Nodi e sassolini tra morti, politica e cronaca


C’è una divertente pagina web che si intitola “Il morto del mese”, che in chiave macabro – umoristica viene continuamente aggiornata con spiritosi necrologi dei personaggi che lasciano questo mondo. La fine di settembre è stata densa di avvenimenti che il sito ha puntualmente registrato, tra cui alcuni significativi per il panorama italiano, nel quale tanti nodi sono venuti al pettine. Limitandoci a soffermarci sui personaggi più noti, hanno lasciato questa valle di lacrime un filosofo catto-comunista con l’amante brasiliano, un ex capo comunista e un ex mafioso. Tra l’altro, il secondo che ho citato è stato anche Presidente della Repubblica per ben due volte (una e mezza, per la precisione) e si è fatto ricordare per operazioni non proprio cristalline prima e dopo il suo mandato.
Giorgio Napolitano è stato ministro degli esteri del PCI negli anni in cui a Botteghe Oscure affluivano copiosi i finanziamenti illeciti dell’URSS, come ha anche ricordato Bettino Craxi durante il processo che lo vedeva imputato. La ricchezza di risorse che ha sempre contraddistinto il partito comunista italiano era dovuta in buona parte proprio a quei finanziamenti, che Napolitano – sono sempre parole di Craxi – “non poteva ignorare”.
Un altro episodio risale al 2004, quando l’allora eurodeputato Napoletano ricopriva l’importante carica di presidente della Commissione Affari costituzionali a Bruxelles. L’esponente degli allora Democratici di Sinistra (PSE in Europa) intascava cospicui rimborsi anche per i biglietti aerei economici. Da un servizio di una TV tedesca si scopre che per una tratta Roma – Bruxelles con la compagnia low-cost Virgin Express del costo medio di 90 euro, il nostro percepiva un rimborso di 800 euro. In realtà non commetteva alcun reato ma sfruttava in modo a dir poco egoistico un regolamento europeo che all’epoca era molto generoso con gli europarlamentari.
Il servizio andò in onda in Germania il 17 marzo del 2004, mentre in Italia dovremo aspettare La Gabbia, su La 7, nel 2013.
Per togliere un altro sassolino dalla mia scarpa come da quella di tanti miei connazionali, ricorderò anche che il 1° giugno 2009 Napolitano ricevette al Quirinale il colonnello Mu’ammar Muhammad Abu Minyar ‘Abd al-Salam al-Qadhdafi, a noi noto semplicemente come Muhammar Gheddafi, in visita ufficiale in Italia, dove strinse un patto con l’allora premier Berlusconi contro la tratta dei migranti da parte dei trafficanti di uomini che già allora iniziavano a imperversare sulle coste meridionali del Mediterraneo.

Il patto durò meno di due anni, finché cioè la Francia non decise che era giunto il momento di eliminare un personaggio scomodo come il colonnello e la sua Giamahiria. Con la morte del dittatore libico, la posizione di Berlusconi (che lo sosteneva per interesse di Patria) fu indebolita, e da quel momento iniziarono i grandi inciuci transnazionali volti a rimuovere il Cavaliere da Palazzo Chigi, passando per i sorrisetti tra Sarkozy e la Merkel fino alle manovre del Presidente Napolitano, culminate con la nomina a sorpresa di Mario Monti senatore a vita poche ore prima delle dimissioni del Premier.
Fu quello che Berlusconi definì sempre “un colpo di stato silenzioso”, orchestrato con grande abilità, occorre riconoscerlo, e portato a termine dalle più grandi facce di bronzo che l’Italia repubblicana ricordi. Da allora e per oltre dieci anni (fino allo scorso Settembre con la vittoria di Giorgia Meloni) il nostro Paese non ha più avuto un governo espressione della volontà popolare, a dimostrazione che i metodi stalinisti di chi per decenni ha retto i fili della politica italiana sono sempre gli stessi di quando il maresciallo Tito veniva in visita a Roma e il PCI esigeva che lo Stato, dopo avergli regalato l’Istria gli pagasse l’albergo e pure le coperte.
Novantotto anni ha campato 98 anni, 4 volte James Dean e Salvo d’Acquisto (di cui tra l’altro si celebra la morte a poche ore da quella del Presidente emerito). Non è stato, dicevamo, un campione di specchiata onestà morale (al pari, vogliamo ammetterlo, di altri suoi predecessori) tuttavia il leccaculismo della politica gli sopravviverà a lungo, con discorsi di omaggio che nascondono le sue opere più negative dietro a una cortina molto spessa. Il cardinal Ravasi ha recitato un’orazione al suo funerale laico. Ravasi è colui che scrisse l’articolo “Cari fratelli massoni”. La cosa quindi non ci stupisce né ci addolora. Ci addolora invece il grosso lascito ereditario del caro estinto, ai cui parenti in linea diretta andrà un vitalizio stellare. Non siamo nemmeno troppo stupiti dell’omaggio di Franceso I° “Pampero” Bergoglio, il quale per la prima volta nella storia ha varcato le soglie del Senato per rendere omaggio alla laicissima camera ardente di un comunista scomunicato. Non ci risulta infatti che la scomunica di Papa Pio XII con decreto del Sant’Uffizio 13 luglio 1949 sia mai stata revocata, non essendo mai stata emessa alcuna nota ufficiale della Santa Sede, mentre lo stesso Concilio Vaticano II nella “Gaudium et spes” condanni fermamente le dottrine atee e materialiste.
E meno male che il paladino dei migranti non è andato a dare l’estremo saluto a quell’altro scomunicato che si è spento negli stessi giorni all’Aquila. Forse pregare per chi è responsabile di tanti omicidi (tra cui Giovanni Falcone e il piccolo Giuseppe Di Matteo) sarebbe stato davvero troppo. Meglio volgere lo sguardo ai migranti e alle loro sofferenze, gridare all’urbe e all’orbo che non vanno respinti come palline da ping pong, ma vanno accolti.
Cristianamente.
Tutti.
Orbene, atteso che il Vaticano possiede oltre 4000 immobili in Italia per un totale di 1 milione e mezzo abbondante di metri quadri, se cominciassero loro ad accoglierne qualche migliaio (visto che non pagano nemmeno l’ICI) sarebbe un aiuto apprezzabile. Ma il tristemente famoso proverbio “fai come il prete dice, non come il prete fa” continua a trovare la sua attualità anche in questi tragici momenti.
Talvolta qualcuno mi chiede perché continuo ad agitarmi e a scrivere queste cose, che intanto non succede nulla, non cambia mai nulla. Sarà, ma per non camminare troppo male qualche sassolino ogni tanto me lo devo pur togliere.
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Fonti:
www.ilmortodelmese.com
AD – Alberto Marzocchi, 26/09/2023