La Volga nera


Se si ha l’impressione che molte delle leggende metropolitane diffuse nel nostro paese abbiano origine negli USA è perché, forse, così come in altri campi (cinema, letteratura, moda, ecc.) anche per quanto riguarda le storie di paura – vere, false o verosimili che siano – siamo un po’ troppo succubi degli americani.
Ma leggende urbane e misteri metropolitani esistono in tutto il mondo: il caso di cui parliamo in questo articolo, per esempio, era estremamente diffuso in Russia, Polonia, Bielorussia, Ucraina e Mongolia negli anni ’60 e ’70. È una storia inquietante quella della “Volga nera”, un’auto lussuosa costruita a Gor’kij in Unione Sovietica dal 1956 al 1970 e può essere considerata realtà o leggenda metropolitana.
La Gor’kovskij Avtomobil’nyj Zavod (Fabbrica Automobili di Gor’kij), spesso abbreviata con l’acronimo GAZ, è un’azienda automobilistica fondata nella ex Unione Sovietica che dal 1929 produce sempre le stesse auto, sia nel design che nella meccanica d’epoca  stalinista. Un orgoglio e una tradizione sovietica simbolo del progresso tecnologico in risposta al mondo occidentale e in particolare all’antagonista russo per antonomasia: gli USA. Sarebbe anche il caso di precisare che la GAZ è stata fondata grazie all’aiuto e alla collaborazione dell’americana Ford Motor Company, ma in fondo sono quisquilie. Oltre alle auto, GAZ realizza carri bestiame, pulmini  dell’asilo, spartineve e carri armati col servosterzo. Le Volga sono state fin dal 1956 (mod. GAZ 21) un fiume di melma in piena scaturito da una rottamazione in massa di autovetture da parte di acquirenti pentiti, che ormai hanno imparato la lezione ed al giorno d’oggi, per lo stesso segmento di prezzo, preferiscono anche in Russia comprare Mercedes o BMW. In ogni caso le Volga sono sempre state considerate in madrepatria il simbolo di uno status sociale elevato ed utilizzate anche da alti funzionari statali.  L’ultima generazione di Volga (codice PIN 31105) riprende ancora una volta le forme squadrate delle sue antenate scolpite con falce e martello, dopo il tentativo miseramente fallito nel 2000 di creare con la GAZ Volga 3111 una berlina di lusso in stile più occidentale che potesse contrastare il successo  della Mercedes classe E e BMW serie 5.
Il tentativo di far convivere nella nuova 31105 elementi del passato con spunti stilistici moderni e occidentali, ha reso possibile la nascita di questo obbrobrio a 3 volumi disarmoniosi che GAZ spaccia per moderna auto in stile retrò. Non poteva mancare la degna versione station wagon, GAZ Volga 310221 concepita nel 1997 ed utilizzata anche come autoambulanza da eutanasia (Volga 310223, prefisso 118).
Oltre alla versione standard, la GAZ 21, di cui vennero prodotti oltre 700 mila esemplari in 25 anni, c’era uno speciale allestimento limousine (con qualche tipo di decorazione bianca come tendine, cerchioni, finiture più raffinate…), riservato esclusivamente ai politici e ai funzionari di livello elevato dell’ex URSS. Si racconta che tra il 1960 e il 1970, sia stata utilizzata per rapire un numero imprecisato di persone poi sparite nel nulla. Ad essere rapite per strada da probabili agenti segreti sarebbero state belle ragazze, bambini soli oppure personaggi scomodi per la politica e la vita sociale. Dove siano finite tutte queste persone dopo i presunti rapimenti non si è mai saputo: non esistono prove certe di questi fatti, men che meno notizie giornalistiche di sequestri legati all’utilizzo della Volga Nera, solo voci sussurrate e incontrollate. Camminavi per strada e in un attimo ti ritrovavi prigioniero all’interno dell’abitacolo finemente arredato della lussuosa auto, verso un destino spesso fatale.
Nella versione più diffusa a sparire nel nulla sarebbero state soprattutto ragazze giovani e belle, che venivano rapite per diventare giocattoli sessuali per il piacere dei funzionari di grado più elevato (versione, questa, che già girava trent’anni prima, legata a un differente modello d’auto). In un’altra versione a sparire erano principalmente bambini soli, il cui sangue – sano, giovane e benefico – sarebbe servito per curare gli occidentali o gli arabi ricchi malati di leucemia. Questa teoria si riallaccia a quella che vede i bambini come serbatoi di organi da ‘donare’ a pazienti danarosi, senza scrupoli come i chirurghi coinvolti. Questa ipotesi non è poi così peregrina alla luce dell’altissimo numeri do rapimenti di minori che ancora oggi vengono compiuti nei paesi dell’ex-blocco sovietico e che il più delle volte rimangono insoluti. Bambini o no, la leggenda narra che alle persone rapite venivano espiantati gli organi per rivenderli al mercato nero. Questa leggenda metropolitana, che ha dei notevoli punti di contatto con quelle dell’ambulanza nera usata per il furto di reni, è sopravvissuta alla caduta del comunismo e al disgregarsi dell’Unione Sovietica e la sparizione di bambini che prosegue anche oggi continua ad alimentarla.
E’ appena il caso di citare le voci che vorrebbero la Volga nera guidata da vampiri in cerca di sangue, da satanisti in cerca di vittime sacrificali, o da Baba Yaga in persona.
La leggenda ha anche ispirato la realizzazione di un film del 2003: “Dead End – Quella strada nel bosco”. Il quale narra di una famiglia che si mette in viaggio con la sua famiglia per festeggiare il Natale a casa dei suoceri, come ogni anno. Durante il tragitto decidono di prendere una scorciatoia nei boschi, dove una strana donna vestita di bianco e un’auto nera saranno solo l’inizio dell’incubo che li attenderà.
Anche restando alle ipotesi più razionali, occorre precisare che, ovviamente, nulla di tutto questo è mai stato provato né si hanno dettagli, notizie o statistiche certe di “sparizioni” legate a Volga nere.
Ma è chiaro che la paura, il sospetto e l’odio verso gli “invasori comunisti” – che in quegli anni comandavano su territori e regioni che decenni dopo sarebbero diventate nazioni indipendenti e democratiche – ha alimentato queste dicerie. Così come la propaganda occidentale anti-sovietica e la necessità di “spaventare” in qualche modo i bambini affinché fossero più cauti e prudenti una volta fuori di casa. È una classica storia da paura raccontata ancora oggi nonostante la fine del comunismo e la divisione dell’Unione Sovietica in tanti Stati; i racconti che hanno come protagonista il fatto inspiegabile non perdono mai il fascino del mistero.