Il leone e la merda


Navigando sui social capita di incontrare le più strane e variegata categorie di persone. Ci sono ad esempio i neo-blogger, che utilizzano il proprio spazio per condividere informazioni e notizie insulse o nel migliore dei casi rimbalzate da qualche altro sito.
Ci sono i faker seriali, quelli che si inventano le notizie più assurde e scandalose solo per il gusto di vedere quanta gente ci casca e quanti gli lasciano un “mi piace” sul diario.
Poi ci sono le romanticone che postano ogni sera fiorellini e cuoricini della buonanotte, forse perché di notte non hanno di meglio da fare, gli umoristi che postano messaggi spiritosi, e via dicendo.
Vi è poi una categoria che le sovrasta tutte quanto a stupidità: quella dei cosiddetti “leoni da tastiera”: gente che di persona non oserebbe insultare uno scarafaggio ma davanti a un monitor e – appunto – a una tastiera diventano feroci come belve, capaci di tranciare giudizi spietati contro chicchessia, dal vicino di casa molesto al sindaco che gli aumenta le tasse, dal VIP crocefisso al pennone del suo yacht fin su a politici a governanti.
Il problema è che contro questa gente non c’è freno, perché i cosiddetti amministratori di Facebook e degli altri social si preoccupano di più se uno posta un video di Mussolini che inaugura Carbonia piuttosto che delle minacce, spesso esplicite e violente, di cialtroni che molte volte non hanno nemmeno il coraggio di uscire allo scoperto da dietro il proprio pseudonimo.
Questi individui stanno corrodendo pian piano il tessuto impalpabile di cui sono fatti i social network, e come i propalatori di fake news riducono un mezzo di comunicazione innovativo e formidabile a ben poca cosa, scarna immagine e misero fantasma della libertà di espressione che avrebbero dovuto essere in origine.
L’unico rimedio sarebbe l’educazione, parola del tutto estranea a certi subumani che popolano la rete. Ma che potremmo fare in realtà? Un corso di educazione cibernetica? Un ripasso della “netiquette”? Anche qualora si potesse, sarebbe fatica sprecata e tempo perso: nemmeno le api perdono tempo a spiegare alle mosche che il nettare è meglio della m***a.
Sono innumerevoli gli esempi che si potrebbero portare, ma mi soffermerò solo agli episodi accaduti pochi giorni or sono.
Proviamo a riassumere: Verona é vittima di un’alluvione terribile. Si rialza in due giorni come se non fosse successo nulla mentre altrove starebbero ancora sulle palafitte, però “è il karma” e “gli sta bene” perché la squadra di calcio locale ha tifosi fascisti.
Flavio Briatore dà lavoro a 1200 persone e con le imposte dirette e indirette paga un sacco di redditi di cittadinanza a tanta gente. Di cui qualcuno é realmente bisognoso, qualcuno è un furbetto magari. Ha una recidiva di prostatite spacciata per Covid per il quale forse è positivo da mesi, ma qualunque cosa abbia gli augurate di morire, gli dite che “gli sta bene” perché è più ricco di voi e “fa la pizza cara”.
Ben gli sta ai Veronesi e a Briatore quindi.
Siete gente così di merda che avete anche l’ombra marrone.