Le macerie di un’Europa mai esistita


Il castello è crollato.
Tutte le contraddizioni, gli inganni, i soprusi che questa UE ha comminato alla nostra Nazione con la compiacenza degli usurpatori antinazionali, dei media, delle masse di depensanti dei centri sociali e sardine varie, si sono manifestate lapalissiane nell’arco di 48 ore.
Tutt’a un tratto sono riapparsi i confini: le mascherine e i ventilatori polmonari non li potevano più oltrepassare. I migranti sì, però, anche in barba all’ordinanza del Presidente della Regione Autonoma Siciliana che a fine febbraio impediva l’attracco della Sea Watch a Messina. Finché non hanno smesso di arrivare autonomamente, perchè il covid-19 evidentemente spaventa più dei “lager libici” (almeno i negrieri che governano questa tratta infame).
Come un macigno tirato addosso a chi sta affogando, quel rettile che presiede la Banca Centrale Europea rispondente al nome di Christine Lagarde (sempre scandito con timore reverenziale dalla nostra servile classe giornalistica radical chic), ci ha fatto perdere in un giorno il 17% a Piazza Affari: vale a dire quasi 70 miliardi (indice StoxxEurope 600).
Una dichiarazione di guerra avrebbe fatto meno danni.
Persino Mentana è arrivato a usare toni di biasimo per riportare la notizia. Prontamente ritrattati alle rassicurazioni di quella bambola di pezza della Von der Leyen di cui ricorderemo il surreale quanto patetico messaggio in cui scandiva “siamo tutti italiani”. Messaggio che è valso quanto ha poi dimostrato la Lagarde nemmeno 12 ore dopo e l’atteggiamento dei paesi vicini: Francia, Germania, Austria e Slovenia in primis.
Fortuna che si sia svegliato Amenophis Mattarella con un violentissimo tweet (ammazza!) con il quale stigmatizzava le folli dichiarazioni della presidente della BCE.
Vedremo quanto durerà questo incredibile quanto debole atteggiamento “sovranista” mimato persino da insospettabili epigoni dell’intellighenzia radical chic come Severgnini e Scurati.
Diciamo anche due parole sui 5 stelle e questo governo di debosciati: a disastro completo Di Maio annuncia trionfale l’arrivo di “aiuti” dalla Cina. E la narrazione mediatica del fatto arriva a omettere colpevolmente il sottile dettaglio che ‘sti “aiuti” ce li stiamo comprando con moneta sonante, contribuendo ad un’idea quanto mai degenerata che la Cina stia “rimediando” al danno che ha fatto al Mondo intero (e ovviamente anche a minimizzare le colpe ancora inquantificabili del governo italiano sulla gestione dell’emergenza).
Il Conte Tacchia, poi, è assodato sia l’anello di congiunzione tra l’uomo e il camaleonte; in nemmeno un anno è riuscito a mimetizzarsi con nonchalance da un governo all’altro, da un’idea al suo opposto, dalla sottostima di un’emergenza sanitaria all’allerta totale.
Su Zingaretti, il PD, il Ministero della Salute che al 28 di febbraio pubblicava un video vergognoso (https://www.facebook.com/MinisteroSalute/videos/197317901671647/) e sulla virologa Gismondo meglio non commentare per evitare la galera.
Ma adesso il castello burocratico è crollato e tutti scappano. Persino Macròn è arrivato a dichiarare la necessità di un’economia simil-autarchica necessaria alla Francia per provvedere a se stessa in caso il terzo mondo fin qui sfruttato chiuda le porte (come per le mascherine). Ed è incredibile averlo sentito al Tg di La 7.
Migliaia di aziende italiane stanno bruciando le poche risorse residue, poiché né i 25 miliardi promessi da Conte, né i pochi promessi da Bruxelles (si parlava di appena 120 per tutta l’eurozona!) le potranno salvare.
Ora il castello burocratico è franato e lo sovrasta una pietra tombale che pesa 550 miliardi.
Quelli che la Germania metterà sul piatto per non far morire la propria economia. E non abbiamo creduto alle nostre orecchie quando al Tg2 il commento del giornalista sul provvedimento è stato testualmente “a Berlino nessuno si sogna di chiedere il permesso a Bruxelles”.
