Il sindacato inutile


Sono ancora fresche le immagini che per giorni hanno intasato i telegiornali e le prime pagine dei quotidiani dopo il disastro della diga di Suviana. Non è certo questa la sede per recriminazioni o peggio ancora accuse rivolte a tutti e a nessuno: ci penserà la magistratura a indagare per disastro e omicidio colposo sperando che le responsabilità, qualora accertate, emergano in modo chiaro e pulito, evitando di trovare il solito capro espiatorio come siamo abituati a vedere da Longarone in poi, anche se personalmente ritengo che i subappalti in questo caso non c’entrino nulla, essendo quelle dei lavoratori che hanno perso la vita delle professionalità tecniche talmente specialistiche che non sarebbe stato possibile reperire risorse adeguate nella stazione appaltante.
Detto ciò, quello che veramente mi perplime è il comportamento tenuto fin da subito dai sindacati, che non hanno saputo fare niente di meglio che dichiarare quattro ore di sciopero in tutta Italia per sensibilizzare l’opinione pubblica e il governo.
Perché? Credono forse che dopo ore e ore di tg, con inviati che curiosavano anche nelle torbide acque del luogo dello scoppio, con l’assillante bollettino del conto alla rovescia dei dispersi, quasi che alla fine dovesse partire lo shuttle, l’opinione pubblica non fosse abbastanza sensibilizzata? E credono che il governo sia andato a brindare con caviale e champagne per le ennesime morti bianche? In un paese che si rispetti (e che si faccia rispettare) i sindacati avrebbero preteso di essere messi a conoscenza degli sviluppi delle indagini, chiedendo di conoscere le cause dell’incidente, e solo allora avrebbero dovuto pretendere un incontro con le parti sociali per esporre il loro piano di miglioramento delle condizioni operative in quei settori che ne abbiano necessità per evitare che una tale tragedia possa ripetersi. Questo poteva e doveva essere il modus operandi di un sindacato serio e responsabile, che avesse a cuore gli interessi e la salute dei lavoratori. Ma certo per poter operare in questo modo bisognerebbe essere in grado di elaborare piani, mettere in gioco idee, tutte cose che a quanto pare nel mondo sindacale latitano, al contrario dei mangiastipendio fabbricanti di tessere e servi di questo o quel partito, che invece sembrano allignare mica male in quella melma che è il sindacato italiano. Si badi bene che non mi riferisco agli impiegati dei sindacati, che il più delle volte svolgono un lavoro utile e meritorio verso gli iscritti: parlo dei Ca-Ca-Ca, capoccia, cacicchi e capibastone (per usare termini cari alla futura ex-leader dei pidioti), insomma di quelli che decidono e impongono agli altri le loro decisioni.
Se l’unica cosa che sanno offrire ai lavoratori è uno sciopero, allora è gente inutile, e come tale dovrebbe essere considerata non solo dagli iscritti, ma dalle stesse istituzioni, che a questo punto avrebbero il dovere di mettere in campo regole diverse per chi è deputato a gestire al meglio gli interessi dei lavoratori e dei pensionati. Cioè di tutti noi.