SCHIFONE: “Crisi del mondo spettacolo da Coronavirus. Anche la Regione deve intervenire”


Luciano Schifone della Direzione Nazionale di FDI ed ex delegato allo Spettacolo della Giunta Caldoro, ha dichiarato:
Le disposizioni del DPCM sul coronavirus hanno accentuato la crisi del settore dello spettacolo che era già in forte affanno, sia sul versante teatrale che in quello delle sale cinematografiche. Le direttive sostanzialmente hanno prodotto una chiusura delle sale con la totale cancellazione di tutti gli spettacoli. La crisi si abbatte sulla parte artistica, con decine di attori, cantanti, musicisti e tecnici di scena che restano senza paga per settimane forse mesi, ma anche sulle imprese di cinema e teatri con azzeramento di incassi da una parte e dall’ altra con oneri logistici e di personale che invece restano immutati.
In questo campo non c è rinvio di incassi, ma perdite in assoluto. Passata la stagione ciò che è perso non si recupera. Per questo chiediamo che oltre agli interventi del Governo si attivi la Regione per approntare un pacchetto di interventi finanziari che sostenga le produzioni delle compagnie campane, ma anche le gestioni di sale di Cinema e Teatri costrette alla chiusura da disposizioni Governative. Penso alle paghe per artisti e tecnici, penso ai fitti passivi ed alle tasse comunali e statali che comunque gravano su un esercizio, ancorchè inattivo per causa di forza maggiore.

Luciano Schifone sul così detto Decreto “Cura Italia” ha poi dichiarato:
“il Decreto Cura Italia, non cura gli Artisti e non salva i Teatri”
Il Decreto Legge cosiddetto Cura Italia, mostra molte carenze in generale rispetto ai lavoratori autonomi ed alle micro imprese,ma in particolare si dimostra assolutamente insufficiente nei confronti del mondo dello Spettacolo.
A prescindere dalla esiguità dello stanziamento di appena 130 milioni per tutta l Italia, non tiene conto del fatto essenziale che mentre per altre categorie il periodo di fermo delle attività può essere calcolato, come fa il Governo, in 9 settimane, per lo spettacolo bloccare le recite e le attività a metà Febbraio significa far saltare mezza stagione artistica, dunque più che dimezzare il reddito annuale dei lavoratori e delle imprese! Dunque non è pensabile il fondo di spesa in conto corrente (80 mln) possa permettere la sopravvivenza di oltre 200.000 lavoratori dello spettacolo fra attori, artisti, cantanti, musicisti, ballerini, circensi, tecnici artigiani ed altri.
Così come altra lacuna é da registrare rispetto alle strutture dello spettacolo, ovvero Teatri, sale concerti e cinematografiche, circhi itineranti. Sotto questo aspetto del danno vivo dei costi di gestione, dai fitti alle utenze alle manutenzioni,tutti costi in passivo, nulla è previsto nel decreto legge che quindi, alla fine, non ‘cura’ gli artisti e non ‘salva’ i teatri e le sale ma condanna ad una difficile sopravvivenza tutto il mondo dello spettacolo.
Anche per questo FdI sollecita la Regione, che ha fondi e competenza per materia, ad assumere, di concerto con le associazioni più rappresentative, misure concrete per garantire gli operatori e sostenere le imprese che reggono le strutture dello spettacolo.
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Fonte:
Luciano Schifone