Trasformare in risorse i rifiuti del mare


Il deterioramento del sistema marino è sotto gli occhi di tutti. Circa 50 milioni di tonnellate di plastica giacciono abbandonati in mare, di cui 229 mila tonnellate vengono scaricate nel Mar Mediterraneo ogni anno. Per questo un progetto della Regione Campania vuole risolvere, in parte, questo problema. Un progetto ambizioso, dinamico e intelligente che vede coinvolti tre Istituti del Consiglio Nazionale delle Ricerche, l’Istituto di Ricerca su Innovazione e Servizi per lo Sviluppo del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR- IRISS), capofila e promotore, in collaborazione con l’Istituto di Scienze dell’Alimentazione (ISA) di Avellino e l’Istituto per i Polimeri, Compositi e Biomateriali (IPCB) di Pozzuoli, e le organizzazioni regionali dei pescatori. Il progetto cerca di dare una risposta operativa alla tutela dell’ecosistema marino, sperimentando e creando le basi per lo sviluppo di una innovativa filiera dei rifiuti marini nella Regione Campania».
Il progetto è il punto di partenza per una serie di attività per lo sviluppo di migliore sostenibilità ecologica, che consideri il rifiuto non come scarto, ma come una risorsa per restituire una nuova vita al rifiuto. Ispirandosi ai modelli di economia circolare, esso punta su alcune categorie specifiche di rifiuti – reti da pesca (ghost fishing) e plastica (PET) – e prevede la co-progettazione di una serie di soluzioni in grado di generare valore economico, sociale ed ambientale in una prospettiva di sviluppo sostenibile, attraverso la demolizione e trasformazione dei rifiuti. Protagonisti e co-creatori dell’iniziativa sono i pescatori che saranno attivamente coinvolti nella raccolta dei rifiuti sull’intera costa campana, un’opportunità per dare una nuova dignità alla professione di pescatori, un settore fra l’altro che molto spesso viene bistrattato.
La raccolta includerà le aree che vanno dal Litorale Domitio fino alla Costiera Cilentana, e le isole del Golfo di Napoli. I rifiuti marini verranno successivamente collocati e differenziati in appositi contenitori in aree designate e predisposte dalle amministrazioni comunali che hanno aderito al progetto, per essere successivamente destinati ad un processo virtuoso di recupero e riciclo, trasformando lo «scarto» -rifiuti marini- in risorsa -nuovi prodotti. Attualmente sono 17 i comuni che hanno aderito, fra questi Napoli, Vico Equense, Procida, Ischia, Sorrento, Positano, Cetara, Palinuro, Castellabate, solo per nominarne alcuni.
Questa iniziativa pionieristica ben si inserisce nella Legge Salvamare, appena approvata in Senato, che tutela e permette ai pescatori di recuperare i rifiuti depositati in mare e depositarli in porto dove i comuni dovranno predisporre delle aree ecologiche che serviranno poi per avviare le operazioni di riciclo, tra cui la possibilità di utilizzare i rifiuti per la creazione di materiali da riutilizzare nei settori dell’edilizia, del tessile e per imballaggi ecosostenibile.
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Fonte: Corriere del mezzogiorno