Rottamazione auto, l’ultima follia UE


Da quando quasi cinque anni or sono si è insediata la nuova Commissione UE è stato un susseguirsi di proposte a salvaguardia (in apparenza) dell’ambiente, che in alcuni casi si sono, ahinoi, trasformate in direttive o regolamenti in piena attuazione.
Non possiamo dimenticare le risoluzioni adottate già nel 2021 dal Parlamento Europeo sull’attuazione delle direttive 2004/107/CE e 2008/50/CE sulla qualità dell’aria, da cui sono poi derivate una serie di progetti – per lo più rimasti in quello stato – che paiono dettati da menti criminali o da pazzi scatenati anziché da saggi legislatori.
Solamente lo scorso anno abbiamo visto prospettare almeno tre provvedimenti scaturiti da menti disturbate in cui l’ignoranza regna sovrana: il cappotto a tutte le case che non siano almeno in classe D (vale a dire la stragrande maggioranza delle abitazioni moderne e la totalità di quelle d’epoca, castelli e palazzi nobiliari compresi), la completa cessazione della produzione di veicoli a ciclo termico dal 2035 (stando al piano Fit For 55) e ancora altre norme per contrastare il cambiamento climatico.
Vedremo in seguito che quest’ultimo aspetto è una chimera da qualunque parte lo si guardi, dato che la responsabilità dell’uomo su questo processo inarrestabile è minima e qualsiasi azione che tenda a contrastarlo, a meno di voler portare l’orbita terrestre un po’ più lontano dal Sole, è pura fantasia.
Ma la scorsa settimana i grandi pensatori di Bruxelles e di Strasburgo hanno escogitato qualcosa di veramente diabolico: obbligare i cittadini a rottamare i loro veicoli a ciclo termico anche se risultassero solo da riparare!
E’ fuori discussione che si tratti di una coglionata di dimensioni bibliche, giacché anche un cefalo con l’emicrania arriverebbe a capire che in questo modo non si ammazza solo la categoria delle auto a benzina e diesel, ma si uccide da subito anche quella dei meccanici e nel 2035 dovranno trovarsi un altro lavori anche gli addetti a circa 22.000 pompe di benzina nella sola Italia, oltre 113.000 nell’intera UE.
Non riesco a immaginare per quanto tempo si debba restare con le dita nella presa di corrente per avere un cervello talmente fulminato da riuscire a elucubrare idee siffatte, né ho la benché minima idea di come possa l’ignoranza umana giungere dall’encefalo alla bocca o alle dita per dire o scrivere delle castronerie di questa portata, tese – è evidente anche a un pinguino – unicamente a velocizzare l’uscita di scena dei veicoli tradizionali a favore di quelli elettrici.
Abbiamo già discusso l’argomento e abbiamo più volte spiegato che questa politica non è solo suicida, consegnandoci legati mani e piedi alla Cina e al suo mercato dei semiconduttori, ma rischia di diventare una bomba devastante se solo si pensa che la quasi totalità dell’industria che produce componenti elettronici ha sede a Taiwan, e uno scherzo del genere non farebbe altro che invogliare la Cina comunista a invadere in poco tempo la piccola repubblica isolana per appropriarsi in un sol boccone del territorio e delle sue ricchezze industriali, per meglio monopolizzare e al contempo destabilizzare tutto il mondo occidentale. Insomma, due piccioni con una fava, che non sono i piccioni siamesi ma due prede cinesi.
Il piano ormai è chiaro: alcuni potenti interessi stanno brigando per consegnare l’Occidente ad altri padroni. I cosiddetti Paesi emergenti in alcuni caso non sono che il paravento dietro cui si celano interessi talmente grandi da fare impallidire la Black Rock e la Monsanto. E’ una rete così fitta e ramificata da essere difficilmente decodificata, tanto che diventa quasi impossibile stabilire chi tira le fila e chi ubbidisce. E’ certo che gli attori di questa commedia sono molti, dalle multinazionali ai grandi gruppi petroliferi, ai gruppi finanziari sovranazionali (il gruppo di Soros è solo uno dei tanti), ad alcuni stati canaglia (Iran, Russia, la stessa Cina), ai cartelli della droga a cui non mancano i capitali per accedere alla Gran Tavola dei Signori del Mondo.
Al gruppo si devono poi aggiungere i gregari, come altri stati canaglia tra cui Yemen, Corea del Nord, Afghanistan, Bielorussia, Myanmar e Nicaragua, nonché alcune organizzazioni come Hamas, l’ISIS, i pirati della Somalia e dello stesso Yemen, pronti a fare la loro parte al soldo dei più grandi, adoperando la violenza per destabilizzare tutto ciò che si può.
Come se non bastasse la potenza di questi interessi criminali. ci sono alcuni inconsapevoli teste di pinolo aventi l’aspetto di parlamentare europeo o di semplice burocrate che giocano, per così dire, nel campo avversario. Grazie alla loro stupidità questi somari riescono a escogitare le più nefande idiozie per portarci rapidamente su una china senza ritorno, verso una fine economica apocalittica che ci farà regredire a una condizione da terzo mondo.
