Gocce di Chioggia su di noi


E’ sempre difficile parlare di avvenimenti legati alla propaganda (di qualsiasi tipo) senza cadere nella trappola di fare a nostra volta propaganda.
Come si fa, ad esempio, a discutere di religione senza esprimere pareri – favorevoli o contrari, non importa – che finirebbero comunque per mostrare uno schieramento a favore o contro la religione stessa?
Lo stesso accade per la politica: avrete notato come nessun commentatore può dirsi completamente estraneo alle idee di questo o quell’esponente di un partito, finendo dunque col mostrarsi più o meno fazioso nei dibattiti ai quali partecipa.
Naturalmente non è diverso se si parla di fascismo.
Il fascismo è morto, lo sanno tutti. Ma è uno di quei morti che ad alcuni – non molti, per la verità – fa ancora paura. Ricorda uno di quei nobili inglesi che anche da morto incute terrore ululando di notte tra sferragliar di catene, usci che sbattono e macchie di sangue. Finché non arriva qualcuno dotato di buonsenso che chiude le finestre per evitare le correnti d’aria e smacchia il tappeto con l’impareggiabile smacchiatore Pinkerton (chi ha letto “Il Fantasma di Canterville” di Oscar Wilde sa a cosa mi riferisco).
Questo paragone vuole sottintendere che i fatti spesso sono meno gravi o meno importanti di quanto alcuni vogliano far credere, ma soprattutto che il demonizzare eventi passati non sempre paga.
Come molti italiani assennati sanno, occorre andare a vedere un po’ più in là del proprio naso e ragionare con il proprio cervello prima di scagliare anatemi che inevitabilmente si infrangono contro il muro della logica.
Eppure esiste ancora una folta rappresentanza di quelli che il buon Guareschi (di cui in questi giorni ricorre il 49° dalla morte) definiva ‘trinariciuti’, ovvero gli irriducibili di sinistra che fanno voto di obbedienza cieca, pronta e assoluta al partito e alle idee che vengono loro inculcate come e peggio di un credo religioso.
A costoro la terza narice serviva, a detta del grande scrittore emiliano, “ha una sua funzione completamente indipendente dalle altre due: serve da scarico in modo da tener sgombro il cervello dalla materia grigia e permette nello stesso tempo l’accesso al cervello delle direttive di partito che, appunto, debbono sostituire il cervello”.
Ma veniamo ai fatti: la scorsa settimana, dopo un’infinità di polemiche il prefetto di Venezia ha imposto al titolare dello stabilimento balneare Punta Canna in località Sottomarina di Chioggia, il sessantaquattrenne Gianni Scarpa, di rimuovere le scritte e i simboli inneggianti al ventennio, compresa la famosa frase di Ezra Pound “Se uno non è disposto a correre qualche rischio per le sue idee o non è un uomo o le sue idee valgono poco” e frasi di puro buonsenso come “Legge, ordine e pulizia”.
Inutile dire che l’imposizione subita dal signor Scarpa suona un po’ ridicola al giorno d’oggi, e che – com’era logico – ha sortito l’effetto opposto, con la spiaggia che da giorni registrano il tutto esaurito, con buona pace degli alfieri dell’antifascismo militante.
La notizia fa il paio con quella dell’onorevole Fiano del PD che ha presentato una proposta di legge per mettere al bando tutto il merchandising riguardante il ventennio fascista, dai busti del Duce alle bottiglie di vino con l’effige di Mussolini fino ai calendari e alle cartoline con immagini del periodo fascista.
La battuta sfuggita all’onorevole Corsaro sulle ipertricotiche sopracciglia dell’on. Fiano (“Le porta così per nascondere i segni della circoncisione”), lungi dal voler essere razzista e antisemita (il padre di Fiano scampò ai lager nazisti) è semplicemente geniale, volendo con un elegantissimo volo pindarico sottolineare la specifica funzione della testa del collega parlamentare.
D’altro canto certe battute alcuni se le vanno a cercare: il voler a tutti i costi far passare per reato il semplice collezionismo di gadget di un’altra epoca, seppure da parte di elementi nostalgici, non può in nessun modo resuscitare il fascismo. I tempi sono ormai troppo cambiati e la mentalità degli italiani non potrebbe più in nessun modo venir condizionata da una propaganda che già ai tempi suscitava un’indulgente ilarità nei più.
Ma ciò che più di tutto risulta incomprensibile è come una certa sinistra si accalori su questi temi e cerchi a tutti i costi di dimostrare che il pericolo è incombente, che bisogna tenere alta la guardia per evitare rigurgiti di stampo nazifascista.
Il signor Scarpa, nei suoi piccoli comizî all’altoparlante dei Bagni Punta Canna, dichiarava in faccia a tutti le proprie idee, giuste o sbagliate che fossero, e la gente andava volentieri a passare le vacanze in una spiaggia pulita, senza assillanti venditori abusivi e senza sporcizia annidata tra la sabbia. I discorsi del Duce della balneazione a questo tendevano: a garantire il rispetto e la pulizia in un posto che tutti devono trovare confortevole. E infatti la gente continua ad andarci, anche più di prima, mentre la proposta dell’onorevole Fiano è già, dopo pochi giorni di auge, caduta nel dimenticatoio, e voglia il Cielo che non arrivi in aula dove rischierebbe di trasformarsi in un mostro gigantesco dove ogni partito tenterebbe di inserire e di far legalizzare le persecuzioni ai proprî nemici.
Già il Parlamento lavora poco e male, già è in arretrato e sovente viene rallentato da ostruzionismi stupidi e da dibattiti ai quali il miglior aggettivi che si adatta è ‘osceno’. Perché dobbiamo ulteriormente impastoiarlo con leggi inutili? Il reato di apologia di fascismo c’è già dai tempi di Scelba. E’ vero che allora non c’erano i mezzi di comunicazione di oggi e i social network erano al di là di ogni umano intendimento, ma santiddio, perché oggi si vuole etichettare come apologia la semplice esibizione di simboli e idee?
Come ho già più volte scritto, le idee sono libere, e tali devono rimanere. Perché allora non si introduce anche il reato di apologia di comunismo, dato che è stata l’idea politica che ha generato oltre 100 milioni di morti in tutto il mondo?
Nessuna religione è mai stata così cruenta, né l’islamismo corrotto dell’ISIS né tanto meno il cristianesimo becero dei crociati e della controriforma.
Le dittature di destra, per quanto esecrabili, sono delle verginelle a confronto, e re Leopoldo del Belgio ha ammazzato in africa ben più persone (oltre 50 milioni) di tutti i regimi fascisti del ventesimo secolo. Per non parlare dei fiumi di sangue versati nei tempi passati dagli imperi britannico e spagnolo che di fascista avevano poco o nulla!
Ma si sa: la storia la scrivono i vincitori, pertanto il babau da noi si è chiamato fascismo e non altro, quindi i vari Fiano che a ritmo costante si succedono da settant’anni a questa parte continuano a battere sulla grancassa sfondata dell’antifascismo, senza accorgersi di cadere nel ridicolo, come quando diventano paonazzi nel chiedere a gran voce di cancellare la scritta “Camere a gas” sui cessi dei Bagni Punta Canna, che in effetti ci sta pure bene!
Il grande scrittore Curzio Malaparte scriveva: “Esistono due tipi di fascisti: i fascisti e gli antifascisti”. Pensiamo che questa sia la migliore chiosa per inchiodare il coperchio sulla bara di questa immensa pagliacciata.