“Ter(r)apeutica”, le intense poesie di Luca Chendi


“Ter(r)apeutica” è l’esordio letterario del giovane poeta Luca Chendi, che descrive con queste parole la sua raccolta di poesie: «Ter(r)apeutica, da Therapeuein, cioè terapeutico, (con quella erre tra parentesi, per indicare l’appartenenza alla Terra, a un suolo certo); nella sua etimologia greca originale, il termine ha tre significati, indicati anche da Foucault nell’Ermeneutica del Soggetto Ho ripreso questi tre significati, scegliendo di dividere la raccolta in altrettante sezioni. Il primo significato è ‘curare se stessi’: da qui il titolo della prima sezione, Repost | Dolore. Le tragedie e il dolore non si cancellano fino a diventare coesistenze terapeutiche. Il secondo è ‘mettersi al servizio di se stessi, ritrovare relazioni’: ecco il titolo della seconda sezione, Miele […] Il terzo significato è quello di ‘rendere la propria esperienza un culto’. Da qui il titolo della terza ed ultima sezione Tra i corti di Moretti». L’autore parla del sentimento del lutto offrendo una testimonianza intima del suo vissuto personale; il dolore, però, è solo una parte dell’opera: la tesi che Luca Chendi vuole dimostrare è che, al di là di ogni sofferenza, noi possiamo sempre rialzarci grazie all’incontro con l’altro. La vita ha senso solo se si può condividere il proprio percorso con chi si ama e ci ama, e in questo modo anche la perdita acquista significato, perché ci ricorda quanto è stato importante fare un pezzo di cammino con quella persona che ora rimpiangiamo. La poesia diviene la spinta per riflettere su di noi, su quello che abbiamo e su quello che non abbiamo più; l’autore ci ricorda anche di osservare meglio ciò che ci circonda, e di capire quando siamo felici, quando dovremmo assaporare la vita. Questa raccolta inizia con liriche malinconiche e struggenti: nella sezione “Repost | Dolore” si osserva da vicino la sofferenza, e si racconta la stasi di cui necessitiamo quando stiamo affrontando l’elaborazione del lutto; nella sezione “Miele” comincia l’apertura verso gli altri, la condizione essenziale per uscire dal vuoto, quella luce che ci permette di andare avanti, anche se il dolore ci paralizza. Nella terza sezione, “Tra i corti di Moretti”, impariamo cos’è davvero la vita, nel bene e nel male – «Se siamo, siamo in uno schiocco di dita in quello spazio incerto che si fa ospizio e ci divide che dice il millimetro di distanze tra di noi. Ora non ha senso la corsa il tempo batte il tempo del panico. È settembre: la vita imprimeva – anche lei sugli alberi – colori caldi di realtà. Guardarli ora è ritrovarci nell’attimo che torna, siamo anche noi i figli della terra».

Casa Editrice: Ronzani Editore
Collana: Lietocolle
Genere: Poesia
Pagine: 100

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Ter(r)apeutica


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Fonte:
Diffondilibro