Riscoprendo mia madre. Una figlia alla ricerca del passato


«Un atto d’amore di una figlia che testimonia il passato soppresso della madre rifugiata, una incalzante ricerca durata decenni per gettare luce sulle difficoltà taciute e i frequenti sradicamenti e restrizioni della vita di Rosa e di conseguenza sulla tragica storia di forse 350.000 abitanti della multietnica Istria, e in particolare Lussino, un’isola al largo della costa dalmata».

Casa Editrice: Les Flâneurs Edizioni
Collana: Bohémien
Traduzione: Sabrina Rega
Genere: Memoir
Pagine: 334
Prezzo: 18,00 €

“Riscoprendo mia madre. Una figlia alla ricerca del passato” della scrittrice canadese Caterina Edwards è, come affermato nella prefazione, «Un atto d’amore di una figlia».
In quest’opera, infatti, l’autrice racconta il suo cammino all’interno della storia della madre Rosa e quindi anche di tutti coloro che sono stati costretti all’esodo di massa dalla propria terra dopo la seconda guerra mondiale; un ignobile atto di pulizia etnica per il quale nessuno ha pagato. L’autrice intervalla le sue ricerche negli archivi, nella stessa Lussino – ora Lošinj – e nei luoghi in cui i suoi parenti ancora vivi le hanno raccontato pezzi di storie e di ricordi, con la narrazione del suo conflittuale rapporto con la madre e con la sua invalidante malattia: l’Alzheimer. L’opera è quindi sia un memoir che una testimonianza storica, che getta luce sul periodo per troppo tempo trascurato e minimizzato delle foibe e della diaspora degli italo-istriani. Mentre Rosa lentamente perde la memoria, sua figlia Caterina opera veri e propri scavi archeologici affinché i ricordi della madre possano riaffiorare in superficie; un lavoro faticoso che assorbe una buona parte del tempo dell’autrice, che sente l’urgenza di dover conoscere il passato della madre per potersi finalmente connettere con lei. Tra le due donne, infatti, non c’è mai stato un rapporto sereno: «Per anni ho avuto paura di diventare mia madre», afferma duramente all’inizio dell’opera; Caterina confessa di aver soppresso le sue emozioni per tutta la vita, per non somigliare alla madre, che era continuamente preda di scatti d’ira. L’autrice è cresciuta subendo una madre oppressiva, che controllava ogni aspetto della sua esistenza e che la giudicava e criticava di continuo. Quando la malattia della madre la costringe a trascorrere molto tempo con lei, si rende conto dei veri motivi di questi suoi comportamenti ossessivi, si avvicina a lei e ci offre il risultato di questo atto d’amore e di dedizione – «Ciò che mi fece cambiare direzione e tornare indietro fu il senso di una perdita incipiente. Mentre osservavo mia madre deperire mentalmente e fisicamente, nacque in me la voglia di conoscerla, di conoscere chi era realmente Rosa Pia Pagan Edwards».

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Riscoprendo mia madre


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Fonte:
Francesco Lavorino
Addetto Stampa Il Taccuino Ufficio Stampa