Mondali? No, grazie.


Sarebbe questa la risposta che l’Italia di Gianpiero Ventura ha dato dopo l’ultima occasione di lunedì 13 novembre nella partita di ritorno contro la Svezia a S. Siro, nella quale è tristemente naufragata la speranza di ogni italiano, tifoso e non. Si, perchè quando gioca la Nazionale, anche chi non segue il calcio, è comunque curioso e stimolato a conoscere almeno il risultato finale della sfida. Al torneo della Coppa del Mondo, in programma l’estate prossima in Russia, l’Italia sarà la grande assente fra le 32 squadre qualificate per la fase finale. Disfatta storica, in 180′ (andata e ritorno) gli azzurri non sono stati in grado di rifilare neanche un pallone ai nordici. Effettivamente contro i teutonici svedesi non è sceso in campo uno squadrone, ma piuttosto 11 volenterosi che hanno tentato il tutto per tutto, organizzandosi a vista e privi di un assetto tattico convincente. In questa ottica, che sfugge ai più, non meraviglia il comportamento di De Rossi che, sollecitato ad entrare in partita, giustamente si rifiiuta segnalando invece il compagno seduto in panchina alla sua sinistra (L. Insigne) come il più adatto a cambiare il risultato, cogliendo la necessità di segnare e non quella di mantenere il risultato sul pareggio. Questo clima di profonda confusione ed approssimazione si è verificato anche al termine della debacle, con Buffon lasciato solo a piangere davanti alle telecamere a spiegare i motivi di questo flop mondiale. Questa triste performance è lo specchio dei nostri tempi. Ciò che è accaduto riflette esattamente l’inadeguatezza della classe dirigente italiana ed il calcio, ovviamente, non sfugge a tale andazzo. Il calcio italiano seguiva già da tempo una parabola discendente ma la colpa non è da ricercare nei giocatori, non sono loro il problema, la politica è il problema, è la gestione che avrebbe bisogno di una scossa e di un rinnovamento. Dovrebbero andare tutti a casa e riconoscere ognuno le proprie responsabilità dal ministro dello sport, Luca Lotti, al presidente della FIGC Carlo Tavecchio per i fallimenti conseguiti e invece l’unico a pagare con l’esonero, le dimissioni più dignitose ma certamente meno remunerative in questo paese non sono prese in considerazione, è stato il commissario tecnico Giampiero Ventura, che passerà alla storia come l’allenatore che dopo sessant’anni non è riuscito a riportare l’Italia alla più grande festa dello sport internazionale. Un esonero dicevamo d’oro, che porterà la FIGC a pagare un importo netto di circa € 800.000. Diversi sono i nomi dei probabili sostituti, si parla di Ancelotti, di Conte, di Ranieri ma anche di Mazzarri. Una squadra che si esprime ai Mondiali porta ricchezza alla nazione perchè è sotto ai riflettori del mondo, l’Italia rinuncia ad una vetrina importante; la speranza è che questo choc porti ad un momento di riflessione per tutti, e se è vero che spesso da un male può nascere un bene, a questo punto ci auguriamo che si possa ripartire da zero con una rifondazione del calcio italiano che parta dai vivai, con una seria gestione e promozione dei settori giovanili, seguendo nuove e pù credibili progettualità e soprattutto con l’intervento di nuove persone al comando.