E’ allucinante vedere come persone che hanno in qualche modo preso un diploma o una laurea riescono a cancellare con un semplice memorandum anni e anni di studi, per salire alla ribalta con idee peregrine e inutili. Come ad esempio le domeniche ecologiche che affliggono i romani sotto una giunta indegna forse anche del Burundi. Perché dobbiamo lasciare a casa l’auto a Roma oppure prenderne una Euro 6 per circolare a Milano quando una nave da crociera con i suoi sei motori diesel inquina più dell’intero parco macchine di una città come Napoli?
Perché ci sono ancora condomini in città con caldaie a gasolio, o peggio nafta, che inquinano molto di più di mille auto diesel Euro 0? E perché le auto sì e i camion no? Eppure inquinano di più! Perché devo indebitarmi per ristrutturare la mia casa anche se vivo a Cagliari o a Palermo e il riscaldamento (forse) lo accendo 10 giorni l’anno? E perché devo rottamare un veicolo diesel quando questa demenziale risoluzione è stata adottata solo da UE, Canada, California e una piccola provincia del Cile? Ma la Cina non contribuisce alle emissioni di CO2 e polveri sottili? Non sarebbe meglio iniziare da loro e magari dall’India col suo miliardo virgola due di abitanti?
E ancora: perché dovrei acquistare un’auto elettrica che costa almeno il 30% in più di una tradizionale, che dopo pochi anni riduce a zero il suo valore, che ha batterie carissime che esplodono o prendono fuoco (ormai gli esempi sono innumerevoli), ma soprattutto che per essere ricaricate UTILIZZANO CORRENTE PRODOTTA CON COMBUSTIBILI FOSSILI!
Tutte domande la cui risposta è scontata, almeno per le persone normali, non certo per gli oligofrenici funzionari UE.
Consoliamoci pensando che tutto ciò che non è ancora stato stabilito per legge probabilmente sarà cancellato con l’avvento del nuovo Parlamento Europeo e della nuova Commissione, che si insedieranno in tarda primavera. E anche la norma sul divieto di immatricolare auto a ciclo termico dal 2025 sarà probabilmente rivista, se non a sua volta rottamata, non appena cacciati gli attuali somari.
Il futuro è nel nucleare, nelle auto a idrogeno (che già circolano in Australia, ma non ve lo dice nessuno!) e soprattutto nella fusione fredda che da qui a una decina di anni soppianterà sicuramente il vecchio concetto di centrale elettrica. La fretta di questi signori e dei loro burattinai ha ormai un fine conclamato: riuscire a fare scattare la trappola prima che il Progresso li fotta come meritano.
La protesta degli agricoltori tedeschi è legata a filo doppio a questo tema: il governo del cancelliere Scholz ha anticipato la cancellazione delle agevolazioni fiscali sull’acquisto di gasolio agricolo e le esenzioni per i mezzi agricoli, sperando di far fronte a un ‘buco’ di 17 miliardi venutosi a creare dopo il no della Corte costituzionale di Berlino all’impiego di fondi destinati al contrasto del Covid e avanzati per l’attuazione delle politiche ‘verdi’.
Ed è proprio nei verdi di tutta Europa che va cercata la causa di queste follie. Gente che ha fatto dell’ignoranza una bandiera, aggregandosi il più delle volte a partiti di sinistra per l’assurda equazione secondo cui l’ambiente pulito è di sinistra, e che ha causato danni enormi al progresso del Vecchio Continente dove, a differenza degli Stati Uniti, della Russia e della stessa Cina, ha trovato terreno fertile grazie a popoli appecoronati su idee propagandate per decenni da illustri nullafacenti che hanno illuso molti e che solo adesso stanno iniziando a pagare il fio delle loro colpe. Se vogliamo, la parabola dei pentapitechi assomiglia a questa storia, solo che è durata molto meno perché iniziata quando ormai la gente era sufficientemente scafata per evitare i raggiri, e solo una parte c’è caduta salvo ricredersi dopo meno di un lustro.
Ormai gli altarini sono scoperti: chi ha orecchie per intendere, intenda. Gli agricoltori tedeschi sono forse l’avanguardia di un movimento che dovrebbe infiammare tutto l’Occidente a salvaguardia di politiche economiche che potrebbero essere malignamente sovvertite da interessi che con la nostra civiltà non hanno nulla a che spartire. D’altro canto gli stessi agricoltori che con migliaia di trattori stanno bloccando le strade tedesche hanno capito qual è il nocciolo del problema, e lo hanno scritto a chiare lettere in uno dei cartelli che hanno innalzato dinnanzi al palazzo del Governo: “In der Landwirtschaft bringt viel scheiße, viel Grün! In der Politik bringt viel Grün, viel scheiße!” che tradotto suona: in agricoltura, molta merda porta molto verde! In politica, molto verde porta molta merda!