Europa: facciamo il punto


L’Unione Europea ha preso la sua decisione nei confronti dell’Italia: sparare, fino all’ultima cartuccia, contro chi si oppone ad una distribuzione dei redditi verso il basso per incrementare l’economia aumentando i consumi. Sinceramente, di questi arzigogoli non m’interessa più di tanto, visto che entrambe le soluzioni (Keynes o Friedman) non prendono in considerazione il superamento del capitalismo come scelta etica, poiché il capitalismo non può che condurre all’accentramento del potere economico. La scelta europea è, in realtà, una gravissima intromissione negli affari politici italiani, giacché la posposizione di una sorta di “scaletta” degli interventi sembra proprio pensata e studiata a tavolino per porre gli italiani sotto ricatto, ancor più che con la “strategia dello spread”. Sono state decisioni pesanti, che condizioneranno la vita futura dell’Europa e dell’Italia per generazioni, ed é bene ricordarlo, per un misero zero virgola qualcosa in più od in meno sul rapporto deficit/PIL. L’Unione dei Politici (banchieri) Europea, dopo aver deciso il pollice verso nei confronti dell’Italia, passerà la palla all’ECOFIN, ossia al consesso dell’Unione dei Banchieri (politici) dell’Unione Europea, che avrà a disposizione fino al 22 Gennaio prossimo per dare una risposta definitiva.
Ossia, sanzioni economiche pesantissime:
1) Blocco dei finanziamenti della Banca Europea degli Investimenti;
2) Prelievo forzoso di un deposito infruttifero pari allo 0,2% del Pil (circa 3,5 miliardi di euro);
3) Trasformazione del prelievo infruttifero in sanzione, che aumenterebbe a circa 9-10 miliardi;
4) Possibile taglio del rating;
5) Possibile congelamento dei fondi strutturali.
Fa quasi sorridere: dopo tutto questo, c’è soltanto un attacco al Brennero. Ciò che stupisce (ma non troppo) è la scansione temporale di questi “interventi”. Il primo, ossia il verdetto dell’ECOFIN, avverrà prima del 22 Gennaio p.v. Ma guarda che caso! Subito dopo l’approvazione della Finanziaria. Ma andiamo avanti con le considerazioni. I partners della coalizione italiana hanno ancora il sostegno di quasi il 60% di tutti gli Italiani, sono solo cambiate le loro preferenze. La Lega ora supera il Movimento 5 Stelle (33% e 26%), mentre gli altri partiti di centro-destra, in pratica Forza Italia, è passata dal 14% delle elezioni di marzo ad appena il 7% di oggi. E sono praticamente le stesse percentuali degli elettori che ora vedono l’UE maltrattare l’Italia. Questi numeri sono solo destinati ad aumentare se l’Europa imporrà sanzioni all’Italia, colpevole di aver presentato un bilancio non gradito a Brussels. Vediamo inoltre che anche i sostenitori dell’Italeave sono in aumento. Un recente sondaggio della rivista Politico, mostra come la maggioranza o poco più (51%) degli italiani al di sotto dei 45 anni sarebbero pronti a staccarsi dall’Unione Europea. La pletora degli ultraquarantacinquenni è ancora innamorata dell’ideale di una Europa Unita, collante di un bellicoso continente, piuttosto che confrontarsi con ciò che essa è veramente, una remota e tirannica oligarchia, retta da tecnocrati non eletti, con fortissimi legami con la plutocrazia storica e i vecchi centri di potere. Salvini sta facendo esattamente quello che deve essere fatto per aumentare i consensi e allontanare l’elettorato italiano da Brussels. E’ stato un colpo da maestro quello di presentare un bilancio che fosse gradito ad entrambi gli schieramenti della coalizione (riduzione di tasse e normative e l’introduzione di un reddito di base generalizzato), ostentando, allo stesso tempo, rispetto per le regole di bilancio europee. Salvini e il suo partner insurrezionale, Luigi Di Maio, hanno fatto ingoiare all’UE una dose del perfetto veleno politico. Nella proposta di bilancio non c’è nulla di veramente criticabile. Non risolverà i problemi italiani, ma neanche li peggiorerà materialmente. E’ stata presentata per irritare i dirigenti europei, diventati grassi e pigri per