Covid-19 – Lettera a un virus neonato


NDD: Il nostro Vittorio Bobba segnala che in queste ore sta circolando in rete un breve testo sotto forma di lettera al Coronavirus che in Italia, sono dati del Ministero della Salute di ieri 7 marzo, ha contagiato 5.061 persone causando 233 decessi.
Siccome ne condividiamo lo spirito, confortati dai 589 guariti, lo rilanciamo volentieri con qualche aggiustamento ed aggiunta che lo stesso Vittorio Bobba ha apportato.
Il direttore, Vincenzo Di Guida.

Mio caro virus,
sono nato negli anni ’50 e sono venuto alla luce in una sala parto dove medici e infermieri mangiavano panini con il salame e fumavano una sigaretta dietro l’altra nell’attesa che la mia mamma partorisse, senza mascherine, senza guanti; sono sopravvissuto ai vaccini al mercurio puro e all’amianto dei tetti in eternit e dei tubi degli acquedotti. Ho resistito agli attacchi della polio e del vaiolo e da quest’ultimo sono stato marchiato sul braccio; mi sono imbattuto in influenze mortali come la Hong Kong o la Filippina e altre peggiori di te, e ho schivato la TBC e l’Aids pregando, o solo spostando la testa di lato, ma molto velocemente.
Sono cresciuto in scuole senza estintori, senza protocolli di igiene e sicurezza; ho respirato la benzina rossa, la diossina di Seveso e sono stato contaminato dalle radiazioni nucleari di Chernobyl e dall’isocianato di Bhopal. Mi sono disinfettato le ferite delle cadute in bicicletta e in moto con aceto e calci in culo; sono cresciuto mangiando cibi che non avevano ancora la scadenza per Legge e ho bevuto acqua dal rubinetto senza filtri; ho fumato Nazionali, Alfa e MS, e mi sono sbronzato con alcolici altamente tossici.
Ho guidato senza casco motociclette pericolosissime da 400Kg con i freni a tamburo, e macchine prive di qualsiasi affidabilità: senza cinture e senza airbag, che non avevano nemmeno la spia dell’acqua.
Ho vissuto il boom economico e l’austerity con la stessa imperturbabilità, e sono stato curato con medicine non testate dall’OMS e sparate nel mio corpo con siringhe di vetro dagli aghi enormi e spuntati, che si sterilizzavano sul fuoco in un terrificante contenitore di latta che ancora oggi mi fa venire gli incubi.
Non ho mai avuto uno psicologo o un sostegno scolastico: ai miei tempi non esistevano nemmeno; le ho prese di santa ragione da tutti: da mia madre, dal maestro e dai bulli più grandi di me che ho incontrato, ma ne son sempre venuto fuori senza traumi.
E tu, Coronavirus, Covid19 cinese del cazzo, pensi di fare paura a chi come me è sopravvissuto a tutto questo?
Sono io che ti avverto: quelli come me li riconosci subito; perchè siamo quelli che vedi in giro senza mascherina e quelli che continuano a fare quello che hanno sempre fatto: sopravvivere.
Quindi non ti fare illusioni sbagliate: siamo Italiani, abbiamo conquistato il mondo due volte, abbiamo scritto la storia dell’arte e abbiamo vinto una guerra mondiale; abbiamo superato crisi peggiori di te e non ti temiamo. E quando ci proporranno per cinquanta euro un vaccino che varrà sì e no 50 centesimi (perché sta’ pur certo: è questo ciò che sta dietro a te e a tutta la manfrina) ti mostreremo il dito medio e ci berremo una bella birretta alla facciazza tua, insieme a tutti quelli che hanno spento la TV e sono improvvisamente guariti, con l’augurio e con la speranza che sia tu a schiattare per primo, e molto più alla svelta di tutti noi. Naturalmente la birra sarà una: “Corona”, ghiacciata ma senza la scorzetta da finocchio, perchè abbiamo imparato anche a essere fatalisti e immortali.
Addio.