Il politico conservatore: passi indietro, passi calibrati e passo dell’oca


La questione Trump e il nuovo modello merito-aristocratico della Democrazia nel mondo.

Perfino un grande Paese come gli United States of America ha un problema di adeguatezza del modello democratico rispetto agli eventi globali e alla strutturazione di fatto del potere nel mondo. Come se la necessaria separazione dei poteri richiesta dalla democrazia sia troppo fragile rispetto a ciò che preme sul mondo globalizzato, iperantropizzato e ipermediatizzato.
Sembra che il sistema democratico sia in crisi. Qualsiasi sistema, sottoposto a prove estreme, rischia di rompersi. Il sistema aperto della democrazia non fa eccezione. Ma non ci sono alternative civili: questo abbiamo, per fortuna, e questo dobbiamo gelosamente conservare e fare evolvere.
Per il bene di tutti, in un sistema aperto, occorre considerare che si deve saper fare un passo indietro, anche se non lo si ritiene giusto e forse in parte non lo è davvero. La Democrazia non è una macchina.
I totalitarismi, quelli sì, sono macchine pericolose e deliranti. Lì non si fanno passi indietro: solo passi dell’oca, spediti, nel vuoto del baratro, della guerra e della distruzione.
La vita delle società, in presenza di forti urti dall’esterno, ad esempio la pandemia o la guerra, opta naturalmente per sistemi più chiusi e lascia tipicamente ai sistemi aperti le situazioni meno turbolente, ove operano le democrazie. Plurale, perché sono diverse, in gradi e tipologia.
Oggi siamo in pandemia, e la sospensione delle libertà democratiche è sistemica ovunque, anche negli USA.
Intanto, il Presidente Trump è stato oggetto di frodi elettorali? Si vedrà. Di certo esistono nel mondo grandi poteri, di fronte ai quali le istituzioni politiche vacillano. Il mondo è cambiato e i segni sono, soprattutto:
1. la triplicazione della popolazione mondiale avvenuta negli ultimi 50 anni, dopo una sostanziale stabilità almeno plurisecolare;
2. la naturale concentrazione mondiale avvenuta repentinamente in quasi tutti i settori dell’economia industriale in particolare e la nascita di leader mondiali in quasi tutti i settori industriali;
3. la nascita di colossi finanziari privati con peso superiore a quello della gran parte degli Stati (Blackrock gestisce un ammontare pari a oltre tre volte il patrimonio dello Stato Italiano e del suo PIL);
4. il fatto che le società di tipo 2. e 3. siano doverosamente gestite in modo imprenditoriale esclude a priori alcuni contenuti della Democrazia;
5. il sistema mediatico integrato tra web e telefonia individuale e cellulare;
6. e quindi il “Globantropocene mediatizzato”.
1.-6. sono tutti fenomeni fortemente destabilizzanti per sistemi elastici e mutageni, organici e non rigidi per loro “natura di sistema” come le democrazie mature, ove le varianze interne e gli adattamenti ai mutamenti esterni vengono elaborate in modo collegiale, professionale e maggioritario, cioè più lento e controllato.
Negli USA la crisi di riorganizzazione della specie umana e dell’economia mondiale, e la contemporanea particolarità del sistema elettorale (la “loro” democrazia), ha portato alla presidenza Trump (differenza tra grandi elettori e voti popolari), ma non dimentichiamo che, mutatis mutandis, l’equilibrio di quel sistema aperto democratico USA aveva già portato alla inattesa prima presidenza Obama. E il voto postale, in epoca pandemica, ha portato alla presidenza Biden.
In Nord Europa, il sistema aperto di gestione degli Stati denominato Democrazia regge molto meglio per una serie di motivi dovuti a minore complessità delle società, aggregato di riferimento, e per fattori di cultura civile ed elementi psico-sociali.
Il caso dell’Italia è invece divenuto progressivamente grave e subdolamente nascosto dalle stesse maglie sbagliate del sistema.
1. Un Parlamento che non rappresenta in molti modi la situazione dei consensi, peraltro volatili, ma pur sempre espressione del popolo;
2. governi dell’ultimo ventennio in gran parte scollegati dagli esiti elettorali e nominati su base di autorità degli organi dello Stato (Presidente della Repubblica);
3. elusioni sistematiche della separazione dei poteri necessaria al sistema democratico;
4. giustizia che non funziona;
5. Stato cannibale perchè non controllato dalle forze politiche elette come doveroso per evitare la tecnocrazia e l’arbitrio burocratico;
6. carenza di cultura di sistema e di strumenti democratici;
7. leaderismo e pessimo funzionamento dei partiti (anello necessario della democrazia, rappresentativa come altri non può che essere, al contrario di quanto propugnato del grillismo becero);
8. Evidente non qualità del personale politico;
9. inattuazione di istituti centrali della ormai vecchia Costituzione (domanda: come può una Repubblica essere fondata sul lavoro, che viene ormai determinato per natura altrove, causa globalizzazione e concentrazione industriale mondiale? E allora, cosa è questa Repubblica? E non parliamo soltanto di sacri valori, perché lo Stato Italiano significa anche circa 300000 € a famiglia di patrimonio e circa 60000 di reddito equivalente annuo in servizi reali…);
10. Confluenza patologica tra deep-state e talune forze politiche (caso Palamara, ad esempio);
11. Processi elettorali che si svolgono in pochi giorni per selezionare programmi e persone che richiederebbero almeno l’orientamento da parte di più efficienti strutture di più partiti per un tempo e una partecipazione certamente superiori;
12. Stampa legata a carri di potentati politico-economici (altrochè “quarto potere”…);
13. Fattori culturali di popolo, quali Individualismo e non sanata questione meridionale.
E abbiamo fatto 13!
Per i motivi suesposti, occorre rivedere in ottica globale (1.-13. sopra) tutto ciò che ci riguarda e che riguarda le istituzioni repubblicane, statali, civili e culturali di questo nostro Paese che è l’Italia, scambiando il clamoroso ritardo nell’attuazione della Democrazia con un balzo in avanti per una Democrazia adatta al Globantropocene mediatizzato. Occorre un nuovo modello, ove la democrazia si sposa con la scelta dei migliori per competenza e spirito di rappresentanza del bene della comunità.
Un nuovo tipo di democrazia, ove partiti totalmente risanati attuano la selezione dei migliori politici professionisti per le delicate posizioni di governo (indirizzo e vero controllo) della cosa pubblica. Largo al merito, e ai migliori (aristoi), al servizio onesto di tutta la comunità.
Così deve essere curata questa emergenza democratica. Senza passo dell’oca.