II Guerra Mondiale: gli eserciti sacrificati


Igor Belansky, noto illustratore di fatti storici d’armi compresi tra il Risorgimento e la II Guerra Mondiale, ci invia una coppia di suoi lavori inerenti la compagine regolare tedesca e quella italiana, eserciti che, più di tutti, furono annientati dalla furia del conflitto.
Belansky, che fa della penna un’arguto strumento di rappresentazione, invia anche due note informali inerenti i due eserciti che, visto il carattere divulgativo dei disegni, riteniamo siano più che opportune.
La forza evocativa dei disegni di Igor Belansky, la dirompente semplicità del tratto monocromatico e invariante nel senso del suo spessore, porta l’osservatore a sperimentare quasi un’esperienza di transfer temporale, rendendo così vive e vivide le raffigurazioni dell’Autore che quasi si percepisce l’emozione d’essere parte della scena

WEHRMACHT:
L’esercito regolare tedesco nella Seconda Guerra Mondiale eseguì gli ordini di Hitler perché, ovviamente, non poteva farne a meno.
Gli ufficiali sapevano benissimo che sarebbero andati incontro alla catastrofe.
Presero in considerazione di arrestare Hitler e i gerarchi nazisti, ma non poterono farlo perché la popolazione tedesca, entusiasta del dittatore, non l’ avrebbe permesso.
La truppa non avrebbe obbedito agli ordini degli ufficiali.
La Wehrmacht era tra l’incudine e il martello.
Di fatto i militari erano ostaggi di Hitler che tra l’altro non aveva nessun merito delle iniziali schiaccianti vittorie, che erano merito dei generali della Wehrmacht. Hitler grazie alla propaganda passò per l’artefice delle vittorie.
I militari tedeschi furono sacrificati.
Alla fine della guerra, sul fronte orientale, i soldati che fuggivano disperati dal fronte venivano uccisi dalle SS che erano nelle retrovie.

REGIO ESERCITO ITALIANO:
Il Regio Esercito fu mandato al macello da Mussolini.
La Seconda Guerra Mondiale per gli italiani fu costellata da una lunga serie di sconfitte.
Eppure il coraggio e la disciplina del Regio Esercito non venne meno.
In vari episodi i militari italiani si fecero massacrare fino all’ultimo uomo per senso del dovere.
Con un addestramento da Prima Guerra Mondiale. Con armi inadatte. I militari italiani fecero fin troppo.
Nella battaglia del Don, per esempio, la fanteria italiana dovette vedersela con le forze corazzate sovietiche. Gli italiani fecero tutto quel che si poteva, cioè salvare l’armata dal completo annientamento. Non di più.
Dopo l’8° settembre altro episodio di eroismo. Circa 600 mila militari italiani pur di rimanere fedeli al re e allo Stato si fecero internare nei lager nazisti dove circa 80 mila morirono.