Santa Carola Rackete


E così Carola Rackete, la giovane rasta che speronò la motovedetta della Guardia di Finanza a fine giugno scorso è stata assolta dai giudici dell’Alta Corte italiana.
La Cassazione, infatti, ha respinto il ricorso della Procura di Agrigento contro l’ordinanza che lo scorso luglio aveva rimesso in libertà la giovane tedesca. La terza sezione penale ha rigettato il ricorso della Procura, dando così ragione al gip di Agrigento Alessandra Vella, che non aveva convalidato l’arresto della Rackete, escludendo il reato di resistenza e violenza a nave da guerra, che era stato contestato alla giovane donna.
Come dire che in Italia è lecito forzare un posto di blocco.
In realtà la questione sembra avere una lettura più politica di delegittimazione dell’operato del Viminale, a suo tempo guidato da Matteo Salvini, che strettamente giuridica inerente il presunto stato di necessità in cui versava la nave comandata dalla Rackete.
Bruno Vespa nel suo editoriale su Il Giorno, non a caso, ha parlato apertamente di una guerra di posizione del centrosinistra per fermare Matteo Salvini.
Feltri, caustico come sempre, ha rincarato la dose commentando: “Questa è una giustizia del menga e chi ce l’ha se la tenga”.
Del resto, episodi come quello della giovane avventuriera tedesca che sperona impunemente una motovedetta della Finanza, la professoressa Eliana Frontini responsabile di aver insultato un carabiniere ucciso a tradimento (NDR: Mario Cerciello Rega) che l’ha passata liscia, il Capotreno preso a pugni sulla tratta da Como a Rho venerdì 17 scorso senza che nessuno intervenisse e, nello stesso giorno, i poliziotti presi a sassate e a petardi da adolescenti a Napoli, sembrano fatti che gli danno pienamente ragione su come stanno evolvendosi le cose nel nostro ”Bel Paese”.