Il massacro di Bucha un anno dopo


Il presidente dell’ANPI (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia) Gianfranco Pagliarulo, dopo una prima nota stampa che esprimeva dubbiezze sulla matrice russa dell’eccidio avvenuto a Bucha (Ucraina) poco più di un anno fa, ritenne di dover precipitosamente rettificare le dichiarazioni rese precisando che erano invece ben noti i responsabili del massacro. Un cambio di registro per parare una improbabile uscita ideologica della primissima ora dal sapore di assoluzione, che di fatto chiedeva di sospendere ogni giudizio etico negativo nei confronti dei carnefici. 


L’ANPI è, dovrebbe essere, l’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia.
Essendo ormai deceduti il 99,999% dei partigiani, probabilmente si potrebbe dire che è un’associazione di cadaveri, che non ha più nessun senso di esistere, ma che tuttavia viene tenuta in piedi artificialmente per continuare a succhiare sovvenzioni allo Stato e a vari altri enti.
Il 4 aprile 2022, l’indomani della strage di civili perpetrata a Bucha dai soldati russi (non è chiaro se con o senza l’aiuto della Wagner), l’associazione diffuse il seguente comunicato:

“L’ANPI condanna fermamente il massacro di Bucha, in attesa di una commissione d’inchiesta internazionale guidata dall’ONU e formata da rappresentanti di Paesi neutrali, per appurare cosa davvero è avvenuto, perché è avvenuto, chi sono i responsabili. Questa terribile vicenda conferma l’urgenza di porre fine all’orrore della guerra e al furore bellicistico che cresce ogni giorno di più”.

Spiace doverci tornare a oltre un anno dall’eccidio, ma solo ora ci è passato sotto il naso questo comunicato. Quando lo abbiamo letto ci sono tornati alla mente i tempi dell’URSS con gli articoli vergognosamente ridicoli della Pravda e i comunicati allucinanti delle agenzie Isvestija e TASS. Non è possibile leggere queste oscenità senza provare disgusto per la malafede e per le falsità che ne traspaiono.

Che significa “appurare cosa davvero è avvenuto”? Non bastano le testimonianze e racconti dei sopravvissuti, che si confermano e rafforzano a vicenda?, Non bastano le parole di coloro che hanno visto la mattanza coi loro occhi sfuggendo per un pelo alla stessa sorte di quei poveri innocenti, donne, vecchi, bambini? Non è ancora sufficiente la documentazione degli orrori da parte dei fotografi e dei giornalisti sul campo, o le riprese aeree che inchiodano i macellai di Mosca alle loro colpe? Questa frase del vergognoso comunicato dell’ANPI non espone in modo critico e impersonale un dubbio, improbabile ma pure lecito se così fosse, ma la sgangherata volontà di far passare per incerto ciò che è orrendamente evidente agli occhi di tutti: la barbarie delle soldataglie di Putin e il loro voler considerare qualcosa di “normale” i crimini di guerra.

Come ha scritto Paolo Flores d’Arcais, “le centinaia cadaveri di civili trucidati recuperati a Bucha sono le Fosse ardeatine dell’Ucraina; il sangue innocente che esige per Putin e i suoi boia un processo di Norinberga”, come già deliberato dal tribunale dell’Aja che ha dichiarato il despota russo criminale di guerra spiccando nei suoi confronti un mandato di cattura internazionale.

Ma l’insulto all’intelligenza del comunicato ANPI non finisce qui: Perché è avvenuto? Veramente non lo capiscono? Sono davvero così stupidi, o preferiscono invece creare la cortina fumogena di un dubbio insensato l’evidenza del comportamento delle truppe di Putin? Gli abietti macellai zaristi quando non riescono a sfondare, e sono respinti dalla resistenza eroica delle inferiori forze ucraine, sfogano sulla popolazione inerme le loro frustrazioni e la rabbia per la sconfitta trucidando vecchi, violentando donne prima di ucciderle, e l’orrore ci fa tacere sul destino di molti bambini.

