Chitarra classica: intervista a Cristina Galietto


Il M° Giovanni Di Sero intervista, in esclusiva per WeeklyMagazine, quella che è stata definita la nuova regina di Napoli delle sei corde classiche. Si tratta della chitarrista Cristina Galietto.

WM: Ciao Cristina e molte grazie per aver accettato di fare questa esclusiva intervista per WeeklyMagazine. Ci parli un po’ di te? Sappiamo che hai un papà chitarrista. Immaginiamo che questo abbia influito positivamente alla tua formazione.

C.G.: Avere un papà che è anche un maestro di chitarra è stato, oltre che una gran fortuna, il fattore determinante che mi ha indotta a scegliere la strada della musica e della chitarra. Sempre mi è stato accanto, lavorando con me sui brani, programmando e stabilendo i percorsi didattici, e nel sostenermi facendo da “coach” agli innumerevoli concerti e concorsi che mi hanno vista sul palco fin da quando ero bambina.

WM: Ci parli del tuo percorso di formazione musicale? Sappiamo che hai partecipato a numerosi concorsi nazionali ed internazionali.

C.G.: Il mio percorso di formazione musicale ha compreso olisticamente scuola, conservatorio, accademia, tutte le persone che ho incontrato durante la mia vita e le esperienze fatte, ancorché extramusicali. Da tutti e da tutto ho avuto da imparare. Dai concorsi ho appreso la necessità di mettermi sempre in discussione, e che la strada verso la piena realizzazione personale non può prescindere dall’ascoltare con umiltà e modestia e fare tesoro del giudizio altrui.

WM: Attualmente studi in Austria. Ci sono delle grandi differenze rispetto alla scuola Italiana? Ci racconti un po’?

C.G.: Ho iniziato a viaggiare all’età di 13 anni frequentando corsi di lingua all’estero durante i periodi estivi, a 16 ho trascorso un anno a Brighton nel Regno Unito studiando presso una High school e la chitarra con Carlos Bonell presso il Royal College a Londra. L’incontro con il Maestro Paolo Pegoraro, avvenuto durante una sua masterclass a Milano e il conseguente invito a concorrere per entrare nel corso di perfezionamento avanzato nella sua prestigiosa classe a Graz mi ha convinta a candidarmi e in seguito a trasferirmi. Prima del trasferimento ho comunque concluso gli studi universitari presso il Conservatorio di Avellino sotto la guida del Maestro Lucio Matarazzo con il massimo della valutazione, la lode e la menzione. Contestualmente ho anche seguito le masterclass del Maestro Aniello Desiderio presso l’accademia Strata di Pisa. Ai due straordinari docenti e musicisti va tutto il mio affetto e gratitudine per quanto hanno voluto parteciparmi della loro arte. L’università che oggi frequento in Austria sotto la guida dei Maestri Paolo Pegoraro e Lukasz Kuropaczewski, il Kug, assicura tra l’altro corsi intensivi e lezioni costanti e stimolanti. L’efficientismo tedesco è qualcosa di inimmaginabile per me napoletana e mi attrae molto. Pensa, per farti un esempio, che non ho mai avuto bisogno di recarmi nella segreteria per questioni burocratiche dal momento che risponde puntualmente alle mail dopo pochi minuti dall’invio. La città nella quale vivo, Graz, è sede universitaria, e quindi organizzata a misura di studente. In tempi normali fioriscono manifestazioni culturali e musicali con grande frequenza. L’integrazione nella realtà tedesca (Austria, Germania o Svizzera) apre le porte a innumerevoli opportunità lavorative in ambito musicale tenuto conto che oggi, questi paesi, detengono il primato in Europa per attenzione e cura alla musica ed in particolare modo alla chitarra classica.

WM: Ci parli dei tuoi progetti futuri?

