WM: solo un anno e già 40.000 lettori !


A distanza di solo un anno dalla nascita di questo magazine on Line la scorsa settimana Google Analytics ha evidenziato il netto superamento della soglia dei 40.000 lettori.
Queste statistiche di accesso, che noi monitoriamo con cadenza settimanale proprio per valutare l’andamento di ogni uscita, inoltre ci dicono che una buona percentuale sono i lettori oramai assidui e anche che ogni lettore visita più di una pagine nel corso dei sui accessi settimanali e che ad ogni nuovo numero si aggiungono ulteriori lettori.
Insomma una lusinghiera performance che si commenta da sola e che risulta al di là di ogni più rosea aspettativa, che racconta di affezionati lettori che tornano con piacere su queste pagine settimana dopo settimana e di nuovi visitatori.
Nato quasi per caso per il piacere di scrivere e la passione del giornalismo di un ristretto gruppo di persone, WM ha fatto di questa formula non speculativa e non assoggettata ad alcun gruppo di potere la sua forza commentando ed approfondendo Senza legacci (ma non senza rispetto della necessaria etica) gli eventi italiani (e non solo) avvenuti settimanalmente lungo tutto un anno.
Anche i contenuti si sono di pari passo incrementati ed evoluti passando dal commento delle notizie pressoché locali a un respiro di commento politico piú propriamente nazionale e all’inserimento di alcune rubriche molto seguite come quelle del calcio, della Formula 1, del MotoGP. Da sempre, inoltre, abbiamo una colonna di articoli culturali che parimenti ha i suoi estimatori ed alcuni Enti culturali di Stato, come il Polo Museale della Calabria, ci invia settimanalmente i suoi comunicati stampa. Anzi dobbiamo rilevare, non senza un moto di soddisfazione, che alcuni accessi di lettori ci vengono segnalati da Google Analytics come effettuati dagli USA e, sia pure in misura minore, da altre nazioni.
Un consenso via via crescente reso possibile dalla rete, certo, ma anche segnale di una formula da voi lettori apprezzata, incentrata sulla valorizzazione della nostra identità nazionale e culturale, forte di millenaria storia, che non abbiamo avuto timore di proporre con sincerità e a viso aperto, in apparente spregio del “politically correct”, ma in effetti solo senza ipocrisia ed “inchini” di convenienza politica.
Parliamo di quella ipocrisia a cui molti italiani sono stati più o meno consapevolmente abituati e che, sapientemente messa alla berlina, ha fatto la fortuna di tanti mostri sacri della commedia italiana: da Totò a Sordi, da Fabrizi a Villaggio.
Chi non ricorda Aldo Fabrizi quando sostiene di essere sempre stato “anti” (invece con un passato da “schaffeggiatore di via del’Impero”) nel film “Totò, Fabrizi e i giovani d’oggi” o la doppiezza del personaggio interpretato da Alberto Sordi nel “Il medico della mutua” o le parossistiche angherie subite da Paolo Villaggio nei panni del rag. Giandomenico Fracchia o di Fantozzi? Questi mostri sacri del cinema e del teatro italiano della seconda metà del secolo scorso, che certo non si possono dire esponenti di destra, hanno bene rappresentato i comportamenti indotti nell’italiano medio da tale cultura solo apparentemente democratica, ma in realtà bigotta e mafiosa, facendoci diventare cultori di ipocrisia verso gli altri (ma, in realtà, verso sè stessi), dottori in furbizie spicciole da marciapiede, professori in genuflessione applicata verso il potente di turno e specialisti nella vessazione dei malcapitati sottoposti.
Ciò, ci rendiamo conto, in una società che spesso é forte coi deboli e debole coi forti e dimentica che chi ha responsabilità di governo é al servizio del popolo e non viceversa (ma questo malcostume, forse, si é acuito negli ultimi anni anche perché in alcuni casi si è perso il rapporto diretto tra chi viene eletto e chi effettivamente siede negli scanni piú alti di Montecitorio e Palazzo Madama…), sembra una irrinunciabile regola di vita.
No, non è così e, con determinazione, abbiamo preferito pensare con la nostra testa e dire la nostra opinione francamente, senza urlare, ma con fermezza.
E ci compiacciamo che anche i nostri lettori sono cittadini pensanti simili a noi e, a riprova di ciò, prendiamo atto e diamo atto che i due sondaggi esperiti, quello su chi avrebbe vinto le elezioni e quello sulla probabile composizione del nuovo governo, hanno previsto senza errori quanto poi é realmente avvenuto, nonostante il campione statisticamente non estesissimo dei partecipanti. Ciò la dice lunga sulla lungimiranza di tutti voi ed é la conferma ci sono persone per cui valeva la pena imbarcarci in una impresa faticosa come quella di fare una rivista che non avesse come obiettivo la facile crescita puntando ad assecondare il gruppo politico del momento, ma scritta da persone pensanti con l’obiettivo di rivolgersi a persone pensanti.
Insomma ci sta benissimo avere avuto il riscontro da “soli” 40.000 lettori piuttosto che da 400.000, come avremmo potuto saltando sul carro politico di chi un anno fa era al potere.
Pertanto grazie davvero a tutti per aver apprezzato questo nostro sforzo di non svendere la nostra identità italiana e doppiamente grazie a coloro che non solo hanno letto ma, addirittura, si sono fatti parti responsabili in questo processo di pensiero attivo condividendo sulle loro pagine Facebook o sui loro profili Instagram e Whatsapp gli articoli ed i sommari che ogni domenica mattina, immancabilmente da 52 settimane, si rinnovano. Sappiate che, concorrendo a suscitare in parenti, amici e conoscenti la voglia di un confronto e di un approfondimento, piuttosto che l’accettazione supina di una realtà raccontata in modo superficiale, anzi imposta con la martellante e faziosa forza del “quarto potere” di chi falsamente si dice democratico, concorrete attivamente a quel processo dialettico di vera democrazia di cui l’Italia pensiamo abbia bisogno.
Grazie a tutti voi, grazie 40.000 volte.