Lettere in redazione


Ci giunge il commento di Natalino Codatozza al pezzo “Se bevi l’acqua della «mola», puoi criticare la Meloni?” di Antonio Rossello pubblicato su questo magazine in data 8 Gennaio 2023.
Lo pubblichiamo volentieri.


Beive l’ǣgua d’a-meua. Bevi-l’acqua-della-mola.

Così, ad orecchio, suona come un cognome nobiliare, simile ad Acquaviva d’Aragona o Burali d’ Arezzo o ad altri del genere; trattasi invece di un noto detto ligure citato in un recente articolo. L’espressione, che ad essere precisi, porta il verbo al passato prossimo o all’infinito, viene riferita all’attitudine di chi risulta essere nettamente smaliziato e difficile da gabbare in quanto egli stesso avvezzo a destreggiarsi per “cadere in piedi”. Comprendere il nesso tra tale locuzione ed il significato che le viene attribuito non è immediatamente intuitivo, pertanto proviamo a chiarirlo: anzitutto occorre dire che sono diverse le tipologie di mola alle quali fare riferimento, ma è l’elemento acqua ed il fatto di berla, sottraendola quindi all’uso proprio, il denominatore comune del significato che vogliamo illustrare. Nel caso della mola dell’arrotino (u Mulitta in ligure) l’ assenza dell’ acqua (bevuta) rende impossibile il corretto utilizzo dello strumento a grana fine che non può lavorare a secco per asportare, senza surriscaldare, la minor quantità possibile di materiale dal filo delle lame da rigenerare. Nel caso invece delle macine (meue-mole) utilizzate per la molitura dei più disparati materiali: cereali, minerali, olive, “bere” l’acqua della mola è, con un eufemismo, attingere al canale che alimenta la ruota motrice, con evidente discapito della funzionalità dell’opificio. Queste elementari constatazioni, evidenziano come un esercizio innocuo, salutare e semplice come bere un bicchier d’ acqua, possa in certi casi celare la furbesca attitudine di chi per proprio diletto o tornaconto va ad intralciare faccende di pubblica utilità. La saggezza popolare con le sue espressioni così efficaci ha la capacità di far riflettere e così, dopo avere brevemente analizzato questo motto citato parlando di politica, ci domandiamo se convenga dire: di quest’acqua non ne bevo. Forse l’acqua che abbiamo appena bevuto era proprio quella della mola.

Natalino Codatozza