Oggi Venere può essere anche un frigo a pedali


Ci risiamo con le provocazioni della moda. Quasi quasi si stava meglio con il lock down. Questa volta è la rinomata maison Gucci a far parlare di se’ (e ci riesce benissimo) lanciando la nuova modella armena Armine Harutyunyan, 23 anni, illustratrice e graphic designer (disegna, insomma). La casa di moda, dopo averla portata sulle passerelle nel 2019, l’ha inserita nella classifica annuale delle 100 donne più belle del mondo. Non tutti sono stati d’accordo, così la modella è stata vittima di commenti durissimi e anche fake news. Il problema, lo diciamo subito, non è la bellezza in sé a far parlare, ma la ridda di commenti offesi da parte (soprattutto) di donne che – forse – temono di riconoscersi nelle fattezze della nuova beltà.
Il guaio è che mentre la bellezza, come detto, è soggettiva, la bruttezza è oggettiva. Spiego meglio: una donna (ma anche un comò) può piacere o non piacere, ma non si può impedire al nostro prossimo di dire che Tizia o Caia non è Venere ma è un frigo a legna. Eppure pare che sia peggio che bestemmiare la Madonna in chiesa.
Eh no, avete veramente rotto i santissimi. Capiamoci bene: una multinazionale della moda – gente abituata a manipolare i corpi delle donne come fossero di pongo – impone il nuovo modello di bellezza scegliendo una delle donne più brutte del pianeta e sdoganandola come nuova bellezza. E tutti i taddei ad abboccare in un modo o nell’altro.
Ma i peggiori son quelli che si scagliano contro chi dice che questa donna è brutta, accusandoli di «body shaming» e altre corbellerie di derivazione yankee: in sostanza, io non potrei dire che questa donna sembra mio zio, perché così facendo la giudicherei per il suo corpo. E certo che la giudico per il suo corpo! Una che fa la modella non dev’essere giudicata per le poesie che scrive. Se una ragazza si presenta a Miss Italia sarà valutata per le cosce e il culo, non per la sua conoscenza di Heiddeger. Quindi non rompeteci i cabasisi col bodi scèming perché non attacca: la signorina in questione si offre al mondo per il suo aspetto esteriore (e ci lucra!), e io ho tutto il diritto di sentenziare che è una novella Mariangela Fantozzi. A maggior ragione se chi la offre al giudizio e la sbatte in prima pagina è una multinazionale che sui corpi delle femmine specula e guadagna.
Una volta per tutte: la tipa in questione è bella o brutta secondo i gusti individuali, come tutti noi (e comunque inclina pesantemente a mio zio).
Non ce la imponete come nuova venere di Milo e, soprattutto, non accusate chi la dice brutta, razza di ipocriti.