Giornalismo
Le parole sono state messe in circolo e la missione può dirsi portata a termine. “Mintuà” 2020, rassegna letteraria delle “Parole in circolo”, è terminata e, quindi, è tempo di un primo bilancio retrospettivo di quanto è stato fatto. Per sei notti, dal 20 al 25 agosto, Tempio è stata una delle città letterarie dell’estate
Si parlerà ancora una volta di calcio a “Mintuà” e lo si farà con Paolo Condò, una delle firme più conosciute del giornalismo sportivo italiano, per quella che sarà la giornata conclusiva della rassegna. Dopo Luca Telese e il suo seguitissimo reading sul Cagliari scudettato del 1970, “il vero romanzo nazionale della Sardegna”, Mintuà ospita
Dopo Diego De Silva, gli autori di “Giallo sardo” (Eleonora Carta, Ilenia Zedda, Gavino Zucca) e l’ex finalista del Premio Strega, Bruno Arpaia, il palco di Mintuà darà, questa volta, il benvenuto a Luca Telese, scrittore e, come si usa dire in questi casi, giornalista a tutto tondo, per via delle sue numerose collaborazioni, anche
Una rassegna letteraria con alcuni del nomi più prestigiosi della narrativa e del giornalismo nazionali. Il verbo è gallurese, ma il suono e ciò che la sua pronuncia può liberamente evocare sono patrimonio di tutti. “Mintuà” significa “menzionare”, “citare”, ma anche “commemorare”, quindi, “ricordare”, “tenere a mente”. È una parola musicale, in un certo senso
Genova 31 luglio 2020 Da qualche tempo ha iniziato la collaborazione con WeeklyMagazine.it Stefano Wachsberger, giornalista nato a Firenze (ma ormai genovese di adozione), che ha mosso i primi passi nelle radio libere TELERADIOEUROPA e RADIO LIGURIA 1 in età giovanile, per poi passare a TELECITTA’ negli anni 90 facendo la prima trasmissione tv sul
Mario Adinolfi, quarantottenne personaggio ben noto alle cronache non solo televisive, non può essere ridotto a una sola definizione: è senza dubbio da decenni uno dei giornalisti più noti della sua generazione (quella dei “nati dopo il 1970”, come scrive spesso), ma è anche il primo blogger ad avere avuto spazio in tv e addirittura
Accade spessissimo che quanto ci appare, non rispecchi fedelmente la realtà. In una giornata nuvolosa del marzo 1973, un fotografo dell’Agenzia di Stampa americana “Associated Press”, Slava “Sal” Veder, fissò gli attimi frenetici in cui un prigioniero di guerra veniva accolto dai suoi cari. L’immagine, che divenne la quintessenza de “la fotografia del ritorno a
Nel libro di Antonio Giangrande “L’Italia dei Misteri” di centinaia di pagine, veniva riportato, con citazione dell’autore e senza manipolazione e commenti, l’articolo del giornalista Francesco Amicone, collaboratore de “Il Giornale”. Articolo di un paio di pagine che parlava del Mostro di Firenze ed inserito in una più ampia discussione. Amicone, pur riconoscendo che non
Oggigiorno bisognerebbe vivere da eremiti per non aver sentito, svariate volte al giorno, i termini “mainstream media”, “populismo” e “fake news”, tuttavia questi termini pare abbiano altrettanti significati quante le fonti che li usano (o per meglio dire strumentalizzano). Premetto che il mio articolo vuol essere innanzitutto un´esercizio di riflessione critica che spero incoraggi altri
Alcuni (oggi anche nei palazzi romani) sostengono che la professione del giornalista andrebbe riformata, che l’Ordine andrebbe abolito, che il sistema attuale é anacronistico nei tempi di internet e Facebook. É vero, le notizie oggi corrono spesso sui social diffondendosi spesso più velocemente che tramite le testate giornalistiche ma bisogna anche riconoscere che i social
Poche persone hanno avuto una vita così avventurosa e straordinaria come quella della giornalista inglese Clare Hollingworth, reporter di guerra, che è ricordata per essere stata la prima a dare la notizia dell’invasione della Polonia, da parte delle truppe naziste, alla fine di agosto del 1939. Inviata dal “Daily Telegraph” nel Paese, come corrispondente, il 28 agosto 1939