare anche tutti quei napoletani che, nonostante siano stati delusi delle gestioni a firma De Magistris, sono rimasti alla finestra senza dare sostegno politico a chi, come Nonno, avrebbe avuto modo di far emergere le criticità immediatamente, attraverso l’istituto del commissariamento consentendo, forse, di cambiare le cose sin dalla prossima gestione della città.