La giornata mondiale delle api: a loro affidiamo la nostra sopravvivenza


Nel 2017 l’ONU istituì la Giornata Mondiale delle Api (il World Bee Day), che si celebra ogni anno il 20 maggio, per ricordare il fondamentale ruolo svolto da questa specie nel mantenimento dell’equilibrio naturale. Oggi, a causa dell’impatto umano, questi insetti rischiano di scomparire.

«Se l’ape scomparisse dalla faccia della terra, all’uomo non resterebbero che quattro anni di vita». Non è certo che sia stato Albert Einstein a pronunciare queste parole, ma esse ben rappresentano il valore inestimabile che questi insetti rappresentano per la sopravvivenza del Pianeta. La Giornata mondiale delle api fu istituita in onore di Anton Jansa, allevatore e pittore sloveno del XVIII° secolo, pioniere delle tecniche di apicoltura moderne. Oggi questa ricorrenza ha ancora l’obiettivo di informare e sensibilizzare i cittadini sul ruolo di questi preziosi impollinatori, sempre più a rischio estinzione a causa dell’eccessiva antropizzazione del pianeta. Appartenenti alla famiglia degli imenotteri, le api offrono un contributo importante al mantenimento della biodiversità: si stima – infatti – che il 90% del cibo che mangiamo sia «frutto» del loro lavoro di impollinazione, messo in pericolo da cambiamenti climatici, inquinamento, malattie e uso intensivo di fitofarmaci. Secondo Greenpeace, solo in Lombardia negli ultimi mesi sono stati persi circa 10 milioni di api che non hanno più fatto ritorno nei loro alveari.
Gli insetti impollinatori (api, vespe, calabroni, bombici e altre specie) sono uno tra gli indicatori biologici della qualità dell’ambiente e rappresentano attualmente una delle emergenze ecologiche più importanti poiché non solo muoiono per cause naturali e ambientali (mutamento climatico, perdita e degrado degli habitat naturali, invasione di nuove specie), ma anche per mano dell’uomo. In appena 30 anni, dal 1980 al 2010, la popolazione mondiale di api e vespe si è ridotta quasi del 40%, come ricorda la Federazione Apicoltori Italiani.
Secondo dati rilasciati dalla FAI, gli apicoltori in Italia sono in costante aumento: ai circa 65mila censiti vanno aggiunti almeno altri 10mila che, specie tra i giovani, nonostante la pandemia, stanno manifestando il proposito di avvicinarsi a questo allevamento seguendo i necessari corsi di formazione. Non solo, è stato registrato anche l’incremento costante del patrimonio apistico nazionale che ha raggiunto la quota di 1.950.000 alveari per un valore stimato di 500 milioni di euro (dato rilevato nel censimento del 2020). Il punto critico dell’apicoltura italiana, però, è quello della produzione del miele, il cui valore potenziale annuo è atteso in circa 25.000 tonnellate e che invece, da ormai cinque anni, è soggetto a una costante riduzione dovuta alle avversità atmosferiche e ai cambiamenti climatici. Un problema sottolineato anche dalla Coldiretti, che ha messo in luce come gli effetti del “clima pazzo” abbiano stravolto le fioriture e ridotto alla fame almeno 50 miliardi di api solo in Italia. In particolare quest’anno, l’inverno bollente e la primavera segnata da ripetute gelate hanno creato in molte regioni gravi problemi agli alveari con le api che non hanno avuto la possibilità di raccogliere il nettare, a causa delle basse temperature che hanno danneggiato i fiori. Le anomalie del meteo che si sono registrate in tutto il territorio, dice Coldiretti, «hanno colpito le piante in piena fioritura con conseguenze sul raccolto di miele, mentre pioggia e vento hanno ulteriormente ostacolato l’attività di bottinatura delle api, per salvare le quali sono state somministrate sostanze zuccherine. Un intervento straordinario e costoso attuato con “biberon” di sciroppo a base di zucchero o miele distribuiti negli alveari per consentire la sopravvivenza degli sciami e delle stesse regine».
A lanciare un appello per la tutela delle api è anche il Wwf Italia. Grazie a loro e ad altri insetti impollinatori l’84% delle principali colture coltivate per il consumo umano in Europa è in grado di migliorare la qualità e i rendimenti di prodotti come frutta, verdura e frutta secca. Serve quindi uno sforzo che impedisca la scomparsa degli impollinatori e garantisca il futuro della nostra sicurezza alimentare. Nell’ambito della campagna Food4Future il Wwf invita i cittadini attraverso una raccolta di firme a chiedere alla Commissione UE il divieto di utilizzo dei pesticidi più pericolosi per le api e gli altri impollinatori, e più sostegno all’agricoltura biologica. Un’importante decisione per garantire la tutela degli impollinatori è prevista a breve in Parlamento con la discussione del Ddl n.988 (Disposizioni per la tutela, lo sviluppo e la competitività della produzione agricola, agroalimentare e dell’acquacoltura con metodo biologico), che potrebbe diventare finalmente legge.
In occasione della Giornata mondiale delle api, infine, anche Legambiente ha acceso i riflettori su questo problema mediante la campagna Save the Queen, dedicata alla tutela di questi preziosi insetti. Dopo la tappa di Amatrice, dove lo scorso giugno erano state consegnate 50 arnie a cinque apicoltori delle aree del centro Italia colpite dal sisma del 2016, l’associazione ambientalista e FRoSTA ne hanno donate altre 50 a cinque apicoltrici e apicoltori laziali che operano all’interno del sistema delle aree protette di RomaNatura e che ogni giorno lavorano nel rispetto degli ambienti naturali e della salvaguardia della biodiversità. La svolta non è più rimandabile. non farlo significa andare consapevolmente incontro a un disastro annunciato.