La scomparsa di Angelo Gilardino. Una grave perdita per il mondo della chitarra. Il ricordo del M° Piero Viti


Il M° Angelo Gilardino, chitarrista, compositore, ed insigne didatta, aveva da poco compiuto ottant’anni.
Apprezzato in tutto il mondo per l’attività didattica e per quella di compositore che l’ha visto impegnato fino alla fine.
Ce lo ricorda il M° Piero Viti, concertista di fama mondiale e docente di chitarra classica al Conservatorio di Benevento.

di Piero Viti
Il 14 gennaio è scomparso a Vercelli Angelo Gilardino, uno dei maggiori esponenti a livello internazionale della chitarra. Nato ad Asigliano, nei pressi di Vercelli, il 16 novembre 1941, dopo gli studi di violoncello, chitarra (strumento al quale si dedica dopo aver ascoltato giovanissimo un concerto a Vercelli della celebre chitarrista francese Ida Presti, restandone letteralmente rapito!) e composizione, intraprende un’acclamata attività concertistica con la chitarra a partire dal 1958, promuovendo in particolare un nuovo repertorio di musiche scritte per lui da numerosi compositori di vari paesi. Sulla scorta di questo nuovo repertorio nel 1967 riceve l’incarico dalle Edizioni Musicali Bèrben della supervisione di una raccolta di musica per chitarra del Novecento, affermatasi in seguito sotto la sua guida come una delle più importanti al mondo. Nella sua lunghissima carriera, i suoi interessi musicali hanno spaziato, oltre al concertismo, alla ricerca musicologica e storica della chitarra, alla didattica e alla composizione, imponendolo in breve a livello internazionale come un punto di riferimento in molteplici campi dello strumento. Nel 1981, chiusa l’attività concertistica, Gilardino sceglie, infatti, di dedicarsi, esclusivamente all’insegnamento, la ricerca musicologica e la composizione.
Come docente, famosi restano i suoi corsi di perfezionamento “Vacanze Chitarristiche” iniziati nei primi anni ’70 e proseguiti poi con successo per circa vent’anni sulle Alpi biellesi a Trivero e, in seguito, in Val d’Aosta a Chatillon, che richiamavano in un fervido ambiente di studio giovani chitarristi da tutta Europa. Le istituzioni pubbliche in cui ha insegnato sono state, poi, il Liceo Musicale “G.B. Viotti” di Vercelli (dal 1965 al 1981) e il Conservatorio “Antonio Vivaldi” di Alessandria (dal 1981 al 2004), mentre dal 1984 al 2003 ha tenuto corsi di perfezionamento presso l’Accademia Superiore Internazionale di Musica “Lorenzo Perosi” a Biella.
Come compositore, dopo i primi approcci segnati già da opere significative per la chitarra, pubblicate tra la fine degli anni ’60 e gli inizi degli anni ’70, e dopo un periodo di stasi creativa durata circa 10 anni, nel 1981 pubblica il primo volume di una delle sue principali opere didattiche, la raccolta dei 60 Studi di Virtuosità e Trascendenza, suddivisa in cinque volumi usciti nel corso di tutti gli anni ’80, destinata a diventare una pietra miliare di portata innovativa della nuova chitarra in termini di invenzione e di trovate tecniche. Accanto agli Studi, si susseguono le uscite di altri importanti lavori, tra cui alcune impegnative ed innovative Sonate e numerose altre composizioni che delineano Gilardino come uno dei principali autori chitarristi e caposcuola di una nuova visione dello chitarra. Nel suo stile si fondono riferimenti alle antiche musiche modali e al gregoriano, cui si unisce un’inedita ricerca timbrica ed espressiva che si ascrive alla così detta corrente tenebrista in Musica, aperta anche a linguaggi atonali e riccamente cromatici. In particolare l’autore sviscera tutte le possibili combinazioni idiomatiche dello strumento forgiando dei veri e propri nuovi modelli di scrittura. Musicista dotato di un’ampissima cultura rivolta ai più disparati campi, dalla letteratura alla poesia, dall’arte alla pittura – di cui era grande estimatore -, Gilardino non ha, poi, mai mancato nelle sue opere di ispirarsi a queste forme artistiche, cogliendo e trasfondendo in musica tutte le più varie e profonde suggestioni tratte da esse. Dagli anni ‘80 fino ad oggi, il catalogo del compositore si è, poi, arricchito di numerosissimi lavori, comprendenti Sonate, Variazioni, quattro concerti per chitarra sola e gruppi di chitarre, diciassette concerti con orchestra e quindici opere di musica da camera. Nel catalogo figura anche una Trattato di Tecnica Chitarristica, opera teorica nella quale Gilardino compendia tutti i principi della tecnica dello strumento, secondo anche le nuove acquisizioni da lui stesso elaborate.