C.G. Ho in programma diversi concerti in Europa, fra cui il Tour Eurostrings, di cui il primo post-lockdown si terrà a Novi Sad il 23 di maggio. Ancora in concerto il 27 giugno a Pordenone e quindi a Napoli il 20 agosto. Sono finalista in alcune importanti competizioni chitarristiche internazionali e devo continuare il percorso di studio musicale al KUG. Inoltre sto imparando il liuto sotto la guida del maestro David Bergmüller e frequento corsi di musica jazz. Non posso trascurare lo studio della lingua tedesca che, come ti ho già accennato prima, oltre ad essere funzionale per l’integrazione ne è obbligatoria la conoscenza a buon livello per poter continuare a frequentare l’università in Austria.

WM: Che chitarra utilizzi per i tuoi concerti? Preferisci l’abete od il cedro? Perché?

C.G.: La chitarra che sto usando al momento è una Alessandro Marseglia (Pozzuoli) in abete double top del 2018. E’ uno strumento estremamente performante, di ottima fattura e che trovo si adatti perfettamente al mio stile e alla mia sensibilità e che ha prestazioni, in termini di resa sonora e timbrica, davvero sorprendenti. Tanto mi piace questa chitarra che ho chiesto ad Alessandro di costruirmene un’altra ma, per variare, con la tavola armonica in cedro. Quando me la consegnerà, forse, potrò rispondere alla tua seconda domanda.

WM: Verso quale repertorio ti senti particolarmente attratta?

C.G.: Mi piace suonare prevalentemente la musica dei grandi compositori di musica classica, dal rinascimento ai nostri giorni. Ho poco interesse verso la musica leggera, il Rock e il Pop. Sono in un momento di rivalutazione della musica jazz che sto studiando e che comincio ad apprezzare. Ritengo comunque che, con la giusta soluzione interpretativa, qualsiasi brano possa diventare meraviglioso.

WM: Cristina, sei una giovanissima ragazza, hai qualche rammarico per qualcosa che avresti voluto fare o conoscere nella vita, e che non hai potuto realizzare per il gravoso impegno dello studio della chitarra?

C.G.: Assolutamente no, tutt’altro! Intraprendere questo percorso mi ha consentito di vivere esperienze straordinarie che non avrei mai immaginato possibili. Spesso chi legge il mio curriculum vitae resta sbalordito nel sapere quanti bei luoghi ho visitato, quanti palchi ho calcato, quante difficoltà ho superato. L’unico rammarico che ho avuto e solo fino a qualche tempo fa è stato l’amarezza per la difficoltà di relazione con i coetanei a causa della quantità studio a cui tuttora mi sottopongo. Intanto adesso, e anche grazie ai risultati che sono derivati dallo studio intenso, ho amici sparsi in tutto il mondo, persone come me, che vivono di musica e condividono le stesse esigenze e gli stessi desideri. Questo tema interessa a molti giovani che si impegnano e mi sento di dar loro un consiglio: “tenete duro, perché per quante difficoltà si possano incontrare, i frutti che matureranno testimonieranno che ne sarà ben valsa la pena!

WM: Quanto serve imparare le lingue per essere oggi un bravo musicista?

C.G.: Imparare le lingue è stato ed è tuttora un “Must do”. L’inglese si è rivelato necessario quando, a 13 anni, ho cominciato a seguire Masterclasses con Maestri stranieri. Altra lingua importante da conoscere per ben interagire nel campo chitarristico è lo spagnolo. Adesso sto imparando il tedesco, obbligatorio per frequentare l’Università in Austria. In generale, più lingue si conoscono, meglio è. Essere in grado di comunicare con chiunque è utile in ogni campo, ma ritengo che nella musica lo sia ancor di più, in quanto il musicista ha un rapporto diretto con le persone. La lingua non è necessaria per essere oggi un bravo musicista, piuttosto lo è per essere un musicista integrato in un contesto ben più ampio e promettente di quello d’origine.

WM: Cosa trovi a Graz che non potevi ricevere a Napoli?

C.G.: La Pizza…no, la Mozzarella… nemmeno, le Sfogliatelle…neppure… forse tutto il resto!

WM: Bene Cristina, non posso che ringraziarti, a nome dei nostri lettori, per il tempo che ci hai dedicato.