Una filastrocca profetica per il ponte Morandi


Gianni Rodari (1920 – 1980) è stato uno scrittore, pedagogista, giornalista e poeta. È l’unico scrittore italiano ad aver vinto il Premio Hans Christian Andersen (nel 1970). Leggevo le sue poesie e le sue filastrocche alle elementari ed è sempre stato un caro ricordo di quegli anni, con la sua semplicità quasi ingenua e quel modo limpido di raccontare anche i fatti meno belli.
Rodari ha scritto questa filastrocca nel 1962. A leggerla oggi mette i brividi.

Ladro di “erre”

C’è, chi dà la colpa
alle piene di primavera,
al peso di un grassone
che viaggiava in autocorriera:
io non mi meraviglio
che il ponte sia crollato,
perché l’avevano fatto
di cemento “amato”.
Invece doveva essere
“armato”, s’intende,
ma la erre c’è sempre
qualcuno che se la prende.
Il cemento senza erre
(oppure con l’erre moscia)
fa il pilone deboluccio
e l’arcata troppo floscia.
In conclusione, il ponte
è colato a picco,
e il ladro di “erre”
è diventato ricco:
passeggia per la città,
va al mare d’estate,
e in tasca gli tintinnano
le “erre” rubate.

Gianni Rodari (1962)