Tuttavia non appaiono più così spessi i muri e le gabbie in cui ci aveva confinato l’UE. Anche l’incantesimo che teneva docile una Nazione rinchiusa nelle segrete ad elemosinare gli avanzi della Corte è svanito? Si vedrà. Per ora non possiamo che guardare con commozione ai nostri medici, ai nostri infermieri, ai nostri operatori sanitari che per stipendi di gran lunga più bassi degli omologhi europei rianimano e salvano con la loro determinazione esemplare non solo le vittime del covid-19, ma un’intera Nazione che vi si stringe attorno riscoprendo il gusto amaro della speranza nutrita solo in se stessa.
E’ prematuro ipotizzare scenari a breve, medio e lungo termine, però sappiamo che la convivenza con il virus non finirà così presto. Il Paese ne uscirà provatissimo a livello economico e certi settori (come quello turistico) rischiano l’azzeramento per 6 mesi, un anno o chissà. I lavoratori e le loro famiglie colpite da questa sciagura avranno bisogno di soluzioni concrete e reali che il modello globalista non potrà fornire (impallato com’è fino all’introduzione di un vaccino che estirpi il covid-19 dal pianeta).
Molti ristoranti e bar non riapriranno e i loro proprietari si andranno ad aggiungere alla già folta schiera di chi chiederà l’elemosina e, peggio, intraprenderà la strada del crimine per sopravvivere.
Aspettiamoci i lupi perle strade. Ma i lupi a due zampe, con coltelli e fucili, pronti a colpire e a sbranare per sfamare la propria famiglia.
E quando arriverà l’ora di fare i conti con la realtà stravolta dal virus, toccherà farsi trovare pronti.
La maschera del sistema globalista è caduta e si è frantumata in mille pezzi, nonostante quest’evidenza sia ovviamente celata e minimizzata a reti unificate.
La credibilità del sistema mediatico “main strema” è seriamente compromessa, così come quella dei partiti anti-nazionali.
L’altro giorno un tale “Coriolanus” su Facebook postava: “Da qui si può ripartire con la cancellazione delle differenze alimentate da un sistema che ci vuole deboli e divisi, proni e ubbidienti a regole con cui ci hanno umiliato e in alcuni casi quasi ucciso.
Regole che hanno imposto ad esempio l’abolizione o l’inconsiderabilità del BASTA EURO nei programmi di tutte le forze che potevano e dovevano farne il primo punto.
Le stesse regole del gioco che hanno portato coloro che da sempre si riconoscono nel tricolore a diffidenze e incomprensioni, un giorno avallate da articoli infamanti di certa stampa, un giorno dalle democratiche censure di massa. L’inno che risuona caparbio e liberatorio tra i balconi e la commozione di riscoprirsi ancora una volta nella nostra Bandiera possono fare miracoli.
Possono riconsegnare nelle mani degli Italiani le sorti della loro Patria.”
E la destra, molti si chiedono, dov’è finita? Sta sui banchi dell’opposizione, imbrigliata da leggi e da una Costituzione dettataci dai vincitori, impossibilitata a onorare i suoi programmi da coloro i quali, affascinati da un comico da strapazzo, hanno dato il loro voto a personaggi incompetenti e buffoneschi, e da quelli che pur di non rimanere senza sedia quando la musica finisce continuano a suonare lo stesso ritornello all’infinito.
C’è da chiedersi se buona parte di questo popolo (come degli altri, del resto) merita il diritto di voto o se piuttosto sarebbe da sottoporre ad un esame alla soglia della maggiore età, per capire quanto meno se sanno cos’è un Parlamento, una Costituzione, il potere esecutivo, insomma il minimo sindacale per decidere le sorti degli altri.
Ma tutto ciò. Dopo. Ora è il tempo della sofferenza, del pianto dei nostri morti, che alla fine saranno molti di più dei 2-300 che ci prospettavano – minimizzando – gli ignoranti di regime. Siamo già oltre 8000, su circa 24000 in tutto il mondo. Significa che l’incompetenza di chi doveva tutelare la nostra salute ci ha portati ad avere un terzo dei morti di tutto il mondo!
Alla fine usciremo di casa. Noi rivedremo la luce e torneremo ad abbracciarci. Loro, invece, dovranno andarci a casa. Ma non per sempre: giusto il tempo di aspettare il furgone della polizia penitenziaria che tradurrà alle carceri più vicine i responsabili dopo un giudizio equo ma severissimo.
Sopravvivremo, ne siamo certi, ma che almeno questa prova ci serva per migliorare e per affrancarci da un giogo soffocante e ignobile.
Che il destino ci trovi sempre forti e degni.