Come musicologo, il maestro vercellese ha dato anche un notevole contributo allo studio e le ricerche sulla chitarra, pubblicati in numerosi saggi su riviste specializzate, e, inoltre, all’ampliamento del repertorio chitarristico della prima metà del Novecento con il ritrovamento e la pubblicazione di importanti opere sconosciute o considerate perdute, tra cui un ampio ‘corpus’ di opere scritte per Andrés Segovia da compositori spagnoli, francesi e britannici negli anni Venti e Trenta. A partire dal 2002, tali lavori sono stati, poi, editi sotto la sua revisione in 32 volumi nell’Archivio Andrés Segovia dalle Edizioni Musicali Bèrben, dando nuovo corpo all’intero repertorio storico del Novecento per chitarra. Si aggiungono, poi, come importanti pubblicazioni, i due libri biografici su Andrès Segovia e sul compositore Mario Castelnuovo-Tedesco.
Tantissimi anche i premi e le onorificenze ricevute da Gilardino nei lunghi anni di carriera, tra cui, nel 1997 la nomina a direttore artistico della Fondazione “Andrés Segovia” di Linares, in Spagna, carica che ha lasciato alla fine del 2005, e poi la “Chitarra d’Oro” conferitagli dal Congresso Chitarristico Italiano per ben tre volte (per le sue composizioni, 1997, il suo insegnamento, 1998, e per la sua ricerca musicologica, 2000); nel 2009 è stato, poi, candidato allo “Artistic Achievement Award – Hall of Fame” della Guitar Foundation of America e nel 2011 il Festival della Chitarra di Córdoba (Spagna) gli ha intitolato le “Jornadas de Estudio”, inoltre, nel 2018 ha ricevuto premi alla carriera dal Rome Expo Guitars e dal Conservatorio di Musica “Luigi Cherubini” di Firenze.
Infaticabile lavoratore, all’età di 80 anni, Gilardino è venuto, quindi, a mancare nella sua Vercelli nella notte del 14 gennaio, lasciando con la sua scomparsa un immenso dolore e un vuoto nel mondo della chitarra e dei suoi tantissimi, amici, allievi e estimatori, certamente difficile da colmare.
La notizia della scomparsa di Angelo Gilardino, mi è giunta all’improvviso, suscitando anche in me un repentino dolore e una grande tristezza, nella consapevolezza, in più, di aver perso con lui una persona speciale, tanto importante anche per quello che è stato il mio percorso artistico. Ho avuto, infatti, il privilegio e l’onore di essere stato suo allievo, studiando e perfezionando la chitarra con lui sin dai primissimi anni ’80 – dopo la mia formazione a Napoli con Stefano Aruta – nei corsi estivi di Lagonegro, Trivero e Châtillon e poi presso l’Accademia Perosi di Biella nei Corsi Triennali di Alto Perfezionamento. Sotto la sua guida, mi sono anche diplomato, da privatista, in Conservatorio e importante è stato anche lo slancio e l’incoraggiamento da lui conferitomi anche nella mia successiva attività cameristica, con le numerose lezioni tenute in duo con il chitarrista Paolo Lambiase e in duo con il flautista Salvatore, a suggellare delle importanti collaborazioni foriere di tanti successi! Negli anni, il rapporto instauratosi con il Maestro, che io ho sempre considerato un vero “nume tutelare” della chitarra, si è poi consolidato in una sincera amicizia. Angelo è stato per me una persona speciale, a cui poter rivolgermi, conclusi gli studi, per ogni dubbio e per qualsiasi sorta di richiesta di informazioni sulla chitarra, cui sapeva sempre dare puntuali risposte traendole con grande generosità dal suo prezioso scrigno di conoscenze! Il rigore per lo studio analitico delle partiture, l’attenzione costante da rivolgere con dedizione e adeguati approcci al superamento alle problematiche tecniche dello strumento, lo stimolo al confronto costante con i modelli musicali extra-chitarristici e con i riferimenti interpretativi dei grandi esecutori anche di altri strumenti, la spinta ad interessarsi alle ricerche specifiche sul repertorio e a considerare la chitarra come uno strumento dalle più svariate possibilità espressive, sia in termini di tecniche esecutive che di linguaggi affrontati, sono la sua grande lezione, nella quale mi riconosco e che mi porto dentro come una sorta di elemento distintivo del mio percorso artistico. La sua musica ha, di certo, tracciato nuove strade per la chitarra ed è stato per me un onore avere anche ricevuto in dedica un suo concerto, il Concerto di Ventotene, opera bella e impegnativa, ispirato alla mia seconda patria, l’Isola di Ventotene, che in lui ha sempre esercitato una magica attrazione! Con la scomparsa di Gilardino si chiude quindi un’era, un capitolo importantissimo della recente storia chitarristica, e non mi resta che ringraziare ancora il Maestro di tutto quello che mi ha donato con la sua lezione e di tutto quello che ha fatto per l’intera chitarra!