Ancora vergogna per Cassino: celebrati i “Goumiers”


Io nun capisco, ê vvote, che succede…
E chello ca se vede,
Nun se crede! nun se crede!
E’ nato nu criaturo niro, niro…
E ‘a mamma ‘o chiamma Ciro,
Sissignore, ‘o chiamma Ciro…

Da un post preso dalla pagina Facebook ‘Cassino Comunica’ (NDR: post poi rimosso dalla pagina):

14 maggio 2021, venerdì
“Il blu della bandiera francese: così questa sera Cassino veste la Rocca Janula per ricordare gli alleati francesi che combatterono nella Battaglia di Cassino.
Le forze francesi, con i 12.000 “Goumiers”, prendono Ausonia: in tal modo si trovano sul fianco dei tedeschi, che sono impegnati a fronteggiare gli inglesi. In mattinata i genieri della 4ª Divisione del XIII Corpo d’Armata britannico riescono a gettare un ponte galleggiante tra le sponde del Gari e a prendere l’abitato di S. Angelo in Theodice. Alle spalle del monastero i polacchi hanno l’ordine di desistere, per il momento, da ulteriori attacchi: c’è bisogno di riorganizzarsi. Tutte le agenzie internazionali di stampa danno ampio risalto alle operazioni belliche lungo il corso del Liri-Garigliano, in particolare nella zona di Castelforte.”

Tempo fa ebbi a scrivere su queste pagine un articolo per ricordare le vittime delle violenze perpetrate dai soldati marocchini inquadrati nei reggimenti francesi, i Goumiers che fecero strame della popolazione violentando indistintamente donne, bambine, uomini e capre. Testimoni dell’epoca raccontarono che i marocchini dovevano probabilmente avere una riserva di libido arretrata di anni per riuscire a comportarsi in quel modo: non guardavano in faccia né al sesso, né all’età, né tantomeno alla razza: umana o animale. Fu una tragedia penosa, in tutti i sensi.
Chi ha visto il film “La ciociara” ne ha avuto solo un piccolo ed edulcorato assaggio.


Ricordiamo l’antefatto. Dopo lo sbarco vittorioso di Salerno gli alleati attaccarono la “linea Gustav” a sud di Roma. Il perno difensivo tedesco sulla Gustav era rappresentato dall’abitato di Cassino, che controllava l’accesso alla valle del Liri, e dall’abbazia di Montecassino che sovrastava la valle e permetteva ai difensori di controllare i movimenti delle truppe nemiche. La valle era considerata l’unica via d’accesso agevole per le colonne di uomini e mezzi alleati in avanzata verso la capitale, e divenne quindi un caposaldo difeso tenacemente dai tedeschi: essi impegnarono per oltre cento giorni le forze alleate in un’accanita guerra di posizione che per lunghi momenti fu molto simile alla cruenta guerra di trincea che aveva contraddistinto la prima guerra mondiale.
Le “forze alleate” sospettavano erroneamente la presenza di reparti tedeschi all’interno del complesso abbaziale di Monte Cassino. Per questo motivo decisero un bombardamento massiccio del luogo. Questo cominciò la mattina del 15 febbraio1944: ben 142 bombardieri pesanti e 114 bombardieri medi rasero al suolo l’abbazia. Nel corso di questo trovarono la morte numerosi civili che avevano cercato rifugio all’interno dell’edificio, mentre all’esterno furono uccisi dalle bombe diversi soldati tedeschi e anche diversi soldati della divisione indiana degli alleati. Per merito dell’allora arciabate Gregorio Diamare, e del colonnello Julius Schlegel della Divisione corazzata “Hermann Göring”, l’archivio ed i più preziosi documenti bibliografici furono posti in salvo.
Il bombardamento si rivelò un tragico errore di tattica militare. Secondo lo storico Herbert Bloch, il bombardamento non fu solo un’operazione inutile dal punto di vista militare ma anche estremamente dannosa dal punto di vista strategico (fonte Wikipedia).
La battaglia per la conquista di Cassino durò cinque mesi e il bombardamento dell’abbazia fu solo un episodio di quella vicenda atroce che si concluse con lo sbarco di Anzio e la conquista di Roma il 4 giugno, precedendo di un soffio lo sbarco in Normandia (solo il generale Clark sapeva che questo sarebbe avvenuto il 5 giugno, sebbene il maltempo lo fece posticipare al 6. – N.d.R.)
Immediatamente dopo il cedimento della Linea Gustav, si consumarono gli orrori di Esperia e delle altre cittadine della ciociaria, che videro le donne (e non solo) martirizzate dalla ferocia delle truppe alleate di “Francia Libera”. Questi fatti, cantati anche nella famosa ballata “Tammuriata nira” hanno sconvolto l’esistenza di intere famiglie, di centinaia e centinaia di ragazze, donne e bambine che per tutta la vita hanno cercato inutilmente il perché di una vicenda così assurda, senza che mai nessuna autorità – alleata né men che meno italiana! – abbia mai speso una sola parola di riconoscenza, di biasimo per i maledetti stupratori, anche solo per alleviare il dolore di quella povera gente.
Nel maggio di quest’anno, a distanza di settantacinque anni, il Comune di Cassino ha voluto ricordare gli eserciti alleati che hanno compiuto questa ‘impresa’, illuminando per tre sere l’abbazia con i colori delle bandiere alleate. Pur capendo la necessità di sanare dopo tre quarti di secolo le ferite lasciate ancora aperte da quei fatti, mi domando come si possano ricordare proprio in quel luogo le forze armate francesi, e di conseguenza i “Goumiers” che con loro combattevano.
Solo chi non ha memoria può accendere quelle luci a Cassino.

Nel frattempo, le donne, i bambini, le bambine, gli uomini stuprati e violentati ringraziano.

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Fonte:
https://www.facebook.com/CassinoComunica/posts/4567890866583969/