Pelé, un grande mito


Edson Arantes do Nascimento detto Pelé è considerato, insieme a Maradona, il più grande calciatore di tutti i tempi. Due campioni molto diversi tra loro, più atleta Pelé più giocoliere Maradona.
Nato il 23 ottobre 1940 a Tres Caracoes ma trasferito presto con la famiglia a Bauru, la mamma si chiamava Celeste ed il papà Dondinho, calciatore di un certo livello che però si infortunò presto seriamente ad un ginocchio.
Dondinho dovette lasciare il calcio e vivere di lavori saltuari che non assicuravano benessere.
Cresciuto in strada come tanti ragazzini brasiliani imparò a giocare con una palla di stracci. Ma tanto era il divertimento, che si dedicava al gioco con grande dedizione, cosi da farne passione della sua giovane vita.
Sì impegnò per imparare il meglio anche sotto la guida di Dondinho, che vedeva nel figlio chi avrebbe potuto sostituirlo nella sua sfortunata carriera. A quel tempo era soprannominato Dico, soltanto più tardi scelse il nome di Pelé.
Divenne capace di giocare indifferentemente con i due piedi ed assimilò prestissimo una tecnica straordinaria.
Giocò per alcune squadre minori ma quindicenne, non ancora formato fisicamente eppure già fortissimo nel trattare il pallone, venne acquistato dal Santos, la squadra per cui giocò quasi sempre.
Nel Santos crebbe ancora tecnicamente e raggiunse la maturità fisica entrando subito in prima squadra.
Convocato per i mondiali di Svezia del 1958, non ancora diciottenne, partecipò alla spedizione diventandone uno dei protagonisti di maggiore spicco.

Quel Brasile annoverava campioni stellari. La formazione tipo: Gilmar, Djalma Santos, Nilton Santos, Zito, Bellini, Orlando, Garrincha, Didi, Vava, Pelé, Zagallo. Undici giocatori di grandissimo talento. Era centravanti un certo Altafini (allora chiamato Mazzola) che poi divenne ben noto in Italia nel Milan. Altafini, allora ventenne, si infortunò nella prima partita e dovette così cedere il posto a Vava.
La Coppa fu un trionfo per i brasiliani: nella finale batterono per 5-2 la Svezia, squadra di casa, che schierava diversi giocatori che militavano in squadre italiane. Fra gli altri, Liedholm (che realizzò i due goal per la Svezia), Skoglund, Selmosson.
Pelè segnò un goal da favola e mise in mostra una fantasia ed una tecnica di altissimo livello.
Dopo questo exploit il Brasile cominciò a girare in tournée per il mondo per mettere in mostra i propri gioielli e Pelé sopra ogni altro.
Giocò così una infinità di partite con il Brasile e con il Santos superando largamente i mille goal segnati ufficialmente.
Con il Brasile vinse anche i Campionati del Mondo del 1962 e del 1970. Questi ultimi alla Azteca di Città del Messico contro l’Italia reduce dal successo per 4-3 sulla Germania. Quella volta Pelé segnò un goal di testa superando in elevazione il nostro Burgnich. Fu il solo giocatore a vincere tre Campionati del Mondo.
Soltanto alla fine della sua carriera giocò per un breve periodo con i Cosmos americani. Divenne dirigente della Federazione Calcistica del Brasile e, ricoprendo cariche governative nello sport, si prodigò per il calcio brasiliano mai dimenticando i giovanissimi che giocavano senza possibilità economiche per le strade.
Difficile fare un paragone con Maradona, Entrambi grandi, erano però molto diversi sia nel carattere sia come atleti. Al di là dei confronti si può dire tuttavia che Pelé rimane calciatore insuperato. Sì spense nel dicembre 2022 a 82 anni di età. La sua leggenda però non verrà mai meno.