essere sempre stati obbediti a bacchetta. E loro hanno reagito in modo esagerato, proprio nella maniera prevista. Pensate a quello che sta facendo l’UE per questo bilancio. Sta minacciando di multe miliardarie un governo, come quello italiano, che è nei debiti fino al collo. Questo si potrebbe veramente definire una “pessima visione.” Considerate come hanno gestito la Brexit. Hanno imposto una enorme tassa di uscita alla Gran Bretagna. Questo in più dei suoi contributi annuali al bilancio comunitario. Non poi dimenticate che l’unica ragione per cui la questione del debito sovrano dell’Italia non è sulle prime pagine dei giornali è perché la Banca Centrale Europea è l’unico acquirente marginale del debito italiano. E il Presidente della BCE, Mario Draghi, non lo fa di certo per la bontà che gli deriva dall’aver lavorato per Goldman Sachs. Lo fa perché, se non lo facesse, crollerebbe l’intero sistema bancario europeo. E così, tutta la faccenda non è niente di più che un teatrino. E Salvini lo sa. Capisce che l’euro è una trappola mortale per l’Italia. Sa anche che, viste le dimensioni del debito italiano, dispone di tutte le leve necessarie. E tuttavia, guardare ora l’UE è esattamente come rivedere la gestione dei negoziati sul debito greco nel 2015. Si erano rifiutati di trattare. Avevano fatto richieste irragionevoli. Nel caso della Grecia si erano trovati di fronte un elettorato senza nerbo, che non aveva appoggiato la Grexit e che non aveva dato all’ugualmente inetto Primo Ministro Alexis Tsipras il sostegno di cui aveva bisogno per portare la Grecia fuori dall’euro. E così la strategia aveva funzionato. E la stessa cosa sta accadendo con la Brexit. L’aristocrazia britannica non vuole lasciare l’UE. Teresa May è una Remainer e anche così palesemente a libro paga, che, a questo punto, non è più neanche divertente. Fin dall’inizio aveva avuto tutto il potere necessario [per attuare la Brexit] e, nonostante ciò, agisce come se non ce lo avesse. E così è riuscita a raggiungere lo stesso identico accordo che Brussels aveva sempre voluto, controllare la politica fiscale e commerciale della Gran Bretagna e, allo stesso tempo, privarla di ogni voce in capitolo nel parlamento europeo. Onestamente, la condizione della Gran Bretagna, una volta che l’accordo sarà stato firmato, sarà un’anticipazione del futuro che aspetta tutta le nazioni che rimarranno all’interno dell’UE. Tassazione senza rappresentanza. A questo punto, non dovrebbe essere una sorpresa per nessuno il fatto che l’UE stia trattando Salvini e il suo governo con lo stesso disprezzo e la stessa derisione. E questo è proprio ciò che Salvini vuole. Deve fare in modo che Brussels si metta da sola dalla parte del torto. Perché, se vuole riuscire a liberare l’Italia da Brussels, questo non potrà avvenire per una sua idea. Dovrà esserci una mobilitazione popolare. Fortuna per lui, e per gli Italiani in generale, gli idioti che comandano a Brussels sono solo felici di cooperare. Francamente credo che ci godano pure a imporre odiose gabelle. Questi pensano veramente di poter risolvere la cosa con i loro regolamenti. Ma la verità è che non possono. Ma perchè, secondo voi, il Presidente Francese Emmanuel Macron e la Cancelliera Tedesca Angela Merkel vogliono così disperatamente una Grande Armata europea? E’ per solo per imporre meglio le politiche europee nei confronti di stati membri ribelli, non per proteggersi dalla Russia. Più l’UE cerca di fare la prepotente e di piegare l’Italia ai suoi voleri, più Italiani, anche anziani, sosterranno la crociata di Salvini contro di essa. Il populismo è popolare in tutta Europa. Le elezioni per il Parlamento Europeo di maggio si riveleranno probabilmente un punto di svolta importante nel cammino dell’UE. Attualmente tutti i partiti euroscettici sono abbondantemente sotto-rappresentati, rispetto ai loro attuali sondaggi A maggio, centinaia di poltrone cambieranno proprietario. E molti dei nuovi arrivati non saranno a libro paga della cricca.