Ma gli ineffabili estensori dell’allucinante comunicato non si fermano certo qui: Chi sono i responsabili? E per caso Gesù Cristo non sarà morto di freddo, cari i miei Ponziopilati? Si resta davvero basiti e nauseati da un’ipocrisia che supera ogni possibile aggettivo: il responsabile nel inteso come mandante si chiama Vladimir Putin, non solo lo sa chiunque abbia occhi per vedere e orecchi per ascoltare, ma lo sanno anche i sassi. Inoltre si conosce pure l’esecutore materiale: il tenente colonnello Omurbekov Azarbek Asanbekovich, comandante dell’unità di fucilieri motorizzati 51460 della 64a brigata.

Di fronte al baratro di disgusto che le ignobili parole del comunicato dell’ANPI hanno provocato anche in parte dei tifosi del despota moscovita, il presidente dell’associazione, Gianfranco Pagliarulo, ha dettato all’Ansa una precisazione: “Sappiamo benissimo chi è l’aggressore, l’abbiamo sempre denunciato e condannato, anzi siamo stati probabilmente tra i primi a condannare l’invasione”. Ebbene, tale precisazione rientra a pieno titolo in quelle scusanti a posteriori che in veneto vengono inserite nella categoria “Xe peso el tacon del buso”, perché nel comunicato si “condanna fermamente il massacro”, come fosse ancora anonimo, e ci si chiede di “appurare cosa è avvenuto”, e il perché, e i responsabili, che esattamente l’opposto di dichiarare di aver fin dall’inizio indicato in Putin e nel suo esercito i massacratori di civili a Bucha. E infatti, anche nella “precisazione”, Pagliarulo pur dicendo che “sappiamo benissimo chi è l’aggressore” nel senso dell’inizio della guerra, ma non può dire “sappiamo benissimo e l’abbiamo detto, chi erano i responsabili della carneficina di civili a Bucha”.

Naturalmente una commissione d’inchiesta del Tribunale internazionale dell’Aja sta già lavorando per individuare le responsabilità individuali dei vari ufficiali e soldati, mentre quelle di Putin e del suo ufficiale sono più che lampanti. E il comandante dell’unità dei massacratori mai potrà opporre la giustificazione sempre avanzata dai criminali nazisti: obbedivo agli ordini. I tribunali internazionali sui crimini di guerra di tali “giustificazioni”, almeno per i comandanti e gli alti ufficiali, hanno fatto da tempo giustizia.

Il carattere disgustosamente ponziopilatesco della posizione dell’ANPI è confermata dalla frase finale del comunicato, che il suo presidente non ha nemmeno tentato di giustificare. Citando ancora Flores d’Arcais: “la mattanza di civili ucraini da parte delle truppe di Putin diventa una sfocata, indeterminata e anonima “terribile vicenda”. “L’orrore” diventa quello di una ancor più nebbiosa e indecifrabile “guerra”, non di una “invasione imperialistica mostruosa” (…), e il vero nemico è “il furore bellicistico che cresce ogni giorno di più”, di modo che la mostruosa invasione imperialistica, e l’eroica resistenza di un popolo abissalmente inferiore per numero e per armi, diventano equivalenti incarnazioni di uno stesso furore bellicistico”.
Se questa è oggi l’ANPI, meglio davvero smetterla di lasciare che persone che con la resistenza hanno poco a che fare giochino ai partigiani, chiudendola qui e lasciando che i morti seppelliscano i morti.

In ultima analisi, oggi i valori della resistenza si misurano solo in Ohm.
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Riferimenti:
https://www.anpi.it/index.php/lanpi-condanna-fermamente-il-massacro-di-bucha
https://www.anpi.it/index.php/pagliarulo-allansa-sappiamo-benissimo-chi-e-laggressore-labbiamo-sempre-denunciato-e-condannato