Il caos sembra regnare al Governo. I Ministri ridotti a semplici yes-men


«Mi trovai intricato in tanti dubbi ed errori, che mi sembrava di avere tratto nel tentativo di istruirmi un unico utile: la crescente scoperta della mia ignoranza».

Questo scriveva il filosofo Cartesio nel suo “Discorso sul Metodo”, pubblicato a Leida nel 1637.

La sensazione di Cartesio è sperimentabile in questi giorni. Più leggiamo informazioni sul virus, sulle possibili cure, sui danni che sta arrecando all’Economia, meno siamo in grado di arrivare a una sintesi, a un’idea compiuta sul da farsi.

Ma noi siamo noi, semplici cittadini che attingono a informazioni mediate, non di primo livello come quelle che invece immaginiamo abbiano Ministri e Governo. Per tale ragione colpiscono le dichiarazioni del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Teresa Bellanova, rilasciate il 28 ottobre nel corso della trasmissione Omnibus, La 7. Le riportiamo in forma integrale nel file scaricabile al link in calce. Il Ministro appartiene a una forza politica (Italia Viva) che è nella maggioranza, ma talvolta in attrito con l’Esecutivo, dunque le sue affermazioni vanno lette tenendo conto del contesto. Però, in questo momento estremo, in cui più che mai le scelte del Governo impattano sulla vita quotidiana delle persone, avendo il Governo il potere di ordinare la chiusura di attività e anche la reclusione forzata dei cittadini nelle loro case, le parole del Ministro valgono una riflessione. Secondo quanto afferma Bellanova, i ministri avrebbero infatti avallato le recenti decisioni di chiusura (ristoranti, bar etc.) a “scatola chiusa”, senza cioè essere messi in condizione di leggere prima i documenti del CTS (Comitato Tecnico Scientifico), organismo che, secondo quanto dichiara Bellanova, addirittura sconsigliava la chiusura alle 18, per il rischio di eventuali assembramenti in luoghi non controllabili. Inoltre, a quanto sostiene Bellanova, i provvedimenti sul tavolo del Consiglio dei Ministri verrebbero approvati dai Ministri anche quando al posto delle cifre ci sono delle “X”. Bellanova lamenta deficit nelle valutazioni (ad esempio, decidendo di chiudere i ristoranti alle 18 non si sarebbe tenuto conto del danno enorme alla filiera agroalimentare, così come non si sarebbe valutato l’impatto sulle donne, costrette a lasciare il lavoro per non abbandonare a casa i figli in fascia 14-16 anni, che per legge non possono essere lasciati senza custodia). Al termine del suo intervento a Omnibus, il Ministro ha sottolineato anche l’assenza di una visione comune e il rischio di scelte estemporanee che non conducono a interventi strutturali sui nodi che causano i problemi.

Perché concentrarsi su parole che potrebbero essere già superate dai fatti al momento della pubblicazione di questo articolo? Perché, al di là dei contenuti, il Ministro racconta una dinamica interna all’Esecutivo, che, se vera (noi non abbiamo strumenti per mettere in dubbio le parole di un Ministro della Repubblica), spiegherebbe la profonda sfiducia che emerge dalle manifestazioni di piazza (al netto delle infiltrazioni criminali), nelle quali la stima del marzo scorso per le decisioni prese dal Governo pare evaporata. La credibilità è sempre fondamentale, ma lo è ancora di più quando gli scenari sono foschi e le decisioni da prendere sono gravi.

In molte aziende, per organizzare il lavoro e ottenere risultati misurabili, si adotta il cosiddetto Sistema Qualità che funziona con uno schema semplice e chiaro (ruota di Deming): pianificare, fare, controllare, agire per migliorare. Senz’altro il Governo avrà modalità di azione focalizzate sul raggiungimento di risultati, ma in questa fase la percezione dei cittadini pare essere una sola da Nord a Sud: disorganizzazione. Il timore diffuso è che ancora una volta chi amministra abbia ceduto alla vecchia abitudine di non pianificare con cura, di non analizzare i dati per mettere in atto azioni progettate nei dettagli, di non controllare l’esito delle azioni messe in campo e pertanto di non essere in condizione di migliorare i provvedimenti (qualora gli esiti non risultino conformi agli obiettivi).

La scarsa capacità organizzativa non è una novità che arriva con questo Governo. In Italia la parola più usata è da sempre “emergenza” e proprio per questo non si fa altro che passare di emergenza in emergenza, senza mai affrontare i problemi in modo strutturale.

La prima ondata di Covid 19 poteva essere (nella disgrazia) una grande occasione per rivedere i criteri decisionali, ma, se è vero ciò che ha dichiarato il Ministro Bellanova, niente è cambiato. Si continua a parlare di emergenza anche quando i problemi sono da mesi evidenti e annunciati, si continua in uno scontro perenne non solo tra maggioranza e opposizione, ma all’interno della stessa compagine al Governo.

Anche “polemica” è una parola molto usata. La polemica e lo “scarica barile” sono storicamente due specialità italiane. La speranza è che questa seconda ondata del virus, insegni a tutti che la polemica e lo scarico a valle di responsabilità a monte non alimenta altro che disperazione e sconcerto.

Se le difficoltà di oggi saranno un’occasione per ripensare il modus operandi, la sofferenza avrà un senso, non sarà inutile, altrimenti le tristi giornate che stiamo vivendo diventeranno consuetudine.

Intervista al Ministro Bellanova a Omnibus del 28 ottobre 2020