Quando l’illustratore diventa opinionista


Diritti civili e politica, aborto e astensionismo: Igor Belansky tra disegno e scrittura, la penna non cambia l’opinione.
Premessa di Antonio Rossello, opinioni di Igor Belansky.

Questa volta Igor Belansky sceglie di rinunciare ai suoi disegni graffianti di denuncia, per usare la sua penna per scrivere per i nostri lettori due sue, non meno significative, impressioni.

La prima (*) riguarda un dibattuto tema civile, quale l’aborto, a seguito del recente pronunciamento della Corte suprema statunitense; la seconda (**) verte invece sulla vasta disaffezione alla politica registrata in occasione delle appena passate elezioni amministrative.

Emerge da entrambe il parere del cittadino comune, di colui che è perennemente calato nella talora imperscrutabile pancia del nostro Paese.

È una visione forse non priva di contraddizioni, ma che tuttavia può essere oggi assunta come parte di una più ampia serie di questioni di rilevanza sociale, e dovrebbe indurre tutti noi a riflettere più a fondo sui diritti degli altri in una democrazia avanzata: la coscienza individuale o collettiva, la libertà di pensiero e di espressione, la tutela delle minoranze, ecc.

(*) “ABORTO

La Corte Suprema statunitense ha tolto la legge che permette l’aborto.
Secondo me si tratta di una decisione proibizionista.
Togliere la libertà di abortire legalmente non farà altro che incentivare l’aborto clandestino.
I ricchi andranno ad abortire all’estero.
Chi non se lo può permettere abortirà clandestinamente.
Secondo me, se gli anti abortisti pensano di eliminare così l’aborto si sbagliano di grosso.
L’aborto c’era e ci sarà sempre.
Adesso che è divenuto illegale, in America la situazione risulterà peggiore.
A mio avviso, sarebbe stato meglio se l’aborto avesse continuato ad essere controllato dallo Stato.
Igor Belansky”

(**) “ELEZIONI
Al di là di chi ha vinto e chi ha perso, penso che la notizia più importante sia quella dell’astensionismo.
Pochi sono andati a votare.
La mancanza di fiducia nella classe politica da parte della popolazione ormai è evidente.
Forse, la gente, che non è andata a votare, non crede più in nessun partito.
Questo risultato non fa fare bella figura neanche al governo che, secondo me, non dà garanzie nei confronti della popolazione media.
Il governo dà quindi l’impressione di curare di più che altro gli interessi della classe più abbiente.
Questa disaffezione è semplicemente un peccato, perché è come darsi la zappa sui piedi.
Però, è anche vero che la stanchezza è arrivata a un punto tale che il cittadino comune non ne può più.
Igor